Definire il turismo un “comparto” significa accettare l’idea che si sia in presenza di un’entità composta, multidisciplinare, articolata e complessa, caratterizzata da elevata trasversalità. Gestire il turismo è quindi attività assai difficile, ma allo stesso tempo necessaria. Se è vero che l’economia da turismo è oggi seconda solo all’economia da petrolio e, previsioni alla mano, nei prossimi 20 – 30 anni è destinata a raggiungere la leadership, è altrettanto vero che non esistono ricerche in grado di affermare che l’Italia, e Roma in particolare, sapranno cogliere questa grande occasione, questo regalo offerto dall’economia globale su un vassoio d’argento. Anzi, le tendenze degli ultimi dieci anni mostrano una costante perdita di competitività verso tutti i mercati, vecchi e nuovi. Eppure l’Italia detiene oltre la metà del patrimonio artistico culturale mondiale, possiede un paesaggio incantevole che ha ispirato le opere dei più grandi artisti, un clima eccezionale in grado di annullare i limiti della stagionalità e una varietà di prodotti tipici invidiati e imitati in tutto il mondo. Ma allora da qualche parte deve esistere un collo di bottiglia, un freno al processo di sviluppo turistico che rende l’Italia sempre più debole e meno competitiva. Il collo di bottiglia probabilmente sta nella limitata visione sistemica che da sempre caratterizza gli amministratori del comparto turistico, molto umanisti e poco economisti. Risiede nella mancanza di una propria identità e di una gestione programmata su scala nazionale e locale; risiede nella pletora di attori che si sovrappongono nei ruoli e nelle azioni lasciando tuttavia pericolose voragini in termini normativi ed amministrativi, trasformando in una vecchia ed arrugginita utilitaria quella che potrebbe e dovrebbe essere una lussuosa fuoriserie.
La gestione amministrativa del comparto turistico / Brogna, Marco. - STAMPA. - (2016), pp. 7-16.
La gestione amministrativa del comparto turistico
BROGNA, Marco
2016
Abstract
Definire il turismo un “comparto” significa accettare l’idea che si sia in presenza di un’entità composta, multidisciplinare, articolata e complessa, caratterizzata da elevata trasversalità. Gestire il turismo è quindi attività assai difficile, ma allo stesso tempo necessaria. Se è vero che l’economia da turismo è oggi seconda solo all’economia da petrolio e, previsioni alla mano, nei prossimi 20 – 30 anni è destinata a raggiungere la leadership, è altrettanto vero che non esistono ricerche in grado di affermare che l’Italia, e Roma in particolare, sapranno cogliere questa grande occasione, questo regalo offerto dall’economia globale su un vassoio d’argento. Anzi, le tendenze degli ultimi dieci anni mostrano una costante perdita di competitività verso tutti i mercati, vecchi e nuovi. Eppure l’Italia detiene oltre la metà del patrimonio artistico culturale mondiale, possiede un paesaggio incantevole che ha ispirato le opere dei più grandi artisti, un clima eccezionale in grado di annullare i limiti della stagionalità e una varietà di prodotti tipici invidiati e imitati in tutto il mondo. Ma allora da qualche parte deve esistere un collo di bottiglia, un freno al processo di sviluppo turistico che rende l’Italia sempre più debole e meno competitiva. Il collo di bottiglia probabilmente sta nella limitata visione sistemica che da sempre caratterizza gli amministratori del comparto turistico, molto umanisti e poco economisti. Risiede nella mancanza di una propria identità e di una gestione programmata su scala nazionale e locale; risiede nella pletora di attori che si sovrappongono nei ruoli e nelle azioni lasciando tuttavia pericolose voragini in termini normativi ed amministrativi, trasformando in una vecchia ed arrugginita utilitaria quella che potrebbe e dovrebbe essere una lussuosa fuoriserie.File | Dimensione | Formato | |
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