In this paper I present an analysis of Seneca's Epistle 66, a long disquisition on Stoic taxonomy of goods. Seneca reduces all good to Virtue, and demostrates that conditions which seems to be negative (such as illnesses or sufference) are in fact better than those generally considered as positive, because they let virtue express itself. This paradoxical issue is demostrated non via an abstract argumentation, but recurring to two Roman historical examples, the first a personal friend of the author, who is the protagonist of the literary frame of the letter, and the other a great archaic hero, Mucius Scaevola, whose story is narrated in the end of the text. In the middle, we find the mythological paradigm of Heracles at the crossroads, which constitutes the key of Senecan discourse.

Il lavoro presenta un'analisi della lettera 66 di Seneca, una lunga disquisizione sulla tassonomia dei beni nello Stoicismo. L'argomentazione senecana riduce tutti i beni alla virtù, e finisce con il dimostrare che le condizioni apparentemente spiacevoli, come la sofferenza fisica, sono preferibili a quelle piacevoli, perché consentono la manifestazione compiuta della virtù stessa. Questa tesi paradossale viene dimostrata non grazie ad argomentazioni astratte, ma attraverso il ricorso a due esempi storici e romani, uno vicino all'autore (Clarano), che fornisce la cornice della lettera, e uno remoto e celeberrimo (Muzio Scevola), che occupa la conclusione. Nel mezzo dell'argomentazione, invece, è il paradigma mitologico e greco di Eracle al bivio a supportare lo snodo cruciale del discorso.

Claranus, Héraclès, Mucius Scaevola. Paradigmes de persuasion dans la littre 66 de Sénèque / Berno, FRANCESCA ROMANA. - STAMPA. - (2017), pp. 265-281.

Claranus, Héraclès, Mucius Scaevola. Paradigmes de persuasion dans la littre 66 de Sénèque

BERNO, FRANCESCA ROMANA
2017

Abstract

In this paper I present an analysis of Seneca's Epistle 66, a long disquisition on Stoic taxonomy of goods. Seneca reduces all good to Virtue, and demostrates that conditions which seems to be negative (such as illnesses or sufference) are in fact better than those generally considered as positive, because they let virtue express itself. This paradoxical issue is demostrated non via an abstract argumentation, but recurring to two Roman historical examples, the first a personal friend of the author, who is the protagonist of the literary frame of the letter, and the other a great archaic hero, Mucius Scaevola, whose story is narrated in the end of the text. In the middle, we find the mythological paradigm of Heracles at the crossroads, which constitutes the key of Senecan discourse.
2017
Conseiller, diriger par lettre
9782869064249
Il lavoro presenta un'analisi della lettera 66 di Seneca, una lunga disquisizione sulla tassonomia dei beni nello Stoicismo. L'argomentazione senecana riduce tutti i beni alla virtù, e finisce con il dimostrare che le condizioni apparentemente spiacevoli, come la sofferenza fisica, sono preferibili a quelle piacevoli, perché consentono la manifestazione compiuta della virtù stessa. Questa tesi paradossale viene dimostrata non grazie ad argomentazioni astratte, ma attraverso il ricorso a due esempi storici e romani, uno vicino all'autore (Clarano), che fornisce la cornice della lettera, e uno remoto e celeberrimo (Muzio Scevola), che occupa la conclusione. Nel mezzo dell'argomentazione, invece, è il paradigma mitologico e greco di Eracle al bivio a supportare lo snodo cruciale del discorso.
Seneca; lettera 66; Eracle al bivio; Muzio Scevola
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Claranus, Héraclès, Mucius Scaevola. Paradigmes de persuasion dans la littre 66 de Sénèque / Berno, FRANCESCA ROMANA. - STAMPA. - (2017), pp. 265-281.
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