Il presente lavoro ha inteso esplorare il contesto della mediazione culturale di derivazione etnopsichiatrica praticata pressol’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni mgranti e il contrasto alle malattie della povertà (Inmp) attraverso le narrazioni dei mediatori culturali, parte integrante dell’equipe clinica nei colloqui di consulenza psicologica. Tale scelta è stata motivata dall’interesse per una modalità di intervento che estende ai migranti la possibilità di ricevere un sostegno e pari opportunità di accesso ai servizi sanitari, garantendo il diritto alla salute del singolo e promuovendone l’integrazione socio-culturale. Il modo in cui i mediatori culturali sono integrati nella pratica ospedaliera e, quindi, con cui interpretano il proprio ruolo e svolgono la loro funzione di raccordo tra l’ospedale e l’utenza straniera sembrano definire uno spazio sospeso in cui è possibile interrogarsi sulle diverse interpretazioni del disagio, sulla complessità della domanda di salute, sulla funzione del sistema sanitario italiano e sulla sua dimensione organizzativa. L’ambivalenza che è emersa nella rappresentazione affettiva e cognitiva dei mediatori rispetto alla mediazione mostra sia il desiderio di estendere e validare i diritti dei soggetti migranti, anche attraverso la pratica della mediazione etno-clinica, sia la necessità di rendere visibile il percorso di ibridazione culturale presente, seppur spesso ignorato, nei paesi occidentali di accoglienza e nelle loro strutture organizzative.
La mediazione culturale: negoziazione delle pratiche di cura della salute mentale in uno ospedale italiano / Elia, P.; Cordella, Barbara; Greco, Francesca; Grasso, Massimo. - STAMPA. - (2017), pp. 175-184.
La mediazione culturale: negoziazione delle pratiche di cura della salute mentale in uno ospedale italiano
CORDELLA, BARBARA;GRECO, FRANCESCA;GRASSO, Massimo
2017
Abstract
Il presente lavoro ha inteso esplorare il contesto della mediazione culturale di derivazione etnopsichiatrica praticata pressol’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni mgranti e il contrasto alle malattie della povertà (Inmp) attraverso le narrazioni dei mediatori culturali, parte integrante dell’equipe clinica nei colloqui di consulenza psicologica. Tale scelta è stata motivata dall’interesse per una modalità di intervento che estende ai migranti la possibilità di ricevere un sostegno e pari opportunità di accesso ai servizi sanitari, garantendo il diritto alla salute del singolo e promuovendone l’integrazione socio-culturale. Il modo in cui i mediatori culturali sono integrati nella pratica ospedaliera e, quindi, con cui interpretano il proprio ruolo e svolgono la loro funzione di raccordo tra l’ospedale e l’utenza straniera sembrano definire uno spazio sospeso in cui è possibile interrogarsi sulle diverse interpretazioni del disagio, sulla complessità della domanda di salute, sulla funzione del sistema sanitario italiano e sulla sua dimensione organizzativa. L’ambivalenza che è emersa nella rappresentazione affettiva e cognitiva dei mediatori rispetto alla mediazione mostra sia il desiderio di estendere e validare i diritti dei soggetti migranti, anche attraverso la pratica della mediazione etno-clinica, sia la necessità di rendere visibile il percorso di ibridazione culturale presente, seppur spesso ignorato, nei paesi occidentali di accoglienza e nelle loro strutture organizzative.File | Dimensione | Formato | |
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