L’architettura di Koch, fin dai primi progetti, sebbene caratterizzata dal rigore compositivo e dall'uso del repertorio stilistico cinquecentesco, si dimostrò innovativa nell'adozione di elementi di produzione industriale (metallici e non) che, d’altra parte, con la loro ampia diffusione contribuirono a caratterizzare le costruzioni dell'epoca. In effetti, l'ambito dal quale trae spunto la presente riflessione si restringe all'analisi di alcune porzioni architettoniche aggettanti, le cui proporzioni furono influenzate e consentite dall'impiego di profilati in ferro di lavorazione industriale seriale, utilizzati con una funzione strutturale in genere occultata dal rivestimento. Tali elementi metallici consentirono una razionalizzazione delle tecnologie costruttive e realizzative, tanto da permetterne un'adozione diffusa anche sulle facciate più modeste, tipiche di un'edilizia abitativa destinata alla classe media e impiegatizia. A livello formale risulta evidente l'elaborazione di morfologie più audaci, di maggiore aggetto e volume, per cui vennero estremizzati gli equilibri proporzionali tra le parti funzionali degli elementi portati, come nel caso dei cornicioni sommitali e dei balconi, e quelle decorative delle fasce marcapiano, che furono spesso sovradimensionate rispetto ad esiti precedenti, generalmente limitati dalle possibilità della struttura muraria.
L'introduzione delle nuove tecnologie nelle tradizionali costruzioni romane di fine Ottocento / Ninarello, Liliana. - STAMPA. - (2017), pp. 146-155.
L'introduzione delle nuove tecnologie nelle tradizionali costruzioni romane di fine Ottocento
NINARELLO, LILIANA
2017
Abstract
L’architettura di Koch, fin dai primi progetti, sebbene caratterizzata dal rigore compositivo e dall'uso del repertorio stilistico cinquecentesco, si dimostrò innovativa nell'adozione di elementi di produzione industriale (metallici e non) che, d’altra parte, con la loro ampia diffusione contribuirono a caratterizzare le costruzioni dell'epoca. In effetti, l'ambito dal quale trae spunto la presente riflessione si restringe all'analisi di alcune porzioni architettoniche aggettanti, le cui proporzioni furono influenzate e consentite dall'impiego di profilati in ferro di lavorazione industriale seriale, utilizzati con una funzione strutturale in genere occultata dal rivestimento. Tali elementi metallici consentirono una razionalizzazione delle tecnologie costruttive e realizzative, tanto da permetterne un'adozione diffusa anche sulle facciate più modeste, tipiche di un'edilizia abitativa destinata alla classe media e impiegatizia. A livello formale risulta evidente l'elaborazione di morfologie più audaci, di maggiore aggetto e volume, per cui vennero estremizzati gli equilibri proporzionali tra le parti funzionali degli elementi portati, come nel caso dei cornicioni sommitali e dei balconi, e quelle decorative delle fasce marcapiano, che furono spesso sovradimensionate rispetto ad esiti precedenti, generalmente limitati dalle possibilità della struttura muraria.File | Dimensione | Formato | |
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