Il vero mortale pericolo per l’Europa è che l’IS si configura come uno Stato, il contemporaneo ricostruendo Califfato, che si legittima da una guerra di espansione e conquista territoriale, prima ancora che dalla costruzione organizzativa e del consenso interno. Alla geopolitica delle fonti energetiche, si unisce l’altra gravissima complicazione indotta dalla «presenza territoriale» dell’IS: la fuga in massa dalla Siria (e avverrà anche da altri Stati e da altre regioni, tanto più si espande il Califfato), e quindi l’ulteriore aggravio dei movimenti migratori verso l’Europa, non più costituiti solo da «migranti per ragioni economiche e/o ecologiche. È dunque una questione squisitamente di geopolitica, perché gli attori coinvolti dovrebbero muovere le loro azioni in ragione dello «spazio vitale», avrebbe detto Karl Haushofer: che per l’Europa significa principalmente idrocarburi, controllo della sicurezza del mediterraneo e delle frontiere meridionali del continente, ordine sociale; che per l’IS significa fonte pressoché primaria di finanziamento, per uno Stato che non può ancora contare su un sistema d’entrate fiscale né può accontentarsi di rapina, ricatti rapimenti e riscatti, infine «donazioni», per costruire un apparato e un’organizzazione statale secondo le ambizioni annunciate dai leader.
L’Europa di fronte alla sfida del Califfato / Romagnoli, Luca. - STAMPA. - 2(2016), pp. 1165-1172.
L’Europa di fronte alla sfida del Califfato
ROMAGNOLI, Luca
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2016
Abstract
Il vero mortale pericolo per l’Europa è che l’IS si configura come uno Stato, il contemporaneo ricostruendo Califfato, che si legittima da una guerra di espansione e conquista territoriale, prima ancora che dalla costruzione organizzativa e del consenso interno. Alla geopolitica delle fonti energetiche, si unisce l’altra gravissima complicazione indotta dalla «presenza territoriale» dell’IS: la fuga in massa dalla Siria (e avverrà anche da altri Stati e da altre regioni, tanto più si espande il Califfato), e quindi l’ulteriore aggravio dei movimenti migratori verso l’Europa, non più costituiti solo da «migranti per ragioni economiche e/o ecologiche. È dunque una questione squisitamente di geopolitica, perché gli attori coinvolti dovrebbero muovere le loro azioni in ragione dello «spazio vitale», avrebbe detto Karl Haushofer: che per l’Europa significa principalmente idrocarburi, controllo della sicurezza del mediterraneo e delle frontiere meridionali del continente, ordine sociale; che per l’IS significa fonte pressoché primaria di finanziamento, per uno Stato che non può ancora contare su un sistema d’entrate fiscale né può accontentarsi di rapina, ricatti rapimenti e riscatti, infine «donazioni», per costruire un apparato e un’organizzazione statale secondo le ambizioni annunciate dai leader.File | Dimensione | Formato | |
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