Dal 1928, quando apparve sulla «Critica» una recensione al libro di Luigi Russo (1892-1961) su Francesco De Sanctis e la cultura meridionale, fino al 1946, con l’articolo su Metodo dialettico e metodo naturalistico nella sto-ria, Adolfo Omodeo rappresentò (con la compagnia di pochi altri) il colla-boratore più stretto di Benedetto Croce, «e quasi l’uno dei due suoi autori» (Nuove pagine sparse, 1° vol., 1966, p. 54), nel diuturno lavoro per la picco-la rivista bimestrale dalla copertina arancione: la quale, come si sa, il 20 di tutti i mesi dispari uscì regolarmente, nonostante le minacce e le intimida-zioni, e contribuì non poco a orientare gli animi nel triste ventennio della dittatura fascista. Come Croce scrisse, ricordando il lungo sodalizio, si trat-tava di una «fraternità d’armi», di una «relazione quasi quotidiana», fatta dei semplici gesti dello «studiare allo stesso tavolo» (p. 57) e dello scambiarsi reciproche osservazioni su pensieri e scritti che l’uno porgeva all’altro. Si trattava, per altro, dell’incontro fra due personalità molto diverse, non solo per età (Croce era nato nel 1866, Omodeo il 18 agosto del 1889) ma anche per formazione e carattere: una differenza che l’amicizia non cancellò, tanto che, dissipate le nubi della guerra e del fascismo, nell’ultimo biennio (tra il 25 luglio del 1943 e la morte di Omodeo, il 28 aprile 1946) sfociò in un contrasto politico, destinato a toccare, oltre l’immediata azione pratica, an-che non secondari orientamenti ideali.
Croce e Adolfo Omodeo: l’altro autore della «Critica» / Muste', Marcello. - STAMPA. - (2016), pp. 767-774.
Croce e Adolfo Omodeo: l’altro autore della «Critica»
MUSTE', MARCELLO
2016
Abstract
Dal 1928, quando apparve sulla «Critica» una recensione al libro di Luigi Russo (1892-1961) su Francesco De Sanctis e la cultura meridionale, fino al 1946, con l’articolo su Metodo dialettico e metodo naturalistico nella sto-ria, Adolfo Omodeo rappresentò (con la compagnia di pochi altri) il colla-boratore più stretto di Benedetto Croce, «e quasi l’uno dei due suoi autori» (Nuove pagine sparse, 1° vol., 1966, p. 54), nel diuturno lavoro per la picco-la rivista bimestrale dalla copertina arancione: la quale, come si sa, il 20 di tutti i mesi dispari uscì regolarmente, nonostante le minacce e le intimida-zioni, e contribuì non poco a orientare gli animi nel triste ventennio della dittatura fascista. Come Croce scrisse, ricordando il lungo sodalizio, si trat-tava di una «fraternità d’armi», di una «relazione quasi quotidiana», fatta dei semplici gesti dello «studiare allo stesso tavolo» (p. 57) e dello scambiarsi reciproche osservazioni su pensieri e scritti che l’uno porgeva all’altro. Si trattava, per altro, dell’incontro fra due personalità molto diverse, non solo per età (Croce era nato nel 1866, Omodeo il 18 agosto del 1889) ma anche per formazione e carattere: una differenza che l’amicizia non cancellò, tanto che, dissipate le nubi della guerra e del fascismo, nell’ultimo biennio (tra il 25 luglio del 1943 e la morte di Omodeo, il 28 aprile 1946) sfociò in un contrasto politico, destinato a toccare, oltre l’immediata azione pratica, an-che non secondari orientamenti ideali.File | Dimensione | Formato | |
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