Quanto dicemmo per la "stringa architettonica" (1971), altrettanto diciamo per la "stringa urbana" (2004). Sicché «Alla domanda, di cosa debba intendersi per "stringa urbana", credo di poter ancora rispondere: è una porzione minima di commesso fisico-spaziale (morfema urbano-stringa urbana), dotata di tettonicità abitabilità e accessibilità, non più a-scalare ma avente valore grammaticale e, perciò, capace – a partire da un numero limitato di stringhe urbane – di produrre, attraverso ‘regole di trasformazione’, un numero infinito di stringhe-altre (stringhe urbane-altre, commessi urbani-altri)».
La Tavola del “Pensare architettonico”, II versione, 2004 / Calcagnile, Luigi. - (2004).
La Tavola del “Pensare architettonico”, II versione, 2004.
CALCAGNILE, Luigi
2004
Abstract
Quanto dicemmo per la "stringa architettonica" (1971), altrettanto diciamo per la "stringa urbana" (2004). Sicché «Alla domanda, di cosa debba intendersi per "stringa urbana", credo di poter ancora rispondere: è una porzione minima di commesso fisico-spaziale (morfema urbano-stringa urbana), dotata di tettonicità abitabilità e accessibilità, non più a-scalare ma avente valore grammaticale e, perciò, capace – a partire da un numero limitato di stringhe urbane – di produrre, attraverso ‘regole di trasformazione’, un numero infinito di stringhe-altre (stringhe urbane-altre, commessi urbani-altri)».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.