Come rinnovare una società che appare sempre più sfibrata e asfittica? Come porre fine a quell’angosciosa attesa di rinnovamento politico, socio-economico e morale? Una proposta viene fuori proprio dal pensiero olivettiano e in particolare da L’ordine politico delle Comunità. Una sorta di trattato di ingegneria costituzionale volto a porre le fondamenta per un nuovo Stato. Uno Stato non accentratore e burocratico, ma aperto verso le persone e verso un sano federalismo. Quel federalismo così tanto elogiato da Immanuel Kant che porta a stringere patti, piuttosto che a dividere, e che conduce verso la Pace Perpetua. L’orlo del caos in cui oggi cerchiamo di barcamenarci porterà a un nuovo sistema democratico, a un nuovo modo di intendere la persona nella società e a un nuovo modo di fare economia? Questo dipenderà essenzialmente dall’uomo e dal suo rinnovamento morale. Olivetti lo sapeva bene e non a caso la sua proposta era volta essenzialmente a rendere tutto a misura di persona. Istituzioni più vicine, economia reale e decentramento della produzione, spazi urbani educativi, fabbriche non opprimenti e la lista potrebbe essere ancora più lunga. Olivetti aveva gli occhi sognanti e una volontà di ferro, pensava come un matematico ma sentiva come un mistico. E’ così che lo descrive Altiero Spinelli, nella sua autobiografia, definendolo un pescatore di uomini. Un pescatore che non usava ingranaggi ed esche per convincere, ma che preferiva seminare. Seminava, conscio che quelle sue intuizioni prima o poi sarebbero state capite. Perché, come predisse Victor Hugo, “les utopies d’un siècle sont les faits du siècle suivant”.
Una democrazia a misura d’uomo: la Comunità Olivettiana come luogo di risanamento politico, socioeconomico e morale / DI NONNO, MARIA PIA. - STAMPA. - n. 26, 2014:(2014), pp. 1-261.
Una democrazia a misura d’uomo: la Comunità Olivettiana come luogo di risanamento politico, socioeconomico e morale
DI NONNO, MARIA PIA
2014
Abstract
Come rinnovare una società che appare sempre più sfibrata e asfittica? Come porre fine a quell’angosciosa attesa di rinnovamento politico, socio-economico e morale? Una proposta viene fuori proprio dal pensiero olivettiano e in particolare da L’ordine politico delle Comunità. Una sorta di trattato di ingegneria costituzionale volto a porre le fondamenta per un nuovo Stato. Uno Stato non accentratore e burocratico, ma aperto verso le persone e verso un sano federalismo. Quel federalismo così tanto elogiato da Immanuel Kant che porta a stringere patti, piuttosto che a dividere, e che conduce verso la Pace Perpetua. L’orlo del caos in cui oggi cerchiamo di barcamenarci porterà a un nuovo sistema democratico, a un nuovo modo di intendere la persona nella società e a un nuovo modo di fare economia? Questo dipenderà essenzialmente dall’uomo e dal suo rinnovamento morale. Olivetti lo sapeva bene e non a caso la sua proposta era volta essenzialmente a rendere tutto a misura di persona. Istituzioni più vicine, economia reale e decentramento della produzione, spazi urbani educativi, fabbriche non opprimenti e la lista potrebbe essere ancora più lunga. Olivetti aveva gli occhi sognanti e una volontà di ferro, pensava come un matematico ma sentiva come un mistico. E’ così che lo descrive Altiero Spinelli, nella sua autobiografia, definendolo un pescatore di uomini. Un pescatore che non usava ingranaggi ed esche per convincere, ma che preferiva seminare. Seminava, conscio che quelle sue intuizioni prima o poi sarebbero state capite. Perché, come predisse Victor Hugo, “les utopies d’un siècle sont les faits du siècle suivant”.File | Dimensione | Formato | |
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Di Nonno M.P, Una democrazia a misura d'uomo, Fondazione Olivetti
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