Piermarini arrives in Rome in the highest point of confluence in the city of young artists from all over Italy and Europe and of cultured people – theorists and antiquarians as Winckelmann and Militia, painters and architects such as Mengs and Piranesi – who, attracted by the remains of classical antiquity, were responsible of the artistic renewal and the transition from baroque to neoclassicism. The cultural shift is represented by a rediscovery of the Antique after important archaeological findings explained by many international essays. This profound change is supported by the patronage of the pope and of some great Roman families that supported academic teaching and encouraged the culture of museums. In the city, cosmopolitan crossroads, the opposition to the Baroque gradually build up in what is recognized the early incubation of ideas that in the next decade will open to international neoclassicism.

L’arrivo di Giuseppe Piermarini (1734-1808), a Roma coincide con il momento più alto di confluenza nella città di giovani artisti da ogni parte d’Italia e d’Europa e di colti personaggi - teorici e antiquari come Winckelmann e Milizia, pittori e architetti come Mengs e Piranesi – i quali, attirati dalle vestigia dell’antichità classica, diventano protagonisti del rinnovamento artistico e della transizione dal barocco al neoclassico. Una parte significativa del corpus grafico piermariniano a Foligno è riconducibile al periodo romano. Si tratta di un gruppo di disegni, perlopiù rilievi e copie da opere dei grandi maestri, che consentono di ricostruire fedelmente l’excursus formativo dell’architetto, dal primo apprendistato presso Paolo Posi (Siena 1708 - Roma 1776), al passaggio nello studio vanvitelliano diretto da Carlo Murena (Rieti 1717- Roma 1764). Emergono alcune libere esercitazioni dalle opere di Posi: la rielaborazione del progetto per la facciata sul cortile di palazzo Colonna ai Santi Apostoli; la reinterpretazione decorativa del presbiterio di S. Maria dell’Anima; una variante per il nuovo attico del Pantheon; un impianto derivato dalla prima macchina per la Chinea dell’anno 1757, rappresentante i propilei di Atene; lo studio di una villa con loggiato ispirato al progetto per la villa Gonzaga Valenti a Roma e ai colonnati laterali della villa Farsetti a Sala nel padovano.

Piermarini, la formazione / Tabarrini, Marisa. - STAMPA. - (2010), pp. 19-45.

Piermarini, la formazione

TABARRINI, Marisa
2010

Abstract

Piermarini arrives in Rome in the highest point of confluence in the city of young artists from all over Italy and Europe and of cultured people – theorists and antiquarians as Winckelmann and Militia, painters and architects such as Mengs and Piranesi – who, attracted by the remains of classical antiquity, were responsible of the artistic renewal and the transition from baroque to neoclassicism. The cultural shift is represented by a rediscovery of the Antique after important archaeological findings explained by many international essays. This profound change is supported by the patronage of the pope and of some great Roman families that supported academic teaching and encouraged the culture of museums. In the city, cosmopolitan crossroads, the opposition to the Baroque gradually build up in what is recognized the early incubation of ideas that in the next decade will open to international neoclassicism.
2010
Giuseppe Piermarini tra Barocco e Neoclassico. Roma, Napoli, Caserta, Foligno
9788896591277
L’arrivo di Giuseppe Piermarini (1734-1808), a Roma coincide con il momento più alto di confluenza nella città di giovani artisti da ogni parte d’Italia e d’Europa e di colti personaggi - teorici e antiquari come Winckelmann e Milizia, pittori e architetti come Mengs e Piranesi – i quali, attirati dalle vestigia dell’antichità classica, diventano protagonisti del rinnovamento artistico e della transizione dal barocco al neoclassico. Una parte significativa del corpus grafico piermariniano a Foligno è riconducibile al periodo romano. Si tratta di un gruppo di disegni, perlopiù rilievi e copie da opere dei grandi maestri, che consentono di ricostruire fedelmente l’excursus formativo dell’architetto, dal primo apprendistato presso Paolo Posi (Siena 1708 - Roma 1776), al passaggio nello studio vanvitelliano diretto da Carlo Murena (Rieti 1717- Roma 1764). Emergono alcune libere esercitazioni dalle opere di Posi: la rielaborazione del progetto per la facciata sul cortile di palazzo Colonna ai Santi Apostoli; la reinterpretazione decorativa del presbiterio di S. Maria dell’Anima; una variante per il nuovo attico del Pantheon; un impianto derivato dalla prima macchina per la Chinea dell’anno 1757, rappresentante i propilei di Atene; lo studio di una villa con loggiato ispirato al progetto per la villa Gonzaga Valenti a Roma e ai colonnati laterali della villa Farsetti a Sala nel padovano.
Roma, Settecento, Giuseppe Piermarini, Benedetto XIV Lambertini, Clemente XIII Rezzonico, Silvio Valenti Gonzaga, Girolamo II Colonna, palazzo Colonna, Paolo Posi, Luigi Vanvitelli, Carlo Murena
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Piermarini, la formazione / Tabarrini, Marisa. - STAMPA. - (2010), pp. 19-45.
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