Come a più riprese segnalano gli organi di stampa, dalla sanità alla previdenza, alla stessa amministrazione pubblica, il welfare diviene l’epicentro di comportamenti corruttivi. Questi ultimi espandono i loro tentacoli dentro il sistema economico (l’evasione fiscale n’è un esempio), ma soprattutto entrano prepotentemente nel sistema culturale. Quali sono i riflessi e la percezione che hanno i giovani di un simile “edificante” scenario? Le due principali agenzie di socializzazione la famiglia e la scuola, assediate dai nuovi mezzi di comunicazione, sono in grado di fornire quadri di riferimento come antidoti alla corruzione dilagante? I rischi maggiori li corrono in particolare le famiglie con meno risorse economiche e culturali e le scuole con ordini di studi socialmente meno valorizzati. Il saggio restituisce i risultati di una ricerca, svolta contemporaneamente in due capoluoghi, Roma e Cagliari, su un campione ragionato di 700 studenti che frequentano l’ultimo anno di licei e istituti tecnici e professionali collocati in zone centrali e periferiche, tramite un ampio questionario semi-strutturato che approfondisce condizioni familiari e scolastiche, attività extra scolastiche e orientamenti valoriali degli intervistati, oltre ad atteggiamenti e comportamenti sulla legalità. L’ipotesi che si è voluta verificare è se famiglie difficili e scuole poco accoglienti abbiano effetti negativi su atteggiamenti e comportamenti relativi alla legalità e provochino una percezione distorta di un valore così cruciale per la nostra società, quindi capire se comportamenti illegali siano il mezzo coattivo per sopravvivere di fronte alla crisi oppure sia una mancanza di educazione anche dove le famiglie non risultano essere “difficili” (alto reddito, clima sereno) Il saggio in particolare ha voluto approfondire il ruolo giocato dalla scuola nella percezione della legalità a parità di condizioni familiari. Più specificamente si sono messi a confronto gli studenti che vivono condizioni familiari difficili con quelli che hanno rapporti familiari più sereni per capire se i primi si affidano di più alla scuola (in particolare agli insegnanti) per risolvere problemi. Si è cercato di capire anche se e quanto una famiglia difficile spinga verso il disprezzo della legalità, specie se non è compensata dalla fiducia negli insegnanti. Per quanto riguarda le scuole quelle poco accoglienti, sono state definite soprattutto in base alla percezione che studentesse e studenti hanno rispetto all’illegalità e alle prepotenze che vengono compiute all’interno dell’istituto; a cui fa da contraltare o meno la fiducia nei confronti degli insegnanti. Ci si soffermerà infine sulle domande relative a opinioni e comportamenti di disprezzo della legalità. Come si pongono il problema del rispetto della legge e della possibile contraddizione tra legalità e giustizia, tra la legge e il proprio interesse? Quali comportamenti illegali ritengono giustificabili e ammettono di aver praticato? L’indagine ha fatto emergere che la legalità è un concetto a più facce, che richiama a vissuti diversi, influenzato dal genere, dalla famiglia d’origine e dal tipo di scuola che si frequenta oltre che da diversi orientamenti politici e religiosi. La concezione della legalità e la percezione dell’illegalità diffusa tra gli adulti a sua volta influenza tollerabilità e pratica di comportamenti illegali e reazioni di fronte a situazioni di violenza o illegalità. Si è pervenuti alla costruzione di tipologie di soggetti “a rischio” in relazione al maggiore o minore coinvolgimento in comportamenti illegali delegittimanti la “cultura civica” al fine di sottoporre ai decisori istituzionali modalità per incentivare comportamenti di tipo solidaristico e rendere più difficile comportamenti di tipo individualistico-deregolativo.

La legalità in gioco. I giovani davanti all'illegalità degli adulti / Rossotti, Ludovica; Cavarra, Roberto. - STAMPA. - 1:(2017), pp. 5-157.

La legalità in gioco. I giovani davanti all'illegalità degli adulti

ROSSOTTI, LUDOVICA;CAVARRA, Roberto
2017

Abstract

Come a più riprese segnalano gli organi di stampa, dalla sanità alla previdenza, alla stessa amministrazione pubblica, il welfare diviene l’epicentro di comportamenti corruttivi. Questi ultimi espandono i loro tentacoli dentro il sistema economico (l’evasione fiscale n’è un esempio), ma soprattutto entrano prepotentemente nel sistema culturale. Quali sono i riflessi e la percezione che hanno i giovani di un simile “edificante” scenario? Le due principali agenzie di socializzazione la famiglia e la scuola, assediate dai nuovi mezzi di comunicazione, sono in grado di fornire quadri di riferimento come antidoti alla corruzione dilagante? I rischi maggiori li corrono in particolare le famiglie con meno risorse economiche e culturali e le scuole con ordini di studi socialmente meno valorizzati. Il saggio restituisce i risultati di una ricerca, svolta contemporaneamente in due capoluoghi, Roma e Cagliari, su un campione ragionato di 700 studenti che frequentano l’ultimo anno di licei e istituti tecnici e professionali collocati in zone centrali e periferiche, tramite un ampio questionario semi-strutturato che approfondisce condizioni familiari e scolastiche, attività extra scolastiche e orientamenti valoriali degli intervistati, oltre ad atteggiamenti e comportamenti sulla legalità. L’ipotesi che si è voluta verificare è se famiglie difficili e scuole poco accoglienti abbiano effetti negativi su atteggiamenti e comportamenti relativi alla legalità e provochino una percezione distorta di un valore così cruciale per la nostra società, quindi capire se comportamenti illegali siano il mezzo coattivo per sopravvivere di fronte alla crisi oppure sia una mancanza di educazione anche dove le famiglie non risultano essere “difficili” (alto reddito, clima sereno) Il saggio in particolare ha voluto approfondire il ruolo giocato dalla scuola nella percezione della legalità a parità di condizioni familiari. Più specificamente si sono messi a confronto gli studenti che vivono condizioni familiari difficili con quelli che hanno rapporti familiari più sereni per capire se i primi si affidano di più alla scuola (in particolare agli insegnanti) per risolvere problemi. Si è cercato di capire anche se e quanto una famiglia difficile spinga verso il disprezzo della legalità, specie se non è compensata dalla fiducia negli insegnanti. Per quanto riguarda le scuole quelle poco accoglienti, sono state definite soprattutto in base alla percezione che studentesse e studenti hanno rispetto all’illegalità e alle prepotenze che vengono compiute all’interno dell’istituto; a cui fa da contraltare o meno la fiducia nei confronti degli insegnanti. Ci si soffermerà infine sulle domande relative a opinioni e comportamenti di disprezzo della legalità. Come si pongono il problema del rispetto della legge e della possibile contraddizione tra legalità e giustizia, tra la legge e il proprio interesse? Quali comportamenti illegali ritengono giustificabili e ammettono di aver praticato? L’indagine ha fatto emergere che la legalità è un concetto a più facce, che richiama a vissuti diversi, influenzato dal genere, dalla famiglia d’origine e dal tipo di scuola che si frequenta oltre che da diversi orientamenti politici e religiosi. La concezione della legalità e la percezione dell’illegalità diffusa tra gli adulti a sua volta influenza tollerabilità e pratica di comportamenti illegali e reazioni di fronte a situazioni di violenza o illegalità. Si è pervenuti alla costruzione di tipologie di soggetti “a rischio” in relazione al maggiore o minore coinvolgimento in comportamenti illegali delegittimanti la “cultura civica” al fine di sottoporre ai decisori istituzionali modalità per incentivare comportamenti di tipo solidaristico e rendere più difficile comportamenti di tipo individualistico-deregolativo.
2017
978-88-917-5349-6
Legalità, illegalità, giovani, scuola, famiglia
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
La legalità in gioco. I giovani davanti all'illegalità degli adulti / Rossotti, Ludovica; Cavarra, Roberto. - STAMPA. - 1:(2017), pp. 5-157.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/952955
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