Al termine dei lavori di allestimento del Museo della Basilica di Santa Maria Maggiore, inaugurato da Giovanni Paolo II nel 2001, furono collocate in una apposita bacheca alcune carte di un frammento di manoscritto rinvenuto nell’Archivio del Capitolo Liberiano, che lo ha finora custodito e che tuttora lo conserva. Si tratta di uno dei rari testimoni (sia pure lacunoso) all’interno della tradizione della Raccolta Aragonese, celebre antologia - il cui esemplare originale è andato perduto nella metà del ’500 - allestita con ogni probabilità nel 1476 dal Poliziano per volontà di Lorenzo de’ Medici e da costui inviata in dono presumibilmente nel 1477 a Federico d’Aragona, figlio di Ferdinando Re di Napoli. Dopo una accurata operazione di digitalizzazione, nell’ambito del progetto denominato DiLib relativo a fondi documentari e librari dell’Archivio del Capitolo, la trascrizione del testo dei "sonetti e canzoni" di importanti autori "Antichi" e "Moderni" quali - tra gli altri - Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli, contenuti nelle diciassette carte che compongono il Frammento, databile alla fine del XV secolo, inaugura le pubblicazioni della Collana Studia Liberiana. Nel Frammento, del quale resta misteriosa la committenza come pure il periodo e le modalità di arrivo nell’Archivio del Capitolo Liberiano, sono contenuti, a volte con varianti testuali notevoli, 139 componimenti poetici. Apre la silloge Cino da Pistoia, del quale il sonetto "Dante, i’ ho preso l’abito di doglia" è una delle più sincere attestazioni dell’amichevole rapporto con Dante, con il quale ebbe un intenso scambio epistolare. L’Alighieri, dal canto suo, lo citò varie volte, sempre in termini elogiativi, nel suo "De vulgari eloquentia". Quattro sonetti di Cino trovano poi altrettante "risposte" da parte di Onesto degli Onesti, rimatore della generazione precedente a quella di Dante. Il Frammento contiene poi tredici componimenti di Guido Guinizzelli (tra i quali la celebre "Al cor gentil rempaira sempre amore") con una "risposta" di Bonagiunta Orbicciani, tre canzoni di Guittone d’Arezzo, trentaquattro componimenti di Guido Cavalvanti. Chiudono il Frammento una "risposta" di Bernardo da Bologna e una di Guido Orlandi.
Il Frammento Liberiano. Un testimone della Raccolta Aragonese nell'Archivio del Capitolo della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore / Polidoro, Luca. - STAMPA. - (2011), pp. 25-220.
Il Frammento Liberiano. Un testimone della Raccolta Aragonese nell'Archivio del Capitolo della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore
POLIDORO, LUCA
2011
Abstract
Al termine dei lavori di allestimento del Museo della Basilica di Santa Maria Maggiore, inaugurato da Giovanni Paolo II nel 2001, furono collocate in una apposita bacheca alcune carte di un frammento di manoscritto rinvenuto nell’Archivio del Capitolo Liberiano, che lo ha finora custodito e che tuttora lo conserva. Si tratta di uno dei rari testimoni (sia pure lacunoso) all’interno della tradizione della Raccolta Aragonese, celebre antologia - il cui esemplare originale è andato perduto nella metà del ’500 - allestita con ogni probabilità nel 1476 dal Poliziano per volontà di Lorenzo de’ Medici e da costui inviata in dono presumibilmente nel 1477 a Federico d’Aragona, figlio di Ferdinando Re di Napoli. Dopo una accurata operazione di digitalizzazione, nell’ambito del progetto denominato DiLib relativo a fondi documentari e librari dell’Archivio del Capitolo, la trascrizione del testo dei "sonetti e canzoni" di importanti autori "Antichi" e "Moderni" quali - tra gli altri - Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli, contenuti nelle diciassette carte che compongono il Frammento, databile alla fine del XV secolo, inaugura le pubblicazioni della Collana Studia Liberiana. Nel Frammento, del quale resta misteriosa la committenza come pure il periodo e le modalità di arrivo nell’Archivio del Capitolo Liberiano, sono contenuti, a volte con varianti testuali notevoli, 139 componimenti poetici. Apre la silloge Cino da Pistoia, del quale il sonetto "Dante, i’ ho preso l’abito di doglia" è una delle più sincere attestazioni dell’amichevole rapporto con Dante, con il quale ebbe un intenso scambio epistolare. L’Alighieri, dal canto suo, lo citò varie volte, sempre in termini elogiativi, nel suo "De vulgari eloquentia". Quattro sonetti di Cino trovano poi altrettante "risposte" da parte di Onesto degli Onesti, rimatore della generazione precedente a quella di Dante. Il Frammento contiene poi tredici componimenti di Guido Guinizzelli (tra i quali la celebre "Al cor gentil rempaira sempre amore") con una "risposta" di Bonagiunta Orbicciani, tre canzoni di Guittone d’Arezzo, trentaquattro componimenti di Guido Cavalvanti. Chiudono il Frammento una "risposta" di Bernardo da Bologna e una di Guido Orlandi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.