La doppia recessione del 2008-2013 ha lasciato al nostro Paese una eredità particolarmente onerosa e, pur in presenza di alcuni segnali interpretabili come l’inizio di un cambiamento ciclico, non è ancora possibile prevedere un rapido ritorno dell’economia italiana alla crescita sostenuta. Già negli anni precedenti la crisi economica, un esiguo numero di economisti italiani ha cercato di mostrare che nella nostra economia fossero individuabili chiari segnali di declino economico e che “il” problema di questa tendenza strutturale andasse individuato nella insoddisfacente dinamica della produttività. Il dibattito sul rapporto esistente tra capitale umano e sviluppo economico, stimolato dalle iniziative realizzate in occasione del Centenario della nascita di Federico Caffè, rappresenta una occasione da non perdere per cercare di ricavare dai suoi scritti indicazioni utili alla costruzione di un rinnovato progetto di politica economica volto a favorire una rapida crescita della nostra economia. Da questa analisi emergono alcuni elementi a sostegno della spiegazione del declino economico italiano accennata sopra, a partire dal convincimento che i bassi livelli di produttività di molte piccole imprese industriali italiane siano dovute all’adozione di tecnologie produttive arretrate. Lo sviluppo della nostra economia richiede dunque di intervenire sul capitale umano, oltre che su quello fisico, e di estendere anche a quelle imprese un indispensabile processo di miglioramento tecnologico, associato a quello manageriale e alla riorganizzazione dei luoghi di lavoro.
Un’interpretazione del declino economico italiano e un progetto per contrastarlo / Ciccarone, Giuseppe. - STAMPA. - (2016), pp. 150-164.
Un’interpretazione del declino economico italiano e un progetto per contrastarlo
CICCARONE, Giuseppe
2016
Abstract
La doppia recessione del 2008-2013 ha lasciato al nostro Paese una eredità particolarmente onerosa e, pur in presenza di alcuni segnali interpretabili come l’inizio di un cambiamento ciclico, non è ancora possibile prevedere un rapido ritorno dell’economia italiana alla crescita sostenuta. Già negli anni precedenti la crisi economica, un esiguo numero di economisti italiani ha cercato di mostrare che nella nostra economia fossero individuabili chiari segnali di declino economico e che “il” problema di questa tendenza strutturale andasse individuato nella insoddisfacente dinamica della produttività. Il dibattito sul rapporto esistente tra capitale umano e sviluppo economico, stimolato dalle iniziative realizzate in occasione del Centenario della nascita di Federico Caffè, rappresenta una occasione da non perdere per cercare di ricavare dai suoi scritti indicazioni utili alla costruzione di un rinnovato progetto di politica economica volto a favorire una rapida crescita della nostra economia. Da questa analisi emergono alcuni elementi a sostegno della spiegazione del declino economico italiano accennata sopra, a partire dal convincimento che i bassi livelli di produttività di molte piccole imprese industriali italiane siano dovute all’adozione di tecnologie produttive arretrate. Lo sviluppo della nostra economia richiede dunque di intervenire sul capitale umano, oltre che su quello fisico, e di estendere anche a quelle imprese un indispensabile processo di miglioramento tecnologico, associato a quello manageriale e alla riorganizzazione dei luoghi di lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.