.As the research presented in this book shows, in Italian universities the dominant form of learning is individual and students are judged for what they do for themselves. The main part of the activity is constructed on individual work: home study and individual interventions in the classroom. Many activities outside the university are, generally, shared socially; in the same way, work always takes place within social systems, and the ability of each person depends very much on what others are doing. At university, the greatest merit is directed at activities of “pure thought”. Therefore, a broad range of data leads one to think that what people do at the university is difficult to transfer to external practical contexts. What do these differences suggest about the relationship between universities and competence in work and daily life? At least two considerations: on one hand, the need to discuss possible strategies for containing and reducing what many studies define as “the encapsulation of scholastic learning,” i.e., the problem of forming “academically” excellent students that, however, are unable to transfer what they have learned at the university into daily practice. On the other, the opportunity to appreciate practice as a combination of knowledge and actions and to pose the problem of learning the knowledge contained in actions. In the first case we are faced with a problem of transforming university teaching. In the second, that of supporting and designing curricula or settings in which students can “learn from experience” or “learn by doing”.

Come mostra la ricerca presentata in questo libro, nelle università italiane la forma di apprendimento dominante è individuale e gli studenti sono giudicati per le loro prestazioni individuali. La parte principale dell'attività è costruita sul lavoro individuale: studio a casa e interventi individuali in classe. Molte attività al di fuori dell'università sono, generalmente, condivise socialmente; allo stesso modo, il lavoro si svolge sempre all'interno dei sistemi sociali e la capacità di ogni persona dipende molto da ciò che fanno gli altri. All'università, viene valorizzato soprattutto il "pensiero puro". Pertanto, un'ampia gamma di dati porta a pensare che ciò che le persone fanno all'università sia difficile da trasferire in contesti pratici esterni. Cosa suggeriscono queste differenze riguardo al rapporto tra università e competenza nel lavoro e nella vita quotidiana? Almeno due considerazioni: da un lato, la necessità di discutere possibili strategie per contenere e ridurre ciò che molti studi definiscono "l'incapsulamento dell'apprendimento scolastico", ovvero il problema di formare studenti eccellenti "accademicamente" che, tuttavia, non sono in grado di trasferire quello che hanno imparato all'università nella pratica quotidiana. Dall'altro, l'opportunità di apprezzare la pratica come una combinazione di conoscenza e azioni e di porre il problema dell'apprendimento delle conoscenze contenute nelle azioni. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un problema di trasformazione dell'insegnamento universitario. Nel secondo, quello di supportare e progettare programmi o contesti in cui gli studenti possono "imparare dall'esperienza" o "imparare facendo".

Supporting situated learning in higher education internships / Barbieri, Barbara; Bonometti, S.; Melacarne, C.; Szpunar, Giordana. - STAMPA. - (2017), pp. 123-160.

Supporting situated learning in higher education internships

BARBIERI, BARBARA
;
SZPUNAR, Giordana
2017

Abstract

.As the research presented in this book shows, in Italian universities the dominant form of learning is individual and students are judged for what they do for themselves. The main part of the activity is constructed on individual work: home study and individual interventions in the classroom. Many activities outside the university are, generally, shared socially; in the same way, work always takes place within social systems, and the ability of each person depends very much on what others are doing. At university, the greatest merit is directed at activities of “pure thought”. Therefore, a broad range of data leads one to think that what people do at the university is difficult to transfer to external practical contexts. What do these differences suggest about the relationship between universities and competence in work and daily life? At least two considerations: on one hand, the need to discuss possible strategies for containing and reducing what many studies define as “the encapsulation of scholastic learning,” i.e., the problem of forming “academically” excellent students that, however, are unable to transfer what they have learned at the university into daily practice. On the other, the opportunity to appreciate practice as a combination of knowledge and actions and to pose the problem of learning the knowledge contained in actions. In the first case we are faced with a problem of transforming university teaching. In the second, that of supporting and designing curricula or settings in which students can “learn from experience” or “learn by doing”.
2017
Teaching and learning for employability. New strategies in higher education
9788891903372
Come mostra la ricerca presentata in questo libro, nelle università italiane la forma di apprendimento dominante è individuale e gli studenti sono giudicati per le loro prestazioni individuali. La parte principale dell'attività è costruita sul lavoro individuale: studio a casa e interventi individuali in classe. Molte attività al di fuori dell'università sono, generalmente, condivise socialmente; allo stesso modo, il lavoro si svolge sempre all'interno dei sistemi sociali e la capacità di ogni persona dipende molto da ciò che fanno gli altri. All'università, viene valorizzato soprattutto il "pensiero puro". Pertanto, un'ampia gamma di dati porta a pensare che ciò che le persone fanno all'università sia difficile da trasferire in contesti pratici esterni. Cosa suggeriscono queste differenze riguardo al rapporto tra università e competenza nel lavoro e nella vita quotidiana? Almeno due considerazioni: da un lato, la necessità di discutere possibili strategie per contenere e ridurre ciò che molti studi definiscono "l'incapsulamento dell'apprendimento scolastico", ovvero il problema di formare studenti eccellenti "accademicamente" che, tuttavia, non sono in grado di trasferire quello che hanno imparato all'università nella pratica quotidiana. Dall'altro, l'opportunità di apprezzare la pratica come una combinazione di conoscenza e azioni e di porre il problema dell'apprendimento delle conoscenze contenute nelle azioni. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un problema di trasformazione dell'insegnamento universitario. Nel secondo, quello di supportare e progettare programmi o contesti in cui gli studenti possono "imparare dall'esperienza" o "imparare facendo".
.learn by doing, situated learning, university internship
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Supporting situated learning in higher education internships / Barbieri, Barbara; Bonometti, S.; Melacarne, C.; Szpunar, Giordana. - STAMPA. - (2017), pp. 123-160.
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