A partire da Augusto la figura dell’imperatore incarna, sia nella prassi politica che in quella religiosa, la centralità del dominio romano. Con le vittorie di Azio e di Alessandria, Ottaviano aveva sconfitto in Antonio e Cleopatra non solo l’ultimo dei nemici interni, ma anche l’ultimo re ellenistico: la dimensione straordinaria del nuovo potere, di fatto concentrata nelle mani di un solo uomo, fu subito percepita come tale dagli stessi contemporanei, non solo nei territori soggetti a Roma, ma addirittura oltre i confini del mondo mediterraneo. In generale colpisce la prontezza con cui le comunità provinciali reagirono alle nuove istanze dettate dall’avvento del principato, creando con esso, già all’indomani della battaglia di Azio, connessioni e legami simbolici. Rispetto all’alto numero di attestazioni letterarie, epigrafiche ed anche numismatiche, sono di molto inferiori i casi archeologici che possono documentare concretamente l’avvio del culto imperiale attraverso l’installazione di spazi appositamente destinati dalle singole comunità locali ad accogliere e celebrare l’imperatore. Tra i contesti precocemente interessati dalla celebrazione di Ottaviano, ovvero nella fase dopo Azio (2 settembre del 31 a.C.) e prima di ricevere il titolo di Augusto (16 gennaio del 27 a.C.). Su questo sfondo particolarmente rarefatto nella sostanza archeologica dei primi edifici adibiti al culto dell’imperatore, certamente il Sebasteion di Kalindoia, città situata nei territori interni della penisola calcidese, rappresenta uno dei contesti maggiormente esemplificativi per la straordinaria e fortunata compresenza di dati archeologici ottimamente conservati e di una ricca documentazione epigrafica. Come emerge chiaramente anche dalla dettagliata analisi di Giulia Tozzi, le numerose evergesie messe in scena a Kalindoia, tra 1 a.C. e 1 d.C., da Apollonio, figlio di Apollonio, nelle funzioni «di sacerdote volontario di Zeus e di Roma e Augusto figlio del divo Cesare», sembrano presupporre l’esistenza di spazi deputati alla riunione di gruppi ristretti ed elitari nell’ambito delle grandi celebrazioni pubbliche delle feste in onore delle divinità locali e del princeps. La documentazione archeologica analizzata offre utili indizi per comprendere appieno questi spazi e le modalità del culto imperiale nella sua fase iniziale.

Le prime manifestazioni del culto di Augusto nell’Oriente greco. Il caso di Kalindoia / Galli, Marco; Tozzi, Giulia. - STAMPA. - (2016), pp. 239-259.

Le prime manifestazioni del culto di Augusto nell’Oriente greco. Il caso di Kalindoia

Galli, Marco;
2016

Abstract

A partire da Augusto la figura dell’imperatore incarna, sia nella prassi politica che in quella religiosa, la centralità del dominio romano. Con le vittorie di Azio e di Alessandria, Ottaviano aveva sconfitto in Antonio e Cleopatra non solo l’ultimo dei nemici interni, ma anche l’ultimo re ellenistico: la dimensione straordinaria del nuovo potere, di fatto concentrata nelle mani di un solo uomo, fu subito percepita come tale dagli stessi contemporanei, non solo nei territori soggetti a Roma, ma addirittura oltre i confini del mondo mediterraneo. In generale colpisce la prontezza con cui le comunità provinciali reagirono alle nuove istanze dettate dall’avvento del principato, creando con esso, già all’indomani della battaglia di Azio, connessioni e legami simbolici. Rispetto all’alto numero di attestazioni letterarie, epigrafiche ed anche numismatiche, sono di molto inferiori i casi archeologici che possono documentare concretamente l’avvio del culto imperiale attraverso l’installazione di spazi appositamente destinati dalle singole comunità locali ad accogliere e celebrare l’imperatore. Tra i contesti precocemente interessati dalla celebrazione di Ottaviano, ovvero nella fase dopo Azio (2 settembre del 31 a.C.) e prima di ricevere il titolo di Augusto (16 gennaio del 27 a.C.). Su questo sfondo particolarmente rarefatto nella sostanza archeologica dei primi edifici adibiti al culto dell’imperatore, certamente il Sebasteion di Kalindoia, città situata nei territori interni della penisola calcidese, rappresenta uno dei contesti maggiormente esemplificativi per la straordinaria e fortunata compresenza di dati archeologici ottimamente conservati e di una ricca documentazione epigrafica. Come emerge chiaramente anche dalla dettagliata analisi di Giulia Tozzi, le numerose evergesie messe in scena a Kalindoia, tra 1 a.C. e 1 d.C., da Apollonio, figlio di Apollonio, nelle funzioni «di sacerdote volontario di Zeus e di Roma e Augusto figlio del divo Cesare», sembrano presupporre l’esistenza di spazi deputati alla riunione di gruppi ristretti ed elitari nell’ambito delle grandi celebrazioni pubbliche delle feste in onore delle divinità locali e del princeps. La documentazione archeologica analizzata offre utili indizi per comprendere appieno questi spazi e le modalità del culto imperiale nella sua fase iniziale.
2016
Saeculum Aureum. Tradizione e innovazione nella religione romana di epoca augustea. Vol. 1. Augusto, da uomo a dio
978-88-7140-735-7
augustus; imperial cult; roman provinces
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le prime manifestazioni del culto di Augusto nell’Oriente greco. Il caso di Kalindoia / Galli, Marco; Tozzi, Giulia. - STAMPA. - (2016), pp. 239-259.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/930705
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