Le Corbusier... non basta mai

In an interview with a French Record Company, in 1965, a Le Corbusier, now old, retraces some stages of his life as an architect. The text is informative and enlightening: simple prose, disenchanted, rich in substance, far fromself-celebrations and ideological militancy. Fifty years of architecture are explained by the good constructive sense and awareness of its human and social tasks.

In un’intervista rilasciata a una casa discografica francese, nel 1965, un Le Corbusier, ormai anziano, ripercorre alcune tappe della sua vita di architetto. Il testo è istruttivo e illuminante: prosa semplice, disincantata, ricca di sostanza, distante da auto-celebrazioni e da militanze ideologiche. Una vita si racconta senza voler far scuola. Cinquanta anni di architettura si spiegano con il buon senso costruttivo e la consapevolezza dei suoi compiti umani e sociali. Fatalmente ciò accadeva 3 mesi prima della sua scomparsa. La casa discografica aveva proprio l’obiettivo di raccogliere “raccomandazioni ai posteri” sotto forma di colloqui con personaggi famosi, già molto anziani, da pubblicare non appena fossero morti. Ma l’intervista a Le Corbusier non ebbe al tempo né pubblicazione né adeguata distribuzione. Nel 1979, la rivista Spazio e Società, si prese il compito di effettuarne la de-registrazione e di pubblicarla. “Messaggio in una bottiglia -è il titolo del saggio- un inedito di Le Corbusier”. La bassa divulgazione di questa testimonianza e la lucida analisi che il padre del moderno effettua su di sé, sulle sue convinzioni, sulla sua poetica, ne rendono meritevole una rilettura critica e devota. Il PAPER proposto per la giornata di studi parte da questo dimenticato testo per riproporne alcuni fondamentali passaggi.