This essay examines selected works of three contemporary, international Korean artists –Atta Kim, Kimsooja and Lisa Park- which are deeply rooted in concepts and ideas derived from the classical tradition of East Asian and Korean philosophical thought. The works are centred on the idea of void and emptiness, explored and rendered through different media: visually, in Atta Kim‟s photographs of the series On-Air; spatially, with Kimsooja‟s installation at the Korean pavilion at the Venice Biennale; and conceptually with Lisa Park‟s high-tech performance Eunoia II. The works taken into consideration show the different, yet converging ways through which the artists relate to a common, traditional cultural background which is re-shaped in new forms within the context of a globalized world.
In questo saggio sono analizzate opere selezionate dalla produzione di tre artisti coreani contemporanei, attivi sulla scena internazionale, il cui lavoro è informato da concetti e principi filosofici derivati dal retroterra culturale tradizionale, taoista e buddhista in particolare, declinati da ciascuno sulla base del diverso bagaglio di esperienze, assunti concettuali e media utilizzati (Salviati, Costantino, Jones 2006 e Salviati 2012). Gli artisti sono Atta Kim (n.1956), fotografo autodidatta, originario dell‟isola di Kŏje, che vive ed opera tra P‟aju e New York; Kimsooja, artista concettuale multi-disciplinare, di Taegu (1957), residente tra New York, Parigi e Seoul; e Lisa Park, nata a Boston nel 1987, educata in Corea e poi trasferitasi a New York dove attualmente vive e lavora come artista interdisciplinare. Elemento comune alle opere qui prese in esame è l‟idea di „vuoto‟, intesa come luogo di attuazione delle possibilità da cui scaturisce la molteplicità fenomenica ed esplorata in modo visivo da Atta Kim, con le sue fotografie della serie On-Air; in modalità spaziale da Kimsooja, con la installazione To Breathe: Bottari, realizzata per il padiglione coreano alla XX Biennale d‟arte di Venezia del 2013; in modo meditativo da Lisa Park, con Eunoia II, sofisticata performance ad alta tecnologia. Lo scopo di questa selezione è inoltre quello di evidenziare come queste opere impregnate di idee tradizionali posseggano in realtà una valenza universale che le rende fruibili e comprensibili da un pubblico internazionale: come internazionali sono gli artisti, il cui successo globale non dipende dalla loro identità culturale, dal fatto che essi siano coreani, ma perché riescono a trasmettere concetti complessi in opere la cui natura è sovraculturale e trans-nazionale.
Sperimentare il vuoto. Assenza, impermanenza e quiete nell'opera di Atta Kim, Kimsooja e Lisa Park / Salviati, Filippo. - STAMPA. - 2(2016), pp. 135-156. - HANGUKHAK CHARYO.
Sperimentare il vuoto. Assenza, impermanenza e quiete nell'opera di Atta Kim, Kimsooja e Lisa Park
SALVIATI, Filippo
2016
Abstract
This essay examines selected works of three contemporary, international Korean artists –Atta Kim, Kimsooja and Lisa Park- which are deeply rooted in concepts and ideas derived from the classical tradition of East Asian and Korean philosophical thought. The works are centred on the idea of void and emptiness, explored and rendered through different media: visually, in Atta Kim‟s photographs of the series On-Air; spatially, with Kimsooja‟s installation at the Korean pavilion at the Venice Biennale; and conceptually with Lisa Park‟s high-tech performance Eunoia II. The works taken into consideration show the different, yet converging ways through which the artists relate to a common, traditional cultural background which is re-shaped in new forms within the context of a globalized world.File | Dimensione | Formato | |
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