La permanenza di Piermarini a Milano (1770-1798) coincide a Roma con i pontificati di Clemente XIV Ganganelli (1769-1774) e di Pio VI Braschi (1775-1799) e si conclude, nello scorcio del secolo, con alcuni dei più importanti rivolgimenti politici in Europa susseguiti alla rivoluzione francese del 1789: l’occupazione dello Stato della Chiesa da parte delle truppe bonapartiste nel 1796 con l’arresto e l’esilio di Pio VI; la costituzione della Repubblica Cisalpina in Italia settentrionale e quella della Repubblica Giacobina a Roma tra il 1797 e il 1798. Alla difficile e tormentata transizione che aveva caratterizzato gli anni sessanta a Roma, con la confluenza da ogni parte d’Europa di protagonisti del rinnovamento artistico, consegue negli anni settanta il definitivo superamento del barocco e l’affermazione di un nuovo gusto per le forme pure e semplici dell’antichità. Attecchisce il nuovo stile neoclassico sostenuto dall’ideologia illuminista, con un brusco passaggio, negli anni ottanta, dalle forme semplici e lineari che richiamano al Rinascimento dell’architettura arcadica, a forme più maestose e imponenti che rinviano a Roma e all’antica Grecia. Nonostante i tentativi di Pio VI di far rivivere i fasti dei pontificati precedenti, questo decennio è caratterizzato perlopiù dalla stagnazione del mercato edilizio e dalla rarefazione delle committenze private che favoriscono la diaspora di importanti talenti. Piermarini mantiene vivo l’interesse per gli avvenimenti contemporanei a Roma, dove negli anni sessanta era stato testimone della cruciale transizione dal barocco al neoclassico con le dispute teoriche tra eruditi di varie nazionalità, l’attardamento del metodo fontaniano nell’Accademia di San Luca, le rivalità e le resistenze degli studi professionali, la nascita di nuove accademie e l’affermazione della cultura museale. L’interesse di Piermarini per l’insegnamento accademico romano, e più in generale per Roma “centro delle arti”, non si limita al periodo del soggiorno giovanile ma stranamente intrattiene con la città eterna un legame di lunga durata. Il Piermarini, architetto regio e professore di architettura nell’Accademia di Brera dal 1776, si aggiorna sull’assegnazione dei temi nei concorsi promossi dall’Accademia di San Luca e si interessa alla novità delle varie accademie private sorte in alternativa a quella di San Luca intorno agli anni ottanta-novanta del secolo.

Piermarini in Lombardia tra memorie della formazione e scambi con le accademie romane / Tabarrini, Marisa. - STAMPA. - (2010), pp. 249-263.

Piermarini in Lombardia tra memorie della formazione e scambi con le accademie romane

TABARRINI, Marisa
2010

Abstract

La permanenza di Piermarini a Milano (1770-1798) coincide a Roma con i pontificati di Clemente XIV Ganganelli (1769-1774) e di Pio VI Braschi (1775-1799) e si conclude, nello scorcio del secolo, con alcuni dei più importanti rivolgimenti politici in Europa susseguiti alla rivoluzione francese del 1789: l’occupazione dello Stato della Chiesa da parte delle truppe bonapartiste nel 1796 con l’arresto e l’esilio di Pio VI; la costituzione della Repubblica Cisalpina in Italia settentrionale e quella della Repubblica Giacobina a Roma tra il 1797 e il 1798. Alla difficile e tormentata transizione che aveva caratterizzato gli anni sessanta a Roma, con la confluenza da ogni parte d’Europa di protagonisti del rinnovamento artistico, consegue negli anni settanta il definitivo superamento del barocco e l’affermazione di un nuovo gusto per le forme pure e semplici dell’antichità. Attecchisce il nuovo stile neoclassico sostenuto dall’ideologia illuminista, con un brusco passaggio, negli anni ottanta, dalle forme semplici e lineari che richiamano al Rinascimento dell’architettura arcadica, a forme più maestose e imponenti che rinviano a Roma e all’antica Grecia. Nonostante i tentativi di Pio VI di far rivivere i fasti dei pontificati precedenti, questo decennio è caratterizzato perlopiù dalla stagnazione del mercato edilizio e dalla rarefazione delle committenze private che favoriscono la diaspora di importanti talenti. Piermarini mantiene vivo l’interesse per gli avvenimenti contemporanei a Roma, dove negli anni sessanta era stato testimone della cruciale transizione dal barocco al neoclassico con le dispute teoriche tra eruditi di varie nazionalità, l’attardamento del metodo fontaniano nell’Accademia di San Luca, le rivalità e le resistenze degli studi professionali, la nascita di nuove accademie e l’affermazione della cultura museale. L’interesse di Piermarini per l’insegnamento accademico romano, e più in generale per Roma “centro delle arti”, non si limita al periodo del soggiorno giovanile ma stranamente intrattiene con la città eterna un legame di lunga durata. Il Piermarini, architetto regio e professore di architettura nell’Accademia di Brera dal 1776, si aggiorna sull’assegnazione dei temi nei concorsi promossi dall’Accademia di San Luca e si interessa alla novità delle varie accademie private sorte in alternativa a quella di San Luca intorno agli anni ottanta-novanta del secolo.
2010
Giuseppe Piermarini tra Barocco e Neoclassico. Roma, Napoli, Caserta, Foligno
9788896591277
Giuseppe Piermarini, Lombardia, Accademia Virgiliana di Mantova, Accademia di Belle Arti di Brera, Accademia della Pace
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Piermarini in Lombardia tra memorie della formazione e scambi con le accademie romane / Tabarrini, Marisa. - STAMPA. - (2010), pp. 249-263.
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