L’articolo affronta un passo coranico (XVIII, 85-86) caratterizzato da una doppia lezione: la fonte cui giunge il grande viaggiatore Ḏū’l-Qarnayn (il Bicorne Alessandro) presso il «luogo ove tramonta il sole», è, nelle traduzioni in lingue occidentali, in certi casi «fangosa», in altri «ribollente». Secondo un noto ḥadīth, il Corano fu rivelato a Muḥammad in varie lezioni (aḥrūf), che giustificano quindi le varianti, riconosciute come ortodosse. La differenza dei due aggettivi è dovuta alla variazione di un solo punto diacritico tra i due termini ḥami’ e ḥamiyy, tramandanti da due differenti scuole di lettori. Un’indagine del sistema di leggende connesse con questo rilevante passo coranico aiuta a definire il significato di questi caratteri della fonte: da un lato il ribollimento dovuto all’ingresso del sole calante, dall’altro la pastosa oscurità dovuta invece – come risulta da una lunga ricerca per cui si veda M. Casari, Alessandro al Paese delle Tenebre nella letteratura persiana medievale [Alexandre au Pays des Ténèbres dans la littérature persane médiévale], Thèse de Doctorat d’Etudes Iraniennes, Institut Universitaire Oriental de Naples, Italie, 2001 – alle caratteristiche climatiche della Terra della Tenebre, dove di fatto deve collocarsi la fonte. In entrambi i casi si tratta non di un generico occidente, come facilmente si potrebbe ritenere (maġrib al-šams), ma di un luogo settentrionale, sopra il circolo artico, regione misteriosa, ma nota già dall’epoca classica per le peculiarità dei suoi sorprendenti tramonti.

Tramonto settentrionale: glossa a Cor. XVIII, 85-86 / Casari, Mario. - STAMPA. - LXVIII(2005), pp. 233-243. - SERIES MINOR.

Tramonto settentrionale: glossa a Cor. XVIII, 85-86

CASARI, MARIO
2005

Abstract

L’articolo affronta un passo coranico (XVIII, 85-86) caratterizzato da una doppia lezione: la fonte cui giunge il grande viaggiatore Ḏū’l-Qarnayn (il Bicorne Alessandro) presso il «luogo ove tramonta il sole», è, nelle traduzioni in lingue occidentali, in certi casi «fangosa», in altri «ribollente». Secondo un noto ḥadīth, il Corano fu rivelato a Muḥammad in varie lezioni (aḥrūf), che giustificano quindi le varianti, riconosciute come ortodosse. La differenza dei due aggettivi è dovuta alla variazione di un solo punto diacritico tra i due termini ḥami’ e ḥamiyy, tramandanti da due differenti scuole di lettori. Un’indagine del sistema di leggende connesse con questo rilevante passo coranico aiuta a definire il significato di questi caratteri della fonte: da un lato il ribollimento dovuto all’ingresso del sole calante, dall’altro la pastosa oscurità dovuta invece – come risulta da una lunga ricerca per cui si veda M. Casari, Alessandro al Paese delle Tenebre nella letteratura persiana medievale [Alexandre au Pays des Ténèbres dans la littérature persane médiévale], Thèse de Doctorat d’Etudes Iraniennes, Institut Universitaire Oriental de Naples, Italie, 2001 – alle caratteristiche climatiche della Terra della Tenebre, dove di fatto deve collocarsi la fonte. In entrambi i casi si tratta non di un generico occidente, come facilmente si potrebbe ritenere (maġrib al-šams), ma di un luogo settentrionale, sopra il circolo artico, regione misteriosa, ma nota già dall’epoca classica per le peculiarità dei suoi sorprendenti tramonti.
2005
Studi in onore di Giovanni D’Erme
Ahruf del Corano, Letteratura araba, Alessandro il Grande, Esplorazione del Nord
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Tramonto settentrionale: glossa a Cor. XVIII, 85-86 / Casari, Mario. - STAMPA. - LXVIII(2005), pp. 233-243. - SERIES MINOR.
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