Il turismo giovanile a Roma tra criticità e opportunità

Da oltre un decennio, lo scenario turistico nazionale e internazionale mostra un’accentuata e rapida mutevolezza, caratterizzata dall’emergere di nuove componenti di flusso che tendono a divergere, in modo anche marcato, dalle componenti che hanno tradizionalmente caratterizzato tale comparto. Emergono così forme di turismo che un tempo sarebbero state definite di nicchia o non convenzionali, e pertanto trascurabili, da parte di operatori, amministratori e studiosi. Se da un lato l’affermarsi dei tradizionali movimenti turistici ha comportato lo sviluppo e la specializzazione di un’adeguata offerta, ponendo necessariamente in posizione marginale e residuale queste forme di turismo minore, è altrettanto vero che all’interno di uno scenario socio-economico globale mutevole, il turismo ha mostrato una discreta resistenza ma soprattutto un’elevata resilienza. La persistente crisi economica, ormai da ritenersi strutturale, ha influito sui gusti e sulle abitudini del turista, riorientando la domanda sulla base di nuove scelte, e ha favorito l’affermarsi di nuove ed importanti componenti di domanda e offerta, di nuovi bacini e di nuovi competitors, spingendo l’attenzione degli addetti ai lavori anche verso forme di turismo certamente minori, ma comunque in grado di rappresentare una valida integrazione di reddito e, al tempo stesso, di rendere una meta turistica, indipendente dalla dimensione, più attrattiva e competitiva. Una variabile strategica, che può condurre ad approcci talvolta molto divergenti nella richiesta dei servizi turistici ma fino ad oggi trascurata, è il fattore età che permette di inquadrare due principali forme di turismo non convenzionale: il turismo giovanile, caratterizzato da consumatori di età compresa tra i 15 ed i 24 anni (26 secondo alcuni studiosi), e il turismo senile, caratterizzato da consumatori con età maggiore di 60 anni.