Nell’Avvertenza alla prima edizione italiana, scritta nel maggio del 1916, Croce chiarì che Teoria e storia della storiografia, indicata nel frontespizio come quarto volume della Filosofia dello spirito, non formava «una nuova parte sistematica» rispetto ai tre libri precedenti (Estetica, Logica, Filosofia della pratica), ma era piuttosto da considerare «approfondimento e amplia-mento alla teoria della storiografia già delineata in alcuni capitoli della se-conda parte, ossia della Logica» (Teoria e storia della storiografia, 2007, p. 7). Il chiarimento era di estrema importanza, sia per evitare facili frainten-dimenti sia per collocare l’opera nella giusta posizione all’interno di un si-stema di pensiero che ormai, dopo gli studi su Hegel, condotti tra il 1906 e il 1907, e dopo la pubblicazione, nel 1909, della Logica e della Filosofia della pratica, appariva definito nelle linee essenziali. Il nuovo libro costituiva, a buon titolo, l’epilogo e il corollario dell’intera filosofia dello spirito, di cui riprendeva e svolgeva alcuni temi essenziali (a cominciare dalla teoria del giudizio individuale), e anche un punto di passaggio verso prospettive ulte-riori, quali si compiranno, per citare soltanto i momenti principali, nella te-tralogia delle opere storiche – che si concluderà, nel 1932, con la Storia d’Europa – e nei due libri su La poesia del 1935 e su La storia come pensie-ro e come azione del 1938.
Teoria e storia della storiografia / Muste', Marcello. - STAMPA. - (2016), pp. 288-295.
Teoria e storia della storiografia
MUSTE', MARCELLO
2016
Abstract
Nell’Avvertenza alla prima edizione italiana, scritta nel maggio del 1916, Croce chiarì che Teoria e storia della storiografia, indicata nel frontespizio come quarto volume della Filosofia dello spirito, non formava «una nuova parte sistematica» rispetto ai tre libri precedenti (Estetica, Logica, Filosofia della pratica), ma era piuttosto da considerare «approfondimento e amplia-mento alla teoria della storiografia già delineata in alcuni capitoli della se-conda parte, ossia della Logica» (Teoria e storia della storiografia, 2007, p. 7). Il chiarimento era di estrema importanza, sia per evitare facili frainten-dimenti sia per collocare l’opera nella giusta posizione all’interno di un si-stema di pensiero che ormai, dopo gli studi su Hegel, condotti tra il 1906 e il 1907, e dopo la pubblicazione, nel 1909, della Logica e della Filosofia della pratica, appariva definito nelle linee essenziali. Il nuovo libro costituiva, a buon titolo, l’epilogo e il corollario dell’intera filosofia dello spirito, di cui riprendeva e svolgeva alcuni temi essenziali (a cominciare dalla teoria del giudizio individuale), e anche un punto di passaggio verso prospettive ulte-riori, quali si compiranno, per citare soltanto i momenti principali, nella te-tralogia delle opere storiche – che si concluderà, nel 1932, con la Storia d’Europa – e nei due libri su La poesia del 1935 e su La storia come pensie-ro e come azione del 1938.File | Dimensione | Formato | |
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