A partire dall’inizio dell’XI secolo si diffonde negli scriptoria europei un breve trattato De accentibus, attribuito non senza contrasti al celebre grammatico Prisciano di Cesarea. L’opuscolo si presenta come un’agile guida alla pronuncia del latino destinata a utenti per i quali ormai da tempo esso non è più la lingua madre, e benché adoperi a questo proposito una metodologia ai nostri occhi fortemente difettosa conosce un’immensa fortuna come capostipite della tradizione delle artes lectoriae: il De accentibus pseudopriscianeo viene adottato come testo canonico nell’insegnamento delle grandi Università medievali, ed è oggi conservato in oltre 120 codici, collocabili tra XI e XV secolo. Claudio Giammona ripubblica criticamente il testo di questo singolare documento di storia della linguistica sulla base di una collazione completa di tutti i 27 testimoni anteriori al XIII secolo ed è in grado di precisarne con attendibile verosimiglianza la datazione e la localizzazione nella penisola iberica dell’inizio dell’VIII secolo. Il testo critico è accompagnato da una traduzione che intende essere il primo sussidio all’interpretazione, e da un commento che discute ampiamente i loci paralleli tardoantichi e altomedievali, illustrando le numerose particolarità e le più caratteristiche, e talora aberranti, dottrine dell’opera.
[ Prisciani] De accentibus. introduzione, testo critico, traduzione e commento a cura di Claudio Giammona / Giammona, Claudio. - STAMPA. - (2012), pp. I-218.
[ Prisciani] De accentibus. introduzione, testo critico, traduzione e commento a cura di Claudio Giammona
GIAMMONA, Claudio
2012
Abstract
A partire dall’inizio dell’XI secolo si diffonde negli scriptoria europei un breve trattato De accentibus, attribuito non senza contrasti al celebre grammatico Prisciano di Cesarea. L’opuscolo si presenta come un’agile guida alla pronuncia del latino destinata a utenti per i quali ormai da tempo esso non è più la lingua madre, e benché adoperi a questo proposito una metodologia ai nostri occhi fortemente difettosa conosce un’immensa fortuna come capostipite della tradizione delle artes lectoriae: il De accentibus pseudopriscianeo viene adottato come testo canonico nell’insegnamento delle grandi Università medievali, ed è oggi conservato in oltre 120 codici, collocabili tra XI e XV secolo. Claudio Giammona ripubblica criticamente il testo di questo singolare documento di storia della linguistica sulla base di una collazione completa di tutti i 27 testimoni anteriori al XIII secolo ed è in grado di precisarne con attendibile verosimiglianza la datazione e la localizzazione nella penisola iberica dell’inizio dell’VIII secolo. Il testo critico è accompagnato da una traduzione che intende essere il primo sussidio all’interpretazione, e da un commento che discute ampiamente i loci paralleli tardoantichi e altomedievali, illustrando le numerose particolarità e le più caratteristiche, e talora aberranti, dottrine dell’opera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.