Nel 1957 Diego Carpitella, chiamato a fare il punto sullo stato delle ricerche etnomusicologiche in Abruzzo, evidenziava la particolare difficoltà del contesto d’indagine: un terreno fertile e “appassionante”, reso complesso dalla convivenza e dall’intreccio di una cultura “di base”, elaborazioni “popolari” d’autore, “corali” e “gruppi semi artigiani e artigiani”. La stratificazione delle forme musicali trova il suo corrispettivo in un panorama altrettanto articolato di livelli e tipologie di ricerca, che dalle origini ottocentesche conduce ai nostri giorni passando per il 1948, data fondativa di una ricerca etnomusicologica regionale – e nazionale – basata sull’uso di una strumentazione tecnologica professionale e su altrettanto rigorosi presupposti scientifici. L’analisi della situazione del teramano, lungi dall’essere esaustiva dello scenario abruzzese, può fungere però da modello per riflessioni di più ampia portata e per lo sviluppo di un percorso metodologico di conoscenza del patrimonio etnomusicologico regionale, in archivio e in contesto, preliminare a qualsiasi forma di riutilizzo o rielaborazione.
La ricerca etnomusicologica nel teramano. Fonti sonore, risorse digitali, testimoni / Spitilli, Gianfranco. - STAMPA. - (2015), pp. 85-97.
La ricerca etnomusicologica nel teramano. Fonti sonore, risorse digitali, testimoni
SPITILLI, GIANFRANCO
2015
Abstract
Nel 1957 Diego Carpitella, chiamato a fare il punto sullo stato delle ricerche etnomusicologiche in Abruzzo, evidenziava la particolare difficoltà del contesto d’indagine: un terreno fertile e “appassionante”, reso complesso dalla convivenza e dall’intreccio di una cultura “di base”, elaborazioni “popolari” d’autore, “corali” e “gruppi semi artigiani e artigiani”. La stratificazione delle forme musicali trova il suo corrispettivo in un panorama altrettanto articolato di livelli e tipologie di ricerca, che dalle origini ottocentesche conduce ai nostri giorni passando per il 1948, data fondativa di una ricerca etnomusicologica regionale – e nazionale – basata sull’uso di una strumentazione tecnologica professionale e su altrettanto rigorosi presupposti scientifici. L’analisi della situazione del teramano, lungi dall’essere esaustiva dello scenario abruzzese, può fungere però da modello per riflessioni di più ampia portata e per lo sviluppo di un percorso metodologico di conoscenza del patrimonio etnomusicologico regionale, in archivio e in contesto, preliminare a qualsiasi forma di riutilizzo o rielaborazione.File | Dimensione | Formato | |
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