Velo, velare, velarsi, ma anche svelare, svelarsi. Il velo quale oggetto che copre o nasconde è spesso di grande interesse agli occhi di un semiologo come di un antropologo o di uno storico dell’arte o delle religioni, di un sociologo o di un giurista che si addentra tra le pieghe delle pratiche e delle rappresentazioni, delle storie pubbliche e private, dunque tra i sistemi normativi e i campi semantici nei quali un oggetto apparentemente innocuo come il velo agisce come un’arma, trasmette un messaggio, esercita una forma di controllo, ma anche di resistenza o di ostensione. Velo si dice in molti modi, recita uno dei saggi qui presentati, ma il velo è anche molte cose: un copricapo, una veste, un accessorio, un oggetto di protezione. È un segno che non si limita a indicare. Il velo produce un’azione, appunto copre, nasconde, lascia intravedere, distingue, esibisce. Il velo talvolta è gender-oriented, ha una valenza religiosa, una funzione normativa, un significato identitario. La sua rimozione può dunque diventare un gesto di rottura, di ribellione, un affronto, uno smascheramento che getta luce e sguardi su quanto il velo intendeva tenere al riparo, in segreto, in disparte. Per tutte queste ragioni, il velo è innanzitutto un oggetto di studio che attraversa la storia e le storie. Riflettendo su tutti questi aspetti, gli articoli di questo volume ripartono dalle possibili metodologie dello studio del velo nei sistemi religiosi. Porre l’accento sul tema del velo nelle pratiche religiose e nelle corrispondenti retoriche costitutive delle culture sviluppatesi intorno a due grandi mari —il Mediterraneo e l’Oceano indiano— si rivela un utile strumento di analisi delle dinamiche socio-culturali che, tanto nell’antichità quanto nella contemporaneità, si attivano intorno all’uso del velo, contribuendo alla nascita di una “questione del velo” posta in termini di accettazione o non accettazione di un indumento dal forte portato ideologico e dalla elevata pregnanza semantica.
Introduzione / Ferrara, Marianna; Viscardi, GIUSEPPINA PAOLA. - STAMPA. - (2017), pp. 11-23.
Introduzione
FERRARA, MARIANNA
;
2017
Abstract
Velo, velare, velarsi, ma anche svelare, svelarsi. Il velo quale oggetto che copre o nasconde è spesso di grande interesse agli occhi di un semiologo come di un antropologo o di uno storico dell’arte o delle religioni, di un sociologo o di un giurista che si addentra tra le pieghe delle pratiche e delle rappresentazioni, delle storie pubbliche e private, dunque tra i sistemi normativi e i campi semantici nei quali un oggetto apparentemente innocuo come il velo agisce come un’arma, trasmette un messaggio, esercita una forma di controllo, ma anche di resistenza o di ostensione. Velo si dice in molti modi, recita uno dei saggi qui presentati, ma il velo è anche molte cose: un copricapo, una veste, un accessorio, un oggetto di protezione. È un segno che non si limita a indicare. Il velo produce un’azione, appunto copre, nasconde, lascia intravedere, distingue, esibisce. Il velo talvolta è gender-oriented, ha una valenza religiosa, una funzione normativa, un significato identitario. La sua rimozione può dunque diventare un gesto di rottura, di ribellione, un affronto, uno smascheramento che getta luce e sguardi su quanto il velo intendeva tenere al riparo, in segreto, in disparte. Per tutte queste ragioni, il velo è innanzitutto un oggetto di studio che attraversa la storia e le storie. Riflettendo su tutti questi aspetti, gli articoli di questo volume ripartono dalle possibili metodologie dello studio del velo nei sistemi religiosi. Porre l’accento sul tema del velo nelle pratiche religiose e nelle corrispondenti retoriche costitutive delle culture sviluppatesi intorno a due grandi mari —il Mediterraneo e l’Oceano indiano— si rivela un utile strumento di analisi delle dinamiche socio-culturali che, tanto nell’antichità quanto nella contemporaneità, si attivano intorno all’uso del velo, contribuendo alla nascita di una “questione del velo” posta in termini di accettazione o non accettazione di un indumento dal forte portato ideologico e dalla elevata pregnanza semantica.File | Dimensione | Formato | |
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