Le pagine degli epistolari, delle fonti storiografiche e delle opere dedicate alla dialettica o alla polemica dottrinale rivelano la personalità di Teodoro – “greco” di origine palestinese – come quella di un grande esponente della classe dirigente ecclesiastica romana. Pontefice abile, attivo e tenace nella difesa del prestigio della Sede romana, Teodoro appare certamente, insieme all’ex-patriarca di Gerusalemme Sofronio e al monaco Massimo il Confessore, tra le figure di maggior spicco sulla scena politica e religiosa mediterranea degli anni immediatamente antecedenti la metà del VII secolo. Questo contributo si propone di riflettere sull’uso che un papa apparentemente poco incline al mecenatismo come Teodoro fa della committenza artistica. La sua biografia nel Liber pontificalis ne registra puntualmente le committenze. Poche davvero per i suoi sette anni di pontificato; poche soprattutto a fronte dei tredici anni (625-638) di infaticabile attività edilizia di Onorio I. Teodoro, però, nonostante le condizioni critiche del tesoro ecclesiastico e il difficile momento nei rapporti con l’Impero d’Oriente all’apogeo della crisi monotelita, lascia il suo segno portando avanti alcuni impegnativi cantieri lasciati incompiuti da Onorio, come la grande basilica del martire Valentino sulla via Flaminia. Il dinamismo di Teodoro emerge ancora di più allorché si considera come egli stringa, da un lato, privilegiati rapporti con le diaconie e i monasteri ellenofoni di Roma ed eriga un oratorio per il diacono siciliano Euplo, segno evidente della presenza attiva dell’elemento greco in numerose aree della città. Dall’altro, sebbene “straniero” o “orientale”, Teodoro dimostra nondimeno grande attenzione per i martiri e le memorie locali: con una mossa del tutto innovativa egli organizza la prima significativa translatio di reliquie all’interno delle mura, in evidente contrasto con i ripetuti tentativi di Onorio di mantenere il culto dei martiri extra moenia, sul luogo dei rispettivi sepolcri. E questa prima traslazione, organizzata per i resti di Primo e Feliciano martiri della via Nomentana, viene esaltata in chiave monumentale nella raffinata decorazione musiva dell’abside del sacello dedicato ai due santi nella chiesa di S. Stefano Rotondo al Celio.

Papst Theodor (642-649) und die Künste: ein ›pragmatisches‹ Verhältnis / Taddei, Alessandro. - STAMPA. - (2017), pp. 143-160.

Papst Theodor (642-649) und die Künste: ein ›pragmatisches‹ Verhältnis

TADDEI, ALESSANDRO
2017

Abstract

Le pagine degli epistolari, delle fonti storiografiche e delle opere dedicate alla dialettica o alla polemica dottrinale rivelano la personalità di Teodoro – “greco” di origine palestinese – come quella di un grande esponente della classe dirigente ecclesiastica romana. Pontefice abile, attivo e tenace nella difesa del prestigio della Sede romana, Teodoro appare certamente, insieme all’ex-patriarca di Gerusalemme Sofronio e al monaco Massimo il Confessore, tra le figure di maggior spicco sulla scena politica e religiosa mediterranea degli anni immediatamente antecedenti la metà del VII secolo. Questo contributo si propone di riflettere sull’uso che un papa apparentemente poco incline al mecenatismo come Teodoro fa della committenza artistica. La sua biografia nel Liber pontificalis ne registra puntualmente le committenze. Poche davvero per i suoi sette anni di pontificato; poche soprattutto a fronte dei tredici anni (625-638) di infaticabile attività edilizia di Onorio I. Teodoro, però, nonostante le condizioni critiche del tesoro ecclesiastico e il difficile momento nei rapporti con l’Impero d’Oriente all’apogeo della crisi monotelita, lascia il suo segno portando avanti alcuni impegnativi cantieri lasciati incompiuti da Onorio, come la grande basilica del martire Valentino sulla via Flaminia. Il dinamismo di Teodoro emerge ancora di più allorché si considera come egli stringa, da un lato, privilegiati rapporti con le diaconie e i monasteri ellenofoni di Roma ed eriga un oratorio per il diacono siciliano Euplo, segno evidente della presenza attiva dell’elemento greco in numerose aree della città. Dall’altro, sebbene “straniero” o “orientale”, Teodoro dimostra nondimeno grande attenzione per i martiri e le memorie locali: con una mossa del tutto innovativa egli organizza la prima significativa translatio di reliquie all’interno delle mura, in evidente contrasto con i ripetuti tentativi di Onorio di mantenere il culto dei martiri extra moenia, sul luogo dei rispettivi sepolcri. E questa prima traslazione, organizzata per i resti di Primo e Feliciano martiri della via Nomentana, viene esaltata in chiave monumentale nella raffinata decorazione musiva dell’abside del sacello dedicato ai due santi nella chiesa di S. Stefano Rotondo al Celio.
2017
Die Päpste und Rom zwischen Spätantike und Mittelalter. Formen päpstlicher Machtentfaltung
978-3-7954-3089-4
Papa Teodoro; Roma, VII secolo; topografia; mosaico; architettura
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Papst Theodor (642-649) und die Künste: ein ›pragmatisches‹ Verhältnis / Taddei, Alessandro. - STAMPA. - (2017), pp. 143-160.
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