Da diversi anni è registrabile un sempre più crescente interesse nell’ambito delle integrazioni tra Information and Communication Technology e Patrimonio Culturale, da cui è conseguentemente derivata una profonda modificazione dei modi di costruzione della conoscenza sul patrimonio culturale ed anche della sua gestione, diffusione e condivisione. In questo quadro sono proposte argomentazioni e riflessioni, maturate negli ultimi anni grazie ad esperienze di ricerca e didattiche che, pur nelle specifiche finalizzazioni, hanno avuto per obiettivo comune l’individuazione di “modelli di conoscenza e di fruizione” dei beni culturali. Esperienze orientate alla definizione del ruolo dell’innovazione tecnologica nel partecipare alla costruzione di una conoscenza fruibile e godibile da un pubblico ampio, in particolare per quel segmento di patrimonio culturale che rientra in una definizione estesa di “architettura” in cui è possibile ricomprendere dai manufatti di uso quotidiano al paesaggio. Una fattispecie di Bene Culturale che trasmette i propri valori a partire dai meccanismi legati al processo della percezione visiva, perché sono beni che hanno “figura” e che hanno al loro centro l’immagine, e che possono essere compresi solo a condizione che siano ri–proposti secondo l’intenzione per cui sono stati determinati che è quella di essere interpretati a partire dai processi legati agli stimoli sensoriali della percezione visiva. In tale tipi di Beni, infatti, i caratteri che concorrono a riconoscerli quali “testimonianze aventi valore di civiltà” sono innanzitutto quelli visivi; da ciò discende la necessità che siano fruiti coerentemente alla loro specificità segnica, dunque attraverso forme e contesti comunicativi pertinenti. Il linguaggio specifico con cui comunicare questa tipologia di Beni non può perciò che essere visuale; un linguaggio capace di incoraggiare modalità di esplorazione basate su criteri percettivi e facilitare osservazioni a partire dall’interazione del fruitore con lo spazio del Bene Culturale.
Nuove visualità, tra rappresentazione e comunicazione, per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale / Ippoliti, Elena. - STAMPA. - (2016), pp. 223-242.
Nuove visualità, tra rappresentazione e comunicazione, per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale
IPPOLITI, ELENA
2016
Abstract
Da diversi anni è registrabile un sempre più crescente interesse nell’ambito delle integrazioni tra Information and Communication Technology e Patrimonio Culturale, da cui è conseguentemente derivata una profonda modificazione dei modi di costruzione della conoscenza sul patrimonio culturale ed anche della sua gestione, diffusione e condivisione. In questo quadro sono proposte argomentazioni e riflessioni, maturate negli ultimi anni grazie ad esperienze di ricerca e didattiche che, pur nelle specifiche finalizzazioni, hanno avuto per obiettivo comune l’individuazione di “modelli di conoscenza e di fruizione” dei beni culturali. Esperienze orientate alla definizione del ruolo dell’innovazione tecnologica nel partecipare alla costruzione di una conoscenza fruibile e godibile da un pubblico ampio, in particolare per quel segmento di patrimonio culturale che rientra in una definizione estesa di “architettura” in cui è possibile ricomprendere dai manufatti di uso quotidiano al paesaggio. Una fattispecie di Bene Culturale che trasmette i propri valori a partire dai meccanismi legati al processo della percezione visiva, perché sono beni che hanno “figura” e che hanno al loro centro l’immagine, e che possono essere compresi solo a condizione che siano ri–proposti secondo l’intenzione per cui sono stati determinati che è quella di essere interpretati a partire dai processi legati agli stimoli sensoriali della percezione visiva. In tale tipi di Beni, infatti, i caratteri che concorrono a riconoscerli quali “testimonianze aventi valore di civiltà” sono innanzitutto quelli visivi; da ciò discende la necessità che siano fruiti coerentemente alla loro specificità segnica, dunque attraverso forme e contesti comunicativi pertinenti. Il linguaggio specifico con cui comunicare questa tipologia di Beni non può perciò che essere visuale; un linguaggio capace di incoraggiare modalità di esplorazione basate su criteri percettivi e facilitare osservazioni a partire dall’interazione del fruitore con lo spazio del Bene Culturale.File | Dimensione | Formato | |
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