Roland Barthes insists on the undisputed cinematographic reduction of language and on the fact that the sign doubles in signifier and meaning. The "ontological realism" and the "demand for truth", theorized by André Bazin, co-founder of "Cahiers du Cinéma", melt in the face of the claim, demanded by Barthes, to rid themselves of the " analogical damnation". The relationship between word and image is conditioned by the traditional conception of art that presupposes the nature as “analogical” point of reference: ut natura poesis. But the real problem from antiquity to our day has always been to determine, whether, in this representation, is more important the represented "object" or the way of representing it. The different accentuation of "what" or "how" has accompanied - with different formulations and labels - the entire history of Western culture. However, the "referent" of artistic representation has almost always been considered nature (or reality). The relationship between word and image has also been conditioned by a reciprocal "description": an image such as narrative and "dramatization" of a story (often of a mythical narrative), a tale as a "description" of an image. In Goethe both the cultural model and the artistic production have a strong "visual" component. The transposition of Italian images into the context of German culture becomes the actualization of literary motifs coming from the antiquity. What Goethe finds on his journey to Italy is a "dispositif" of nature's poetics, that is, his internal organization. This dispositif also includes a "bodily", physical, material, and technical component. The "dispositio" of poetic material finds in Italy its device in visuality. Several times Goethe speaks in Sicily of "pictorial eye". Visuality, which first allows an experience of nature and then its representation becomes a means and then a construction able to produce art according to “form”.

Roland Barthes insiste sulla non scontata riducibilità del cinema al linguaggio e sul fatto che il segno si sdoppia in significante e significato. Il “realismo ontologico” e la “richiesta di verità”, teorizzate da André Bazin, co-fondatore dei “Cahiers du Cinéma”, si stemperano di fronte all’esigenza, professata da Barthes, di liberarsi della “maledizione analogica”. Il rapporto tra parola e immagine è condizionato dalla tradizionale concezione dell’arte che presuppone come punto di riferimento la natura: ut natura poesis. L’arte deve rappresentare la natura. Ma il vero problema, dall’antichità ai giorni nostri, è sempre stato quello di stabilire se sia più importante in questa rappresentazione l’“oggetto” rappresentato o il modo di rappresentarlo. La diversa accentuazione del “cosa” o del “come” ha accompagnato – con diverse formulazioni e diverse etichette – l’intera storia dell’arte della cultura occidentale. Tuttavia il “referente” della rappresentazione artistica è stato quasi sempre considerato la natura (o la realtà). Anche il rapporto tra parola e immagine è stato condizionato da una reciproca “descrizione”: immagine come narrazione e “drammatizzazione” di una storia (spesso di una narrazione mitica), racconto come “descrizione” di un’immagine. In Goethe sia il modello culturale che la produzione artistica hanno una forte componente “visuale”. La trasposizione delle immagini italiane nel contesto della cultura tedesca diventa l’attualizzazione dei motivi letterari che provengono dall’antico. Ciò che Goethe trova nel suo viaggio in Italia è un “dispositivo” della poetica della natura, ossia la sua organizzazione interna. La “dispositio” del materiale poetico trova in Italia il suo dispositivo nella visualità. Più volte Goethe parla in Sicilia di “occhio pittorico”. La visualità, che consente dapprima un’esperienza della natura e poi una sua rappresentazione, diventa un mezzo e poi una costruzione in grado di produrre arte “secondo forme”. Questo dispositivo comprende anche una componente “corporea”, fisica, materiale, tecnica.

La maledizione analogica e l’occhio pittorico. Goethe: arte e natura / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2017), pp. 85-104.

La maledizione analogica e l’occhio pittorico. Goethe: arte e natura

PONZI, Mauro
2017

Abstract

Roland Barthes insists on the undisputed cinematographic reduction of language and on the fact that the sign doubles in signifier and meaning. The "ontological realism" and the "demand for truth", theorized by André Bazin, co-founder of "Cahiers du Cinéma", melt in the face of the claim, demanded by Barthes, to rid themselves of the " analogical damnation". The relationship between word and image is conditioned by the traditional conception of art that presupposes the nature as “analogical” point of reference: ut natura poesis. But the real problem from antiquity to our day has always been to determine, whether, in this representation, is more important the represented "object" or the way of representing it. The different accentuation of "what" or "how" has accompanied - with different formulations and labels - the entire history of Western culture. However, the "referent" of artistic representation has almost always been considered nature (or reality). The relationship between word and image has also been conditioned by a reciprocal "description": an image such as narrative and "dramatization" of a story (often of a mythical narrative), a tale as a "description" of an image. In Goethe both the cultural model and the artistic production have a strong "visual" component. The transposition of Italian images into the context of German culture becomes the actualization of literary motifs coming from the antiquity. What Goethe finds on his journey to Italy is a "dispositif" of nature's poetics, that is, his internal organization. This dispositif also includes a "bodily", physical, material, and technical component. The "dispositio" of poetic material finds in Italy its device in visuality. Several times Goethe speaks in Sicily of "pictorial eye". Visuality, which first allows an experience of nature and then its representation becomes a means and then a construction able to produce art according to “form”.
2017
Visualità e scrittura
978-88-99581-39-8
Roland Barthes insiste sulla non scontata riducibilità del cinema al linguaggio e sul fatto che il segno si sdoppia in significante e significato. Il “realismo ontologico” e la “richiesta di verità”, teorizzate da André Bazin, co-fondatore dei “Cahiers du Cinéma”, si stemperano di fronte all’esigenza, professata da Barthes, di liberarsi della “maledizione analogica”. Il rapporto tra parola e immagine è condizionato dalla tradizionale concezione dell’arte che presuppone come punto di riferimento la natura: ut natura poesis. L’arte deve rappresentare la natura. Ma il vero problema, dall’antichità ai giorni nostri, è sempre stato quello di stabilire se sia più importante in questa rappresentazione l’“oggetto” rappresentato o il modo di rappresentarlo. La diversa accentuazione del “cosa” o del “come” ha accompagnato – con diverse formulazioni e diverse etichette – l’intera storia dell’arte della cultura occidentale. Tuttavia il “referente” della rappresentazione artistica è stato quasi sempre considerato la natura (o la realtà). Anche il rapporto tra parola e immagine è stato condizionato da una reciproca “descrizione”: immagine come narrazione e “drammatizzazione” di una storia (spesso di una narrazione mitica), racconto come “descrizione” di un’immagine. In Goethe sia il modello culturale che la produzione artistica hanno una forte componente “visuale”. La trasposizione delle immagini italiane nel contesto della cultura tedesca diventa l’attualizzazione dei motivi letterari che provengono dall’antico. Ciò che Goethe trova nel suo viaggio in Italia è un “dispositivo” della poetica della natura, ossia la sua organizzazione interna. La “dispositio” del materiale poetico trova in Italia il suo dispositivo nella visualità. Più volte Goethe parla in Sicilia di “occhio pittorico”. La visualità, che consente dapprima un’esperienza della natura e poi una sua rappresentazione, diventa un mezzo e poi una costruzione in grado di produrre arte “secondo forme”. Questo dispositivo comprende anche una componente “corporea”, fisica, materiale, tecnica.
arte e natura; visualità; Goethe; viaggio in Italia; dispositivo poetico
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La maledizione analogica e l’occhio pittorico. Goethe: arte e natura / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2017), pp. 85-104.
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