Nel 1951, in occasione della IX Triennale di Milano, Le Corbusier interviene come relatore al convegno De Divina Proportione, descrivendo il Modulor ed anticipando alcune riflessioni di carattere urbanistico che saranno poi contenute nei sui scritti successivi. L’intervento di LC, originariamente titolato Le “Modulor” et la “Loi de 7 V” , è teso a legittimare il riferimento scalare di tipo antropometrico come strumento progettuale “uniforme”, capace di coniugare formulazione algebrica e geometria mediante una semplice relazione armonica. Focalizzando l’attenzione su alcuni termini specifici impiegati dall’autore in quell’occasione, si vuole favorire un ragionamento sull’attualità delle motivazioni intrinseche al Modulor. Partendo dunque dalla lettura critica del testo in esame e del lessico adottato dall’autore, l’obiettivo del contributo consiste nel favorire un pensiero rinnovato sul tema della ”misura conforme”, intendendo la stessa come un possibile strumento capace di predisporre oggi precisi rapporti proporzionali di relazione e confronto per il progetto d’architettura contemporaneo, anche in relazione alle problematiche di tipo ambientale. L’obiettivo critico del prodotto di ricerca consiste nell’attribuire al concetto di misura un significato qualitativo, scevro della concezione estetizzante di tipo classico, riscoprendone quindi l’utilità strumentale nella progettazione alla scala urbana. Analizzando la dimensione dell’abitare contemporaneo, si è infatti cercato di fare chiarezza sull’assenza di principi insediativi nei modelli di città oggi adottati, proprio in relazione alla rilettura della teoria delle sette vie e dei tracciati regolatori, ampiamente esplorata nell’intervento di LC in esame.
La questione della grandezza conforme nell’architettura contemporanea / Bigiotti, Stefano. - STAMPA. - 9(2016), pp. 97-110.
La questione della grandezza conforme nell’architettura contemporanea
BIGIOTTI, STEFANO
2016
Abstract
Nel 1951, in occasione della IX Triennale di Milano, Le Corbusier interviene come relatore al convegno De Divina Proportione, descrivendo il Modulor ed anticipando alcune riflessioni di carattere urbanistico che saranno poi contenute nei sui scritti successivi. L’intervento di LC, originariamente titolato Le “Modulor” et la “Loi de 7 V” , è teso a legittimare il riferimento scalare di tipo antropometrico come strumento progettuale “uniforme”, capace di coniugare formulazione algebrica e geometria mediante una semplice relazione armonica. Focalizzando l’attenzione su alcuni termini specifici impiegati dall’autore in quell’occasione, si vuole favorire un ragionamento sull’attualità delle motivazioni intrinseche al Modulor. Partendo dunque dalla lettura critica del testo in esame e del lessico adottato dall’autore, l’obiettivo del contributo consiste nel favorire un pensiero rinnovato sul tema della ”misura conforme”, intendendo la stessa come un possibile strumento capace di predisporre oggi precisi rapporti proporzionali di relazione e confronto per il progetto d’architettura contemporaneo, anche in relazione alle problematiche di tipo ambientale. L’obiettivo critico del prodotto di ricerca consiste nell’attribuire al concetto di misura un significato qualitativo, scevro della concezione estetizzante di tipo classico, riscoprendone quindi l’utilità strumentale nella progettazione alla scala urbana. Analizzando la dimensione dell’abitare contemporaneo, si è infatti cercato di fare chiarezza sull’assenza di principi insediativi nei modelli di città oggi adottati, proprio in relazione alla rilettura della teoria delle sette vie e dei tracciati regolatori, ampiamente esplorata nell’intervento di LC in esame.File | Dimensione | Formato | |
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