Il danno, sottoposto negli anni ad un incessante processo di indagine, innovazione e revisione, è intrinsecamente ed inevitabilmente connesso al rischio. Il moltiplicarsi delle occasioni di pregiudizio, anche slegate dall’azione colposa dell’uomo e connesse ai rischi connaturati alle attività e ai mezzi propri di una società industrializzata, si accompagna, infatti, all’emergere di sempre nuove ipotesi di danno, all’estensione dei presupposti dell’obbligo risarcitorio e al ricorso al rimedio assicurativo, il tutto con evidenti ripercussioni sull’elaborazione teorica. Di fronte al problema del danno ogni ordinamento giuridico deve affrontare e risolvere la questione della sussistenza o meno del diritto al risarcimento in capo alla vittima, stabilendo in caso affermativo i criteri per accertare il danno ingiusto, individuare il soggetto a cui accollare l’obbligo risarcitorio e liquidare il danno risarcibile. Nel vastissimo panorama della responsabilità civile, la posizione degli amministratori di società di capitali ha suscitato negli anni l’interesse di attenta giurisprudenza ed illustre dottrina, non soltanto tra i cultori del diritto societario, ma anche tra esperti civilisti e comparatisti. È però nei periodi di crisi economica e finanziaria che, combinandosi la ricerca del profitto con marcate connotazioni sociali, si avverte maggiormente l’esigenza che le norme sull’amministrazione non solo rispondano a principi di correttezza e regolarità gestionale, ma consentano altresì efficienza nei metodi, snellezza di procedure e rapidità di processi decisionali, in modo da individuare i vari tipi di rischi, anche se scollegati dalla mala gestio degli amministratori, e mantenerne la costante gestione mediante apposite procedure o specifiche funzioni aziendali di controllo (compliance, internal audit, risk management). È nella crisi che occorre altresì che siano definiti con precisione i temi e i problemi della gestione dell’impresa, dei doveri e delle responsabilità degli organi di amministrazione nelle varie fasi del dissesto, con i relativi riflessi sul generale assetto organizzativo della società e le profonde ricadute sui poteri e le responsabilità gestorie, che arricchiscono di significati e sfumature nuove l’assoggettamento alle sanzioni civilistiche della revoca e, soprattutto, del risarcimento del danno.

Il danno tra fatto e liquidazione. Il caso dell’amministratore di società per azioni in crisi / Zinno, Maria. - STAMPA. - (2017), pp. 1-263.

Il danno tra fatto e liquidazione. Il caso dell’amministratore di società per azioni in crisi

ZINNO, MARIA
2017

Abstract

Il danno, sottoposto negli anni ad un incessante processo di indagine, innovazione e revisione, è intrinsecamente ed inevitabilmente connesso al rischio. Il moltiplicarsi delle occasioni di pregiudizio, anche slegate dall’azione colposa dell’uomo e connesse ai rischi connaturati alle attività e ai mezzi propri di una società industrializzata, si accompagna, infatti, all’emergere di sempre nuove ipotesi di danno, all’estensione dei presupposti dell’obbligo risarcitorio e al ricorso al rimedio assicurativo, il tutto con evidenti ripercussioni sull’elaborazione teorica. Di fronte al problema del danno ogni ordinamento giuridico deve affrontare e risolvere la questione della sussistenza o meno del diritto al risarcimento in capo alla vittima, stabilendo in caso affermativo i criteri per accertare il danno ingiusto, individuare il soggetto a cui accollare l’obbligo risarcitorio e liquidare il danno risarcibile. Nel vastissimo panorama della responsabilità civile, la posizione degli amministratori di società di capitali ha suscitato negli anni l’interesse di attenta giurisprudenza ed illustre dottrina, non soltanto tra i cultori del diritto societario, ma anche tra esperti civilisti e comparatisti. È però nei periodi di crisi economica e finanziaria che, combinandosi la ricerca del profitto con marcate connotazioni sociali, si avverte maggiormente l’esigenza che le norme sull’amministrazione non solo rispondano a principi di correttezza e regolarità gestionale, ma consentano altresì efficienza nei metodi, snellezza di procedure e rapidità di processi decisionali, in modo da individuare i vari tipi di rischi, anche se scollegati dalla mala gestio degli amministratori, e mantenerne la costante gestione mediante apposite procedure o specifiche funzioni aziendali di controllo (compliance, internal audit, risk management). È nella crisi che occorre altresì che siano definiti con precisione i temi e i problemi della gestione dell’impresa, dei doveri e delle responsabilità degli organi di amministrazione nelle varie fasi del dissesto, con i relativi riflessi sul generale assetto organizzativo della società e le profonde ricadute sui poteri e le responsabilità gestorie, che arricchiscono di significati e sfumature nuove l’assoggettamento alle sanzioni civilistiche della revoca e, soprattutto, del risarcimento del danno.
2017
978-88-243-2457-1
danno; amministratore; società per azioni; crisi
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Il danno tra fatto e liquidazione. Il caso dell’amministratore di società per azioni in crisi / Zinno, Maria. - STAMPA. - (2017), pp. 1-263.
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