La crisi finanziaria internazionale ha riportato fortemente in auge il rischio di liquidità svelandone la potenziale pericolosità e la capacità di minare alla radice la solvibilità tecnica di un intermediario finanziario anche ove esso rispetti i requisiti patrimoniali obbligatori. Il governo della liquidità attualmente è definito da una mole imponente di sound practice, core principles, obblighi regolamentari. Molte delle prescrizioni in materia di liquidità sono ancora in fase di studio, calibrazione, negoziazione in ambito regolamentare. Nell’attuale contesto competitivo, il governo della liquidità in banca è, in definitiva, un momento procedurale e gestionale complesso, non solo a motivo dell’intensa produzione normativa in materia (che ne traccia il “perimetro operativo”) ma anche, e soprattutto, per la natura complessa del rischio di liquidità e per le numerose interconnessioni con gli altri rischi tipici della banca (rischi di credito, di controparte, di mercato, ecc), per le difficoltà metodologiche che si incontrano nella misurazione dello stesso rischio in condizione di stress, per l’inadeguatezza degli strumenti di misurazione e di controllo e reportistica tradizionali. In tale contesto, il presente contributo intende analizzare: a) i due ratio regolamentari (Liquidity coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio) con tutto il correlato framework normativo e le conseguenti implicazioni per gli intermediari bancari; b) le principali prescrizioni previste nel nuovo SREP circa il processo di autovalutazione dell’adeguatezza del governo della liquidità (ILAAP, Internal Liquidity Assessment Process).
Liquidity ratio e liquidity pillar II, prescrizioni regolamentari e impatti gestionali nelle banche / Porretta, Pasqualina; Santoboni, Fabrizio. - STAMPA. - (2016), pp. 1-98.
Liquidity ratio e liquidity pillar II, prescrizioni regolamentari e impatti gestionali nelle banche
PORRETTA, Pasqualina;SANTOBONI, Fabrizio
2016
Abstract
La crisi finanziaria internazionale ha riportato fortemente in auge il rischio di liquidità svelandone la potenziale pericolosità e la capacità di minare alla radice la solvibilità tecnica di un intermediario finanziario anche ove esso rispetti i requisiti patrimoniali obbligatori. Il governo della liquidità attualmente è definito da una mole imponente di sound practice, core principles, obblighi regolamentari. Molte delle prescrizioni in materia di liquidità sono ancora in fase di studio, calibrazione, negoziazione in ambito regolamentare. Nell’attuale contesto competitivo, il governo della liquidità in banca è, in definitiva, un momento procedurale e gestionale complesso, non solo a motivo dell’intensa produzione normativa in materia (che ne traccia il “perimetro operativo”) ma anche, e soprattutto, per la natura complessa del rischio di liquidità e per le numerose interconnessioni con gli altri rischi tipici della banca (rischi di credito, di controparte, di mercato, ecc), per le difficoltà metodologiche che si incontrano nella misurazione dello stesso rischio in condizione di stress, per l’inadeguatezza degli strumenti di misurazione e di controllo e reportistica tradizionali. In tale contesto, il presente contributo intende analizzare: a) i due ratio regolamentari (Liquidity coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio) con tutto il correlato framework normativo e le conseguenti implicazioni per gli intermediari bancari; b) le principali prescrizioni previste nel nuovo SREP circa il processo di autovalutazione dell’adeguatezza del governo della liquidità (ILAAP, Internal Liquidity Assessment Process).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.