L'Esposizione di Colonia del 1914. Alle origini della fenomenologia del design.

The essay offers a contribution to the production of furniture and objects made for the Cologne Exposition of the Werkbund (1914). The relationship between architecture, furniture and objects, constitutes in the unique context of the twentieth century a field of significant investigation in the reconstruction of the origins of the phenomenology of design. In the first part, the essay outlines the cultural scenario as it prefigures in Europe at the beginning of the twentieth century: the optimism and hedonism of the Belle Époque, the coexistence of past styles and scientific and technological innovations, the different expressions of Art Nouveau. In Germany, the change and reorganization of the relationship between the arts and industry is characterized by a moderate tendency supported by industrialists and politicians. Deutscher Werkbund was founded in 1907, whose members included architects, artists, artisans, publicists, industrialists, publishers, traders and pedagogues.The aim of Werkbund was not really the creation of a new unitary language, but the development of a new link between artists and industry, under the sign of an organized production. Werkbund had two souls: the position of Muthesius on the Typisierung, and that devoted to safeguarding the creative freedom of the artists and the artisanal quality, claimed, among others, by Van de Velde. Die Ausstellungköln is the photograph of the coexistence of multiple trends (Jugendstil, functionalism, utopias, expressionist elements) and, for the first time, of the complex and heterogeneous phenomenon of design.The second part of the essay analyzes The Haus der Frau by Margarete Knüppelholtz-Roeser and the Glashaus by Bruno Taut, two of the most important examples of architecture and design of the Cologne Exposition. Haus der Frau, with its innovative furniture and design objects designed by women, is particularly interesting in relation to new female lifestyles, the reform of women's clothing and a consequent freer way of living spaces. The Glashaus paragraph focuses on the relationship between the visionary nature of Bruno Taut and the writings of Paul Scheerbart in Glasarchitektur. Glashaus, with its mix of glass, light and water, had the aim of stimulating the perception and emotional sensitivity of visitors; according to a vision of architecture and design that in some way prefigures multimedia projects and contemporary immersive environments, where sensoriality has a preeminent role. The work ends by affirming the need to investigate the origins of industrial types to understand how programs, shapes and typological characteristics have always been revisited, even in contemporary design. Die Ausstellungköln is just one example to understand the "fil rouge" that connects the culture of twentieth century design to the present, in the belief that typological, morphological and technological knowledge is fundamental for carrying out significant transformations.

Il saggio offre un contributo sulla produzione di arredi e oggetti realizzati in occasione dell'Esposizione di Colonia del Werkbund del 1914. La stretta relazione tra architetture e sistemi di artefatti costituisce nel singolare scenario del novecento un campo di indagine significativo nella ricostruzione delle origini della fenomenologia del design. Nella prima parte il saggio tratteggia lo scenario culturale come si prefigura in Europa agli inizi del Novecento: l’ottimismo e l’edonismo della Belle Époque, la compresenza di stili del passato e novità scientifiche e tecnologiche, le diverse declinazioni dell’Art Nouveau. In Germania, il cambiamento e la riorganizzazione del rapporto tra arti, mestieri e industria è caratterizzato da una tendenza moderata supportata da industriali e politici. Nel 1907 viene fondato il Deutscher Werkbund, i cui membri comprendevano architetti, artisti, artigiani, pubblicisti, industriali, editori, commercianti e pedagoghi. L'obiettivo del Werkbund non era propriamente la creazione di un nuovo linguaggio unitario, ma lo sviluppo di un nuovo legame tra artisti e industria, sotto il segno di una produzione organizzata. Il Werkbund aveva due anime: la posizione di Muthesius sul Typisierung, e quella destinata a salvaguardare la libertà creativa degli artisti e la qualità artigianale, rivendicata, tra gli altri, da Van de Velde. Die Ausstellungköln è la fotografia della coesistenza di molteplici tendenze (Jugendstil, funzionalismo, utopie, elementi espressionisti) e, per la prima volta, del complesso ed eterogeneo fenomeno del design. La seconda parte del saggio analizza La Haus der Frau di Margarete Knüppelholtz-Roeser e la Glashaus di Bruno Taut, tra i più importanti esempi di architettura e design dell’Esposizione di Colonia. Haus der Frau, con i suoi innovativi mobili e oggetti di design progettati dalle donne, è particolarmente interessante in relazione ai nuovi stili di vita femminili, alla riforma dell'abbigliamento femminile e ad un conseguente modo più libero di vivere gli spazi. Il paragrafo sul Glashaus si concentra sul rapporto tra la visionarietà di Bruno Taut e gli scritti di Paul Scheerbart in Glasarchitektur. Glashaus, con il suo mix di vetro, luce e acqua, aveva lo scopo di stimolare la percezione e la sensibilità emotiva dei visitatori; secondo una visione dell'architettura e del design che in qualche modo preannuncia i progetti multimediali e di ambienti immersivi contemporanei, dove la sensorialità ha un ruolo preminente. Il lavoro si conclude ricordando la necessità di indagare sulle origini dei tipi industriali per capire come programmi, forme e caratteristiche tipologiche, siano da sempre stati rivisitati, anche nel design contemporaneo. Die Ausstellungköln è solo un esempio per comprendere il fil rouge che collega la cultura del design del novecento al presente, nella convinzione che la conoscenza tipologica, morfologica e tecnologica sia fondamentale per attuare trasformazioni significative.