Nella storia urbana di città come Roma, Beijing e New York la costruzione dell’architettura urbana moderna, dalla seconda metà del diciannovesimo ai primi decenni del ventesimo secolo, si realizza in modo significativo soprattutto attraverso tessuti urbani compatti e per parti di città1 residenziali pubbliche e private, oltre che con le opere pubbliche ed i complessi monumentali. Nelle più popolose e importanti città italiane, cinesi e americane, infatti, si affermano tipologie edilizie e tessuti urbani morfologicamente densi, realizzati secondo le tradizionali tecniche costruttive locali. Si pensi ai quartieri di Prati delle Vittorie (prima Piazza d’Armi, 1908-1929), Quartiere Garbatella (1918-1930), Quartiere Testaccio (1873-1920) a Roma, in particolare alla Casa d’abitazione in via Andrea Doria progettata da Mario De Renzi (1931); ai tessuti residenziali di Shikumen Linong2 in uso dai primissimi anni del ‘900 fino ai primi anni ‘30, nello specifico il progetto di Hongqingli (1930), Zhaofuli (1929) a Shanghai e diversi altri casi documentati in altre città portuali (i grandi empori cinesi) come Tianjin, Wuhan, Hangzhou, Guangzhou e Xiamen; oppure a New York il noto The Dakota (1884), il The Belnord (1910), il Sibley and Fetherston (1919) o l’Amalgamated Dwellings (1930). Nel quadro di questo repertorio, tuttavia, oltre agli esperimenti appena citati, che spesso trasferiscono vicendevolmente, seguendo principi “evolutivi”, le innovazioni conquistate nella residenza pubblica in quella privata, fino all’affermazione di tipologie mature, si distinguono alcuni esempi in cui la sperimentazione riguarda il linguaggio architettonico, in particolare quello futurista o decò.
L’idea di città nei quartieri di edilizia pubblica e privata. Brevi note comparative sullo sviluppo “evolutivo” dell’architettura residenziale in Italia, in Cina e negli USA / DEL MONACO, Anna. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 43-59.
L’idea di città nei quartieri di edilizia pubblica e privata. Brevi note comparative sullo sviluppo “evolutivo” dell’architettura residenziale in Italia, in Cina e negli USA
DEL MONACO, Anna
2016
Abstract
Nella storia urbana di città come Roma, Beijing e New York la costruzione dell’architettura urbana moderna, dalla seconda metà del diciannovesimo ai primi decenni del ventesimo secolo, si realizza in modo significativo soprattutto attraverso tessuti urbani compatti e per parti di città1 residenziali pubbliche e private, oltre che con le opere pubbliche ed i complessi monumentali. Nelle più popolose e importanti città italiane, cinesi e americane, infatti, si affermano tipologie edilizie e tessuti urbani morfologicamente densi, realizzati secondo le tradizionali tecniche costruttive locali. Si pensi ai quartieri di Prati delle Vittorie (prima Piazza d’Armi, 1908-1929), Quartiere Garbatella (1918-1930), Quartiere Testaccio (1873-1920) a Roma, in particolare alla Casa d’abitazione in via Andrea Doria progettata da Mario De Renzi (1931); ai tessuti residenziali di Shikumen Linong2 in uso dai primissimi anni del ‘900 fino ai primi anni ‘30, nello specifico il progetto di Hongqingli (1930), Zhaofuli (1929) a Shanghai e diversi altri casi documentati in altre città portuali (i grandi empori cinesi) come Tianjin, Wuhan, Hangzhou, Guangzhou e Xiamen; oppure a New York il noto The Dakota (1884), il The Belnord (1910), il Sibley and Fetherston (1919) o l’Amalgamated Dwellings (1930). Nel quadro di questo repertorio, tuttavia, oltre agli esperimenti appena citati, che spesso trasferiscono vicendevolmente, seguendo principi “evolutivi”, le innovazioni conquistate nella residenza pubblica in quella privata, fino all’affermazione di tipologie mature, si distinguono alcuni esempi in cui la sperimentazione riguarda il linguaggio architettonico, in particolare quello futurista o decò.File | Dimensione | Formato | |
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