This essay starts from the concept of smart city, going trought that of smart land, to that of "resilient district", in order to define a resilient model of city, capable of reacting to periods of crisis and to find new adaptive solutions for a sustainable development. The resilient district becomes the territorial dimension in which it is possible to develop projects really adapted to the needs of the local communities, which use the peculiarity of the landscape and the local identity as factors of resistance to the crisis.The landscape, hanks to all of its environmental, cultural and social implications,may reveal itself as the common horizon to refer all the projects and It can be considered as the sharing background where it is possible to improve the quality of life for the local communities. Landscape diversity and all the typical and identity values of a territory could serve for synergetic and cooperative actions, which promotes common values and help empowering the capacity to react the crisis in a resilient way.

Partendo dal concetto di smart city e smart land, si definisce un modello di resilienza delle città e dei territori, in grado di reagire a periodi di crisi trovando nuove soluzioni adattative per uno sviluppo sostenibile. In particolare si sviluppa l'idea che la Smart city non è solo una città attrattiva e competitiva economicamente, ma anche città coesa socialmente e sostenibile in termini ambientali, nella quale la cooperazione è più importante della competizione; l'identità e la diversità dei luoghi è più importante dell'imitazione di modelli concepiti e collaudati altrove; in cui la volorizzazione del paesaggio, nella più ampia accezione di beni ambientali e culturali, è la vera sfida da raccogliere per le comunità che vogliono definirsi smart. Il distretto resiliente diventa la dimensione territoriale nella quale sviluppare progetti aderenti ai bisogni delle comunità locali, che utilizzano la diversità, la peculiarità paesaggistica e l'identità locale come fattore di resistenza alla crisi. Il distretto resiliente è il modello alternativo ai modelli socioeconomici di sviluppo standardizzati, che hanno improntato in questi anni lo sviluppo delle città, applicando ai territori best practices, che non prendono in considerazione le reali attitudini di una regione ma che impongono obiettivi a-spaziali decontestualizzati. Il ritorno alla scala locale per abbandonare le “global networks” riporta alla ribalta il concetto di resilienza, estrapolandolo dalla teoria ecologista in cui per diverso tempo è stato rilegato. La resilienza, si impone così come argomento centrale nelle riflessioni sulla città, ridando centralità al progetto di paesaggio. Il paesaggio, con tutte le sue implicazioni di carattere di carattere sociale e culturale, può costituire l'orizzonte di riferimento comune nel quale sviluppare progetti volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. La diversità paesaggistica viene vista come valore identitario di un territorio che può favorire azioni sinergiche e cooperative di promozione di valori comuni e potenziare la capacità di reagire alla crisi in termini di resilienza. Il paesaggio, nella sua larga accezione, può svolgere un ruolo di volano economico per il territorio ed i sistemi produttivi ad esso collegati, che possono contare su valori peculiari e non riproducibili dalla concorrenza, in grado di attrarre turismo culturale, con ricaduta sulle attività commerciali e produttive e sulla qualità della vita dei residenti. Riconoscendo e valorizzando l'identità paesaggistica del territorio, si possono favorire strategie di marketing territoriale in grado di rendere palese il rapporto fra paesaggio e prodotto e avviare un'offerta integrata di servizi in grado di attrarre un consumo ed un turismo di qualità. Si tratta di sovrapporre il layer della tutela paesaggistica, con quello degli attrattori culturali, delle reti di mobilità lenta, con quello dei servizi, delle attività produttive sul territorio, dei prodotti enogastronomici e degli eventi culturali. Il progetto di paesaggio deve saper valorizzare, in tal senso, le potenzialità di sviluppo locale, rafforzando la capacità di adattamento dei luoghi alle dinamiche evolutive e ai processi di cambiamento.

Smart Land and Resilient Districts. The resource of cultural landscapes / Clemente, Matteo. - STAMPA. - (2016), pp. 145-154.

Smart Land and Resilient Districts. The resource of cultural landscapes

Clemente Matteo
2016

Abstract

This essay starts from the concept of smart city, going trought that of smart land, to that of "resilient district", in order to define a resilient model of city, capable of reacting to periods of crisis and to find new adaptive solutions for a sustainable development. The resilient district becomes the territorial dimension in which it is possible to develop projects really adapted to the needs of the local communities, which use the peculiarity of the landscape and the local identity as factors of resistance to the crisis.The landscape, hanks to all of its environmental, cultural and social implications,may reveal itself as the common horizon to refer all the projects and It can be considered as the sharing background where it is possible to improve the quality of life for the local communities. Landscape diversity and all the typical and identity values of a territory could serve for synergetic and cooperative actions, which promotes common values and help empowering the capacity to react the crisis in a resilient way.
2016
Resilient Districts. Post-crisis Local Development and Sustainable Society
9788865142509
Partendo dal concetto di smart city e smart land, si definisce un modello di resilienza delle città e dei territori, in grado di reagire a periodi di crisi trovando nuove soluzioni adattative per uno sviluppo sostenibile. In particolare si sviluppa l'idea che la Smart city non è solo una città attrattiva e competitiva economicamente, ma anche città coesa socialmente e sostenibile in termini ambientali, nella quale la cooperazione è più importante della competizione; l'identità e la diversità dei luoghi è più importante dell'imitazione di modelli concepiti e collaudati altrove; in cui la volorizzazione del paesaggio, nella più ampia accezione di beni ambientali e culturali, è la vera sfida da raccogliere per le comunità che vogliono definirsi smart. Il distretto resiliente diventa la dimensione territoriale nella quale sviluppare progetti aderenti ai bisogni delle comunità locali, che utilizzano la diversità, la peculiarità paesaggistica e l'identità locale come fattore di resistenza alla crisi. Il distretto resiliente è il modello alternativo ai modelli socioeconomici di sviluppo standardizzati, che hanno improntato in questi anni lo sviluppo delle città, applicando ai territori best practices, che non prendono in considerazione le reali attitudini di una regione ma che impongono obiettivi a-spaziali decontestualizzati. Il ritorno alla scala locale per abbandonare le “global networks” riporta alla ribalta il concetto di resilienza, estrapolandolo dalla teoria ecologista in cui per diverso tempo è stato rilegato. La resilienza, si impone così come argomento centrale nelle riflessioni sulla città, ridando centralità al progetto di paesaggio. Il paesaggio, con tutte le sue implicazioni di carattere di carattere sociale e culturale, può costituire l'orizzonte di riferimento comune nel quale sviluppare progetti volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. La diversità paesaggistica viene vista come valore identitario di un territorio che può favorire azioni sinergiche e cooperative di promozione di valori comuni e potenziare la capacità di reagire alla crisi in termini di resilienza. Il paesaggio, nella sua larga accezione, può svolgere un ruolo di volano economico per il territorio ed i sistemi produttivi ad esso collegati, che possono contare su valori peculiari e non riproducibili dalla concorrenza, in grado di attrarre turismo culturale, con ricaduta sulle attività commerciali e produttive e sulla qualità della vita dei residenti. Riconoscendo e valorizzando l'identità paesaggistica del territorio, si possono favorire strategie di marketing territoriale in grado di rendere palese il rapporto fra paesaggio e prodotto e avviare un'offerta integrata di servizi in grado di attrarre un consumo ed un turismo di qualità. Si tratta di sovrapporre il layer della tutela paesaggistica, con quello degli attrattori culturali, delle reti di mobilità lenta, con quello dei servizi, delle attività produttive sul territorio, dei prodotti enogastronomici e degli eventi culturali. Il progetto di paesaggio deve saper valorizzare, in tal senso, le potenzialità di sviluppo locale, rafforzando la capacità di adattamento dei luoghi alle dinamiche evolutive e ai processi di cambiamento.
smart land; resilience; cultural landscapes; sustainable development
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Smart Land and Resilient Districts. The resource of cultural landscapes / Clemente, Matteo. - STAMPA. - (2016), pp. 145-154.
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