We will try to reconstruct which are today the words today about feminicide and which are the most radical linguistic stereotypes. The analysis move from the privileged media observatory (TV, radio, web) that are the source of production and at the same time spread a certain language and its cultural implications. The challenge of “cambiare racconto”, elaborated in the concrete proposals of some journalists who have assumed the responsibility of information in dealing with this issue, to change for new generations this lexical code, is the role of scientific research and university. I started a project involving students, with their thesis. The first phase is the descriptive description of the feminicide lexicon in journalistic language, the various communicative mechanisms that determine linguistic choices, semantic aspects that reflect different perspectives in reception (reading, listening, etc.) or in writing practice . The project includes a survey of some newspapers and television broadcasts that deal with this topic, but will also be expandable to other kinds of writing (and literature) or to other television genres (fiction, news, etc.). This contribution will show the project, the analysis and data obtained.

Da tempo ha attratto la mia attenzione, non solo di studiosa, l’uso della lingua nei programmi e negli articoli che parlano di violenza di genere: come viene descritta la donna “vittima”, come l’uomo “colpevole”, quali aggettivi qualificano l’omicidio e se questo sia sempre definito in forma neutra o la gamma sinonimica si apra – e quanto e come – a termini riduttivi o enfatici o “di parte” (cioè spiccatamente connotati ideologicamente o politicamente), oppure a termini desunti da àmbiti settoriali specifici (medico, giuridico, letterario-poliziesco). Ed ancora: quali le parole più frequenti per descrivere la scena del crimine; e per la sfera degli affetti, quale lessico e variazioni (anche di registro) nel riportare la gamma dei sentimenti che ruotano intorno a queste storie. Dal convincimento profondo che la lingua sia uno degli strumenti necessari ed efficaci per contrastare un’immagine disuguale e quindi violenta dei due generi, maschile e femminile, e dalla consapevolezza del legame tra parole e visione del mondo, della vita e dell’essere umano, prende spunto questa ricerca. Attraverso l’osservatorio privilegiato dei media (tv, radio, web) che costituiscono la fonte di produzione e al tempo stesso di diffusione di un determinato linguaggio e delle sue implicazioni culturali, si cercherà di ricostruire con quali parole oggi si parli di femminicidio e quali siano gli stereotipi linguistici più radicati. La sfida di cambiare racconto, elaborata nelle concrete proposte anche linguistiche di alcuni giornalisti che si sono assunti la responsabilità dell’informazione nel trattare questo tema, può essere accolta anche da chi non può sottrarsi dal compito di adottare e far circolare nelle generazioni in formazione un codice lessicale diverso, attraverso il quale il racconto possa cambiare sul serio. Questo il ruolo della ricerca scientifica e dell’università. Ho quindi avviato un progetto che coinvolge in prima persona anche gli studenti, con l’assegnazione di tesi di laurea. La prima fase è quella descrittiva del lessico del femminicidio nel linguaggio giornalistico, i diversi meccanismi comunicativi che determinano le scelte linguistiche, gli aspetti semantici che riflettono differenti prospettive e influenzano nella ricezione passiva (lettura, ascolto, ecc.) o nella prassi attiva di scrittura. Il progetto prevede un sondaggio di alcune testate giornalistiche e di trasmissioni televisive che più o meno specificamente si occupano del tema ma sarà ampliabile anche ad altri generi di scrittura (e di letteratura) o ad altri generi televisivi (fiction, telegiornali, ecc.). In questo contributo si darà conto del progetto, della griglia di analisi elaborata e si commenteranno i primi dati ricavati.

Sul lessico del femminicidio. Quale lingua per la violenza di genere? / Cantoni, Paola. - STAMPA. - (2016), pp. 41-54.

Sul lessico del femminicidio. Quale lingua per la violenza di genere?

CANTONI, Paola
2016

Abstract

We will try to reconstruct which are today the words today about feminicide and which are the most radical linguistic stereotypes. The analysis move from the privileged media observatory (TV, radio, web) that are the source of production and at the same time spread a certain language and its cultural implications. The challenge of “cambiare racconto”, elaborated in the concrete proposals of some journalists who have assumed the responsibility of information in dealing with this issue, to change for new generations this lexical code, is the role of scientific research and university. I started a project involving students, with their thesis. The first phase is the descriptive description of the feminicide lexicon in journalistic language, the various communicative mechanisms that determine linguistic choices, semantic aspects that reflect different perspectives in reception (reading, listening, etc.) or in writing practice . The project includes a survey of some newspapers and television broadcasts that deal with this topic, but will also be expandable to other kinds of writing (and literature) or to other television genres (fiction, news, etc.). This contribution will show the project, the analysis and data obtained.
2016
Le parole della parità
9788899742119
Da tempo ha attratto la mia attenzione, non solo di studiosa, l’uso della lingua nei programmi e negli articoli che parlano di violenza di genere: come viene descritta la donna “vittima”, come l’uomo “colpevole”, quali aggettivi qualificano l’omicidio e se questo sia sempre definito in forma neutra o la gamma sinonimica si apra – e quanto e come – a termini riduttivi o enfatici o “di parte” (cioè spiccatamente connotati ideologicamente o politicamente), oppure a termini desunti da àmbiti settoriali specifici (medico, giuridico, letterario-poliziesco). Ed ancora: quali le parole più frequenti per descrivere la scena del crimine; e per la sfera degli affetti, quale lessico e variazioni (anche di registro) nel riportare la gamma dei sentimenti che ruotano intorno a queste storie. Dal convincimento profondo che la lingua sia uno degli strumenti necessari ed efficaci per contrastare un’immagine disuguale e quindi violenta dei due generi, maschile e femminile, e dalla consapevolezza del legame tra parole e visione del mondo, della vita e dell’essere umano, prende spunto questa ricerca. Attraverso l’osservatorio privilegiato dei media (tv, radio, web) che costituiscono la fonte di produzione e al tempo stesso di diffusione di un determinato linguaggio e delle sue implicazioni culturali, si cercherà di ricostruire con quali parole oggi si parli di femminicidio e quali siano gli stereotipi linguistici più radicati. La sfida di cambiare racconto, elaborata nelle concrete proposte anche linguistiche di alcuni giornalisti che si sono assunti la responsabilità dell’informazione nel trattare questo tema, può essere accolta anche da chi non può sottrarsi dal compito di adottare e far circolare nelle generazioni in formazione un codice lessicale diverso, attraverso il quale il racconto possa cambiare sul serio. Questo il ruolo della ricerca scientifica e dell’università. Ho quindi avviato un progetto che coinvolge in prima persona anche gli studenti, con l’assegnazione di tesi di laurea. La prima fase è quella descrittiva del lessico del femminicidio nel linguaggio giornalistico, i diversi meccanismi comunicativi che determinano le scelte linguistiche, gli aspetti semantici che riflettono differenti prospettive e influenzano nella ricezione passiva (lettura, ascolto, ecc.) o nella prassi attiva di scrittura. Il progetto prevede un sondaggio di alcune testate giornalistiche e di trasmissioni televisive che più o meno specificamente si occupano del tema ma sarà ampliabile anche ad altri generi di scrittura (e di letteratura) o ad altri generi televisivi (fiction, telegiornali, ecc.). In questo contributo si darà conto del progetto, della griglia di analisi elaborata e si commenteranno i primi dati ricavati.
femminicidio; lessico; semantica; linguaggio di genere
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Sul lessico del femminicidio. Quale lingua per la violenza di genere? / Cantoni, Paola. - STAMPA. - (2016), pp. 41-54.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/947663
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