Questo breve saggio – una Lectio tenuta in contrappunto con una di Giulio Sapelli su “Le sfide del cambiamento economico e sociale del nuovo millennio” alla Sapienza - ha per oggetto i principi e i modelli della composizione della città: i principi e i modelli, cioè, della composizione delle funzioni nello spazio, della costruzione della forma urbana, della ricostruzione dei rapporti con l'ambiente. E poiché questi principi e modelli non hanno una loro vita autonoma, non si dispiegano in una sfera astratta ma sono legati in un insieme indissolubile ai valori e agli obiettivi della società – all'Idea di città in altri termini – del periodo storico che li genera, non si può comprenderli prescindendo dal mondo che vogliono interpretare e costruire. E dal momento che quel mondo cambia - ha visto il succedersi di ben tre rivoluzioni dell'economia, della società, della tecnologia e del pensiero nell'arco dell'ultimo secolo (L'epopea della Modernità nell'Età dell'oro – L'irruzione della Postmodernità nell'Età dell'incertezza – La nuova Modernità nell'Età del rischio) - cambiano anche le teorie e i concetti che sono alla base della progettazione della città. Per questo, per comprendere la scena urbana attuale e capire il significato e i contorni della nuova Idea di città che va facendosi strada in Europa, occorre assumere una prospettiva più ampia rispetto a quella del presente e volgere uno sguardo agli ultimi settant'anni, che hanno visto il succedersi di tre grandi ondate di cambiamento che hanno rappresentato il periodo di più radicali trasformazioni nell'economia, nella società, nella tecnologia delle comunicazioni, della storia umana. E in cui, di conseguenza, sono cambiati altrettanto drasticamente la struttura e il concetto stesso di città e i principi della sua progettazione. Questo ci permette di comprendere e spiegare perché la struttura funzionale e la forma urbana si siano trasformate cosí rapidamente, perché sia cambiata l'idea di città e come tutti questi fatti si colleghino tra loro. Osservando ciascun cambiamento, possiamo considerarlo come un segnale isolato. Tuttavia, in urbanistica, come in architettura, il tutto è assai più della somma delle parti. Cosí, se facciamo un passo indietro per guardare ad un più ampio orizzonte, riusciamo a vedere molte cose che altrimenti ci sfuggirebbero. Riusciamo a vedere come i diversi cambiamenti intervenuti nella scena urbana e nei principi della sua progettazione non siano fatti singoli, indipendenti l'uno dall'altro, ma siano collegati fra loro e al mondo – l'economia, la società, la tecnologia delle comunicazioni – che li esprime. Che facciano parte in altri termini di un fenomeno molto più ampio: la Prima e la Seconda Rivoluzione industriale, la Società postindustriale, e, oggi, la Società globalizzata. Non è un'idea nuova: K. Marx e F. Engels sono stati i primi a delineare i tratti di schemi più ampi con il Manifest der Communistischen Partei, pubblicato nella prima volta a Londra nel 1848 e poi diffuso in tutto il mondo, poi D. Bell con The Coming of Post-Industrial Society uscito in America nel 1973 e tradotto via via in molte lingue, per giungere ad A. Toffler che con il suo The Third Wave pubblicato in America nel 1980 e subito tradotto in francese, ne ha coniato la grandiosa metafora, quella di uno scontro tra ondate di cambiamento (naturalmente la letteratura su queste grandi tendenze è molto più ampia di questi tre capisaldi). Quella che è nuova è la sua applicazione alla scena urbana e all'idea di città – valori, principi, modelli, sequenze logiche di progettazione – agli ultimi settant'anni in Europa. In una cultura caratterizzata dalla specializzazione, sommersa da immagini e punti di vista frammentati e da analisi particolareggiate di singoli segmenti, la sintesi non è soltanto utile: è fondamentale per padroneggiare le sfide del nuovo secolo. Per questo ci siamo concentrati, tentando di ricondurle all'essenziale, sulle megatendenze o ampie direttrici che hanno modellato o stanno rimodellando la scena urbana e sull'idea di città che hanno espresso: perché, solo cosí facendo si può capire e delineare la trama di quella - valori, principi, modelli di progettazione dello spazio - necessaria oggi a governarle. La ricerca di una sintesi cosí ampia ha comportato la necessità di procedere a semplificazioni, generalizzazioni, trattazioni sommarie. È facile osservare, ad esempio, che nell'epopea della Modernità (l'Età dell'oro) si sono intrecciate diverse concezioni dello spazio urbano, che nella Postmodernità (l'Età dell'incertezza) le diverse “urbanistiche” che abbiamo individuato hanno confini molto incerti fra loro e sono passate attraverso successivi stadi di sviluppo, che infine nella Nuova Modernità attuale (l'Età del rischio) la trama della nuova idea di città che abbiamo delineato presenta tratti largamente semplificati, per non dire grossolani. Ma se avessimo seguito tutti questi percorsi avremmo perso di vista le direzioni principali nella confusione delle direzioni minori. E sarebbe stato impossibile tirare le fila dei nuovi codici di progettazione dello spazio urbano che si sono fatti strada in Europa. Tentare di dare un senso, una direzione al futuro della città europea ha quindi un prezzo: la semplificazione, la perdita dei dettagli, della varietà delle specifiche esperienze nazionali e locali. Ed esige un rigore e una coerenza dell'insieme cui non siamo ancora giunti. Consideriamo questa Lectio quindi come un lavoro in progress, cui farà seguito un più accurato libro in preparazione.

I nuovi paradigmi dell'urbanistica. L'idea di città della Terza ondata / Cassetti, Roberto. - STAMPA. - (2016), pp. 1-48.

I nuovi paradigmi dell'urbanistica. L'idea di città della Terza ondata

CASSETTI, Roberto
2016

Abstract

Questo breve saggio – una Lectio tenuta in contrappunto con una di Giulio Sapelli su “Le sfide del cambiamento economico e sociale del nuovo millennio” alla Sapienza - ha per oggetto i principi e i modelli della composizione della città: i principi e i modelli, cioè, della composizione delle funzioni nello spazio, della costruzione della forma urbana, della ricostruzione dei rapporti con l'ambiente. E poiché questi principi e modelli non hanno una loro vita autonoma, non si dispiegano in una sfera astratta ma sono legati in un insieme indissolubile ai valori e agli obiettivi della società – all'Idea di città in altri termini – del periodo storico che li genera, non si può comprenderli prescindendo dal mondo che vogliono interpretare e costruire. E dal momento che quel mondo cambia - ha visto il succedersi di ben tre rivoluzioni dell'economia, della società, della tecnologia e del pensiero nell'arco dell'ultimo secolo (L'epopea della Modernità nell'Età dell'oro – L'irruzione della Postmodernità nell'Età dell'incertezza – La nuova Modernità nell'Età del rischio) - cambiano anche le teorie e i concetti che sono alla base della progettazione della città. Per questo, per comprendere la scena urbana attuale e capire il significato e i contorni della nuova Idea di città che va facendosi strada in Europa, occorre assumere una prospettiva più ampia rispetto a quella del presente e volgere uno sguardo agli ultimi settant'anni, che hanno visto il succedersi di tre grandi ondate di cambiamento che hanno rappresentato il periodo di più radicali trasformazioni nell'economia, nella società, nella tecnologia delle comunicazioni, della storia umana. E in cui, di conseguenza, sono cambiati altrettanto drasticamente la struttura e il concetto stesso di città e i principi della sua progettazione. Questo ci permette di comprendere e spiegare perché la struttura funzionale e la forma urbana si siano trasformate cosí rapidamente, perché sia cambiata l'idea di città e come tutti questi fatti si colleghino tra loro. Osservando ciascun cambiamento, possiamo considerarlo come un segnale isolato. Tuttavia, in urbanistica, come in architettura, il tutto è assai più della somma delle parti. Cosí, se facciamo un passo indietro per guardare ad un più ampio orizzonte, riusciamo a vedere molte cose che altrimenti ci sfuggirebbero. Riusciamo a vedere come i diversi cambiamenti intervenuti nella scena urbana e nei principi della sua progettazione non siano fatti singoli, indipendenti l'uno dall'altro, ma siano collegati fra loro e al mondo – l'economia, la società, la tecnologia delle comunicazioni – che li esprime. Che facciano parte in altri termini di un fenomeno molto più ampio: la Prima e la Seconda Rivoluzione industriale, la Società postindustriale, e, oggi, la Società globalizzata. Non è un'idea nuova: K. Marx e F. Engels sono stati i primi a delineare i tratti di schemi più ampi con il Manifest der Communistischen Partei, pubblicato nella prima volta a Londra nel 1848 e poi diffuso in tutto il mondo, poi D. Bell con The Coming of Post-Industrial Society uscito in America nel 1973 e tradotto via via in molte lingue, per giungere ad A. Toffler che con il suo The Third Wave pubblicato in America nel 1980 e subito tradotto in francese, ne ha coniato la grandiosa metafora, quella di uno scontro tra ondate di cambiamento (naturalmente la letteratura su queste grandi tendenze è molto più ampia di questi tre capisaldi). Quella che è nuova è la sua applicazione alla scena urbana e all'idea di città – valori, principi, modelli, sequenze logiche di progettazione – agli ultimi settant'anni in Europa. In una cultura caratterizzata dalla specializzazione, sommersa da immagini e punti di vista frammentati e da analisi particolareggiate di singoli segmenti, la sintesi non è soltanto utile: è fondamentale per padroneggiare le sfide del nuovo secolo. Per questo ci siamo concentrati, tentando di ricondurle all'essenziale, sulle megatendenze o ampie direttrici che hanno modellato o stanno rimodellando la scena urbana e sull'idea di città che hanno espresso: perché, solo cosí facendo si può capire e delineare la trama di quella - valori, principi, modelli di progettazione dello spazio - necessaria oggi a governarle. La ricerca di una sintesi cosí ampia ha comportato la necessità di procedere a semplificazioni, generalizzazioni, trattazioni sommarie. È facile osservare, ad esempio, che nell'epopea della Modernità (l'Età dell'oro) si sono intrecciate diverse concezioni dello spazio urbano, che nella Postmodernità (l'Età dell'incertezza) le diverse “urbanistiche” che abbiamo individuato hanno confini molto incerti fra loro e sono passate attraverso successivi stadi di sviluppo, che infine nella Nuova Modernità attuale (l'Età del rischio) la trama della nuova idea di città che abbiamo delineato presenta tratti largamente semplificati, per non dire grossolani. Ma se avessimo seguito tutti questi percorsi avremmo perso di vista le direzioni principali nella confusione delle direzioni minori. E sarebbe stato impossibile tirare le fila dei nuovi codici di progettazione dello spazio urbano che si sono fatti strada in Europa. Tentare di dare un senso, una direzione al futuro della città europea ha quindi un prezzo: la semplificazione, la perdita dei dettagli, della varietà delle specifiche esperienze nazionali e locali. Ed esige un rigore e una coerenza dell'insieme cui non siamo ancora giunti. Consideriamo questa Lectio quindi come un lavoro in progress, cui farà seguito un più accurato libro in preparazione.
2016
9788849228588
le ondate del cambiamento urbano; disegno urbano; codici compositivi
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
I nuovi paradigmi dell'urbanistica. L'idea di città della Terza ondata / Cassetti, Roberto. - STAMPA. - (2016), pp. 1-48.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/934823
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