L'articolo intende indagare il luogo simbolico del sottosuolo metropolitano, prendendo ad esempio il sottosuolo berlinese, inteso come luogo della memoria, del recupero e della conservazione, perché registra e testimonia le tappe e le stratificazioni architettoniche, sociali e politiche del passato, ma anche come luogo della trasgressione, dove si può osare e sperimentare, dove si possono oltrepassare i confini temporali e spaziali. In quanto luogo del passaggio e della trasformazione e insieme della memoria collettiva e del recupero, il sottosuolo diventa un luogo dell’anima, che esprime e simboleggia le contraddizioni dell’uomo moderno. Il sottosuolo di Berlino diventa una sorta di anima collettiva, un’interiorità esteriorizzata, perché rende comune un’esperienza intima e personale. Partendo da queste premesse su alcuni possibili significati del sottosuolo, si intendono analizzare due opere di Wim Wenders, in cui il regista si confronta con il tema della memoria (personale e culturale), prima e dopo la caduta del muro di Berlino, delineando dei veri e propri ‘fotogrammi interiori’. Wim Wenders è passato dal raccontare Berlino da una prospettiva ‘a volo di uccello’ - dall’alto e da un punto di vista a-temporale, mitico e poetico - in Il cielo sopra Berlino (1987), al raccontare Berlino da una prospettiva ipogea, legata al tempo e alle sue manifestazioni più umane, in Così lontano, così vicino! (1993). In seguito alla caduta del muro, sembra essere diventato possibile il ‘guardare oltre’ la superficie, come se il muro avesse rappresentato non solo un confine topografico geo-politico, ma anche e soprattutto un confine simbolico tra il superficiale e il profondo, tra il visibile e l’invisibile, tra la sfera ‘pubblica’ e la sfera ‘privata’ o addirittura ‘segreta’.
Berlino: Memorie dal sottosuolo / Padularosa, Daniela Paola. - STAMPA. - (2018), pp. 155-173.
Berlino: Memorie dal sottosuolo
PADULAROSA, Daniela Paola
2018
Abstract
L'articolo intende indagare il luogo simbolico del sottosuolo metropolitano, prendendo ad esempio il sottosuolo berlinese, inteso come luogo della memoria, del recupero e della conservazione, perché registra e testimonia le tappe e le stratificazioni architettoniche, sociali e politiche del passato, ma anche come luogo della trasgressione, dove si può osare e sperimentare, dove si possono oltrepassare i confini temporali e spaziali. In quanto luogo del passaggio e della trasformazione e insieme della memoria collettiva e del recupero, il sottosuolo diventa un luogo dell’anima, che esprime e simboleggia le contraddizioni dell’uomo moderno. Il sottosuolo di Berlino diventa una sorta di anima collettiva, un’interiorità esteriorizzata, perché rende comune un’esperienza intima e personale. Partendo da queste premesse su alcuni possibili significati del sottosuolo, si intendono analizzare due opere di Wim Wenders, in cui il regista si confronta con il tema della memoria (personale e culturale), prima e dopo la caduta del muro di Berlino, delineando dei veri e propri ‘fotogrammi interiori’. Wim Wenders è passato dal raccontare Berlino da una prospettiva ‘a volo di uccello’ - dall’alto e da un punto di vista a-temporale, mitico e poetico - in Il cielo sopra Berlino (1987), al raccontare Berlino da una prospettiva ipogea, legata al tempo e alle sue manifestazioni più umane, in Così lontano, così vicino! (1993). In seguito alla caduta del muro, sembra essere diventato possibile il ‘guardare oltre’ la superficie, come se il muro avesse rappresentato non solo un confine topografico geo-politico, ma anche e soprattutto un confine simbolico tra il superficiale e il profondo, tra il visibile e l’invisibile, tra la sfera ‘pubblica’ e la sfera ‘privata’ o addirittura ‘segreta’.File | Dimensione | Formato | |
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