Qual è il rapporto tra le lingue, il linguaggio e il pensiero? Si può parlare del linguaggio in astratto, senza considerare le differenze tra le lingue che parliamo? Si può parlare del pensiero in generale, senza parlare della diversità dei corpi e dei contesti in cui viviamo? In che modo il tipo di corpo che possediamo influenza il nostro modo di pensare, di conoscere, di parlare? Il nostro corpo è un’entità soltanto biologica o anche sociale? In che misura le lingue che parliamo influenzano il nostro modo di pensare? La tesi di questo libro è allo stesso tempo semplice e radicale: non si possono studiare la mente e il linguaggio umani se non li si radica nell’esperienza corporea. Questo significa, però, che poiché questa esperienza non si dà se non in una situazione, in una cultura, entro una specifica forma di vita, non esiste qualcosa come la cognizione umana, o il linguaggio umano. Di qui l’enfasi che il libro pone, ed è la sua caratteristica più originale, sulla differenza tra linguaggio e lingue: ecco che il linguaggio non può essere studiato se non come lingua, come prodotto di un’esperienza storicamente, culturalmente situata. Nell’accostarsi a questi temi, il libro adotta una prospettiva multidisciplinare che attraversa la filosofia, la psicologia, le neuroscienze e la robotica. L’obiettivo è quello di fornire un quadro d’insieme che tenga conto del complesso rapporto tra lingue, corpo e pensiero, e di proporre non tanto risposte quanto interrogativi rilevanti sia per la ricerca sperimentale che per la riflessione filosofica.
Lingue, corpo e pensiero / LIUZZA M., T; Cimatti, F.; Borghi, ANNA MARIA. - (2010), pp. 1-125.
Lingue, corpo e pensiero
BORGHI, ANNA MARIA
2010
Abstract
Qual è il rapporto tra le lingue, il linguaggio e il pensiero? Si può parlare del linguaggio in astratto, senza considerare le differenze tra le lingue che parliamo? Si può parlare del pensiero in generale, senza parlare della diversità dei corpi e dei contesti in cui viviamo? In che modo il tipo di corpo che possediamo influenza il nostro modo di pensare, di conoscere, di parlare? Il nostro corpo è un’entità soltanto biologica o anche sociale? In che misura le lingue che parliamo influenzano il nostro modo di pensare? La tesi di questo libro è allo stesso tempo semplice e radicale: non si possono studiare la mente e il linguaggio umani se non li si radica nell’esperienza corporea. Questo significa, però, che poiché questa esperienza non si dà se non in una situazione, in una cultura, entro una specifica forma di vita, non esiste qualcosa come la cognizione umana, o il linguaggio umano. Di qui l’enfasi che il libro pone, ed è la sua caratteristica più originale, sulla differenza tra linguaggio e lingue: ecco che il linguaggio non può essere studiato se non come lingua, come prodotto di un’esperienza storicamente, culturalmente situata. Nell’accostarsi a questi temi, il libro adotta una prospettiva multidisciplinare che attraversa la filosofia, la psicologia, le neuroscienze e la robotica. L’obiettivo è quello di fornire un quadro d’insieme che tenga conto del complesso rapporto tra lingue, corpo e pensiero, e di proporre non tanto risposte quanto interrogativi rilevanti sia per la ricerca sperimentale che per la riflessione filosofica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.