Hendrik C. Andersen spent almost his entire life in Rome where he conceived the idea of an utopian city devoted to peace, world communication and arts. In 1911, during the Universal Exibition in Rome, Otlet and La Fontaine appreciated Andersen’s gigantic statues, and a rich collaboration started between them. Over the years, Andersen even tried to obtain Mussolini’s interest towards the Cité Mondiale, but he never gained the necessary funding. Andersen and his apparently visionary, bombastic, naïve and out of time style, has always been compared to the apparently visionary, bombastic, naïve and out of time projects of the Documentation as well. However, now, a completely different critical approach is needed to appreciate the point of view of both Andersen and Otlet-La Fontaine: Cultural Studies are highlighting aspects that have been despised for too long.

Hendrik C. Andersen, artista norvegese naturalizzato americano, trascorse buona parte della sua vita a Roma. Entrato a far parte della comunità di artisti attirati dal "gran tour", fu legato in particolare a Henry James. I contatti con l'ambiente internazionale includono anche Paul Otlet. Andersen sviluppa in termini artistici l'idea di Otlet e La Fontaine della costruzione di una Città Mondiale della Pace. I progetti sono tuttora esposti nella casa-museo Andersen, su Lungotevere, a Roma. La Città Mondiale si inserisce nella tradizione utopista e sviluppa in particolare il progetto di una città dedicata alla pace, alle arti, e favorita in questo dallo sviluppo di telecomunicazioni globali. Andersen diventa pertanto l'interprete in termini artistici del progetto politico e tecnologico di Otlet e La Fontaine, nonché, più in generale, della Documentazione nei suoi sviluppi visionari e utopici, ma anche universalistici e geopolitici.La collaborazione con Paul Otlet ha inizio nel 1911, in occasione dell'Esposizione Universale, a Roma. Otlet e La Fontaine mostrarono di apprezzare le gigantesche statue di Andersen, espressione, però, di un gusto simbolista che diverrà presto inattuale. Negli anni, Andersen cercò perfino di ottenere da Mussolini finanziamenti per la Cité Mondiale, ma inutilmente. E' immaginabile che un artista omosessuale, straniero, visionario, utopista, non poteva ottenere credito dal regime. Andersen viene considerato nel presente contributo anche come rappresentativo dei destini della disciplina della Documentazione: le statue e i disegni di Andersen sono state spesso descritti come roboanti, visionari, inattuali, e simili aggettivi vengono utilizzati anche per descrivere la disciplina della Documentazione. Tuttavia, osservando sia Andersen che la Documentazione da un altro punto di vista (quello dei Cultural Studies) si aprono ben altre prospettive di indagine e interpretazione. E' ormai tempo che sia la disciplina della Documentazione sia il suo interprete artistico, Hendrik Andersen, vengano visti con occhi nuovi e privi di pregiudizio, in modo da poter evidenziare aspetti disprezzati troppo in fretta e troppo a lungo.

Otlet e l’Italia. La città Mondiale della Pace a Roma / Castellucci, Paola. - STAMPA. - (2017), pp. 57-81. [DOI: 10.4399/97888255014144].

Otlet e l’Italia. La città Mondiale della Pace a Roma

CASTELLUCCI, Paola
2017

Abstract

Hendrik C. Andersen spent almost his entire life in Rome where he conceived the idea of an utopian city devoted to peace, world communication and arts. In 1911, during the Universal Exibition in Rome, Otlet and La Fontaine appreciated Andersen’s gigantic statues, and a rich collaboration started between them. Over the years, Andersen even tried to obtain Mussolini’s interest towards the Cité Mondiale, but he never gained the necessary funding. Andersen and his apparently visionary, bombastic, naïve and out of time style, has always been compared to the apparently visionary, bombastic, naïve and out of time projects of the Documentation as well. However, now, a completely different critical approach is needed to appreciate the point of view of both Andersen and Otlet-La Fontaine: Cultural Studies are highlighting aspects that have been despised for too long.
2017
Internet di carta. Studi su Paul Otlet
9788825501414
Hendrik C. Andersen, artista norvegese naturalizzato americano, trascorse buona parte della sua vita a Roma. Entrato a far parte della comunità di artisti attirati dal "gran tour", fu legato in particolare a Henry James. I contatti con l'ambiente internazionale includono anche Paul Otlet. Andersen sviluppa in termini artistici l'idea di Otlet e La Fontaine della costruzione di una Città Mondiale della Pace. I progetti sono tuttora esposti nella casa-museo Andersen, su Lungotevere, a Roma. La Città Mondiale si inserisce nella tradizione utopista e sviluppa in particolare il progetto di una città dedicata alla pace, alle arti, e favorita in questo dallo sviluppo di telecomunicazioni globali. Andersen diventa pertanto l'interprete in termini artistici del progetto politico e tecnologico di Otlet e La Fontaine, nonché, più in generale, della Documentazione nei suoi sviluppi visionari e utopici, ma anche universalistici e geopolitici.La collaborazione con Paul Otlet ha inizio nel 1911, in occasione dell'Esposizione Universale, a Roma. Otlet e La Fontaine mostrarono di apprezzare le gigantesche statue di Andersen, espressione, però, di un gusto simbolista che diverrà presto inattuale. Negli anni, Andersen cercò perfino di ottenere da Mussolini finanziamenti per la Cité Mondiale, ma inutilmente. E' immaginabile che un artista omosessuale, straniero, visionario, utopista, non poteva ottenere credito dal regime. Andersen viene considerato nel presente contributo anche come rappresentativo dei destini della disciplina della Documentazione: le statue e i disegni di Andersen sono state spesso descritti come roboanti, visionari, inattuali, e simili aggettivi vengono utilizzati anche per descrivere la disciplina della Documentazione. Tuttavia, osservando sia Andersen che la Documentazione da un altro punto di vista (quello dei Cultural Studies) si aprono ben altre prospettive di indagine e interpretazione. E' ormai tempo che sia la disciplina della Documentazione sia il suo interprete artistico, Hendrik Andersen, vengano visti con occhi nuovi e privi di pregiudizio, in modo da poter evidenziare aspetti disprezzati troppo in fretta e troppo a lungo.
Hendrik C. Andersen; Cité Mondiale; Città Mondiale della Pace; Paul Otlet; Henri La Fontaine; Roma, Cultural Studies; Museo Andersen; Giacomo Matteotti
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Otlet e l’Italia. La città Mondiale della Pace a Roma / Castellucci, Paola. - STAMPA. - (2017), pp. 57-81. [DOI: 10.4399/97888255014144].
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Castellucci_Otlet-e-l'Italia_2017.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 312.74 kB
Formato Adobe PDF
312.74 kB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/989030
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact