Due dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale con le sentenze nn. 24 e 26 del 12 gennaio 2011 investono la delicata questione della gestione del servizio idrico integrato. In particolare, un quesito riguarda il regime giuridico di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, entro cui ricade anche la disciplina di affidamento del servizio idrico integrato (quesito n. 1 sull’abrogazione dell’art. 23-bis del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella l. 6 agosto 2008, n. 133, e poi modificato dall’art. 15 del «decreto Ronchi» - d.l. 25 settembre 2009, n. 135, convertito nella l. 20 novembre 2009, n. 166); un secondo quesito concerne invece le modalità e i criteri di remunerazione del capitale per la gestione del servizio idrico (quesito n. 2 sull’abrogazione dell’art. 154 del «Codice dell’ambiente» - d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152). Entrambi i quesiti sono stati promossi da una piattaforma di cittadini, associazioni, movimenti e partiti politici che, da tempo, contestano gli effetti negativi della «privatizzazione» del servizio idrico. Lo scopo che si propone il presente contributo è di fornire alcuni strumenti per la comprensione e l’analisi degli effetti concreti che l’accoglimento dei quesiti referendari produrrebbe sull’attuale regime di gestione dei servizi pubblici locali e del servizio idrico in particolare, muovendo da una breve ricostruzione del dibattito dottrinario e dell’evoluzione normativa che ha caratterizzato la tematica della gestione delle risorse idriche e, più in generale, la disciplina dei servizi pubblici nel nostro ordinamento.
L’acqua, i servizi pubblici locali e lo strumento referendario / Moliterni, Alfredo. - ELETTRONICO. - (2011), pp. 1-21. [DOI 10.7394/DOL-105].
L’acqua, i servizi pubblici locali e lo strumento referendario
MOLITERNI, ALFREDO
2011
Abstract
Due dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale con le sentenze nn. 24 e 26 del 12 gennaio 2011 investono la delicata questione della gestione del servizio idrico integrato. In particolare, un quesito riguarda il regime giuridico di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, entro cui ricade anche la disciplina di affidamento del servizio idrico integrato (quesito n. 1 sull’abrogazione dell’art. 23-bis del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella l. 6 agosto 2008, n. 133, e poi modificato dall’art. 15 del «decreto Ronchi» - d.l. 25 settembre 2009, n. 135, convertito nella l. 20 novembre 2009, n. 166); un secondo quesito concerne invece le modalità e i criteri di remunerazione del capitale per la gestione del servizio idrico (quesito n. 2 sull’abrogazione dell’art. 154 del «Codice dell’ambiente» - d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152). Entrambi i quesiti sono stati promossi da una piattaforma di cittadini, associazioni, movimenti e partiti politici che, da tempo, contestano gli effetti negativi della «privatizzazione» del servizio idrico. Lo scopo che si propone il presente contributo è di fornire alcuni strumenti per la comprensione e l’analisi degli effetti concreti che l’accoglimento dei quesiti referendari produrrebbe sull’attuale regime di gestione dei servizi pubblici locali e del servizio idrico in particolare, muovendo da una breve ricostruzione del dibattito dottrinario e dell’evoluzione normativa che ha caratterizzato la tematica della gestione delle risorse idriche e, più in generale, la disciplina dei servizi pubblici nel nostro ordinamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.