In questo articolo si mettono a confronto le traduzioni in lingua inglese e tedesca, oltre che alcune versioni in giapponese contemporaneo, di alcuni brani del racconto Takekurabe di Higuchi Ichiyō. Dall’analisi emerge che la tecnica narrativa dei racconti di Ichiyō viene spesso resa con soluzioni traduttive discordanti e che di conseguenza le funzioni narrative presenti nell’originale finiscono in molti casi per trasformarsi sensibilmente. Se in alcuni casi si cancella l’intervento della voce narrante affidando esclusivamente la parola ai personaggi, in altri il narratore assume in traduzione un ruolo che nell’originale sembra non avere. Tra i cinque personaggi principali del racconto sono soprattutto Chōkichi e la protagonista Midori quelli per cui i traduttori ricorrono più spesso a tecniche narrative quali il monologo interiore e il discorso indiretto libero, quest’ultimo impiegato in modo significativo specialmente nella traduzione inglese di Robert Lyons Danly, Child’s play. Per questo motivo nell’articolo si è scelto di prendere in esame soprattutto la tecnica narrativa impiegata per questi due personaggi. A 120 anni dalla scomparsa della scrittrice sono ormai numerose le traduzioni relative alle sue opere. Un confronto fra queste versioni può portarci non solo a una maggiore comprensione della sua particolare tecnica di scrittura, ma anche a perfezionare le strategie di traduzione già esistenti e ad elaborarne di nuove, allo scopo di ottenere una migliore qualità di resa della lingua giapponese.
Hon’yaku kara miru Takekurabe no katari – jiyūkansetsu wahō - naimen monorōgu wo chūshin ni / Fioretti, Andrea. - STAMPA. - (2016), pp. 183-196.
Hon’yaku kara miru Takekurabe no katari – jiyūkansetsu wahō - naimen monorōgu wo chūshin ni
FIORETTI, ANDREA
2016
Abstract
In questo articolo si mettono a confronto le traduzioni in lingua inglese e tedesca, oltre che alcune versioni in giapponese contemporaneo, di alcuni brani del racconto Takekurabe di Higuchi Ichiyō. Dall’analisi emerge che la tecnica narrativa dei racconti di Ichiyō viene spesso resa con soluzioni traduttive discordanti e che di conseguenza le funzioni narrative presenti nell’originale finiscono in molti casi per trasformarsi sensibilmente. Se in alcuni casi si cancella l’intervento della voce narrante affidando esclusivamente la parola ai personaggi, in altri il narratore assume in traduzione un ruolo che nell’originale sembra non avere. Tra i cinque personaggi principali del racconto sono soprattutto Chōkichi e la protagonista Midori quelli per cui i traduttori ricorrono più spesso a tecniche narrative quali il monologo interiore e il discorso indiretto libero, quest’ultimo impiegato in modo significativo specialmente nella traduzione inglese di Robert Lyons Danly, Child’s play. Per questo motivo nell’articolo si è scelto di prendere in esame soprattutto la tecnica narrativa impiegata per questi due personaggi. A 120 anni dalla scomparsa della scrittrice sono ormai numerose le traduzioni relative alle sue opere. Un confronto fra queste versioni può portarci non solo a una maggiore comprensione della sua particolare tecnica di scrittura, ma anche a perfezionare le strategie di traduzione già esistenti e ad elaborarne di nuove, allo scopo di ottenere una migliore qualità di resa della lingua giapponese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.