I macrofenomeni sociali sono caratterizzati dall’evidenza di proprietà riguardanti la loro dimensione di insieme, cioè indipendenti dalle proprietà delle unità di azione che li compongono. Ma è più giustificato dire che, in realtà, certe proprietà delle unità di azione rimangono semplicemente nell’ombra, mentre l’autonomia fenomenica del dinamismo macro è sostenibile solo muovendo da un’assiomatica delle unità di azione, che si sostituisce a quelle proprietà. Senza questa operazione analitica, più o meno esplicita, non si spiegherebbe quel dinamismo. Esso presuppone che gli attori si muovano in base a certi criteri, che esso rinforza ma che non sono da esso creati. Se un insieme di persone mostra le sembianze comportamentali di una colonna di formiche o di uno stormo di rondini, bisogna rendersi conto, innanzitutto, che le persone non si stanno muovendo in base a certi loro tratti o principi di differenziazione sociale bensì come indistinti atomi logici che rendono possibili ricostruzioni eteronomiche della loro condotta. In generale, questo non significa che le scienze sociali considerino l’attore come un’entità faustiana (metà sociale, metà animale), ma che l’azione deve essere considerata alla luce di una complessità causale in cui sono sempre incipienti fattori pulsionali, fattori razionali e morali, nonché istanze egoistiche in senso stretto e che lo sforzo teorico deve guardare alla associazione o alla diversa prevalenza di queste forze. I macrofenomeni, in particolare, possono assumere due forme, quella della aggregazione e quella dell’emergenza, rispettivamente interpretabili in base a un assiomatica del primato dell’interesse individuale e a quella del primato delle emozioni collettive. Con l’utile richiamo al contributo di alcuni indirizzi filosofici che si sono occupati del tema della soggettività e della coscienza, risulta paradossalmente che le due linee costitutive dei fenomeni macro portano a modelli di comportamento ugualmente (e paradossalmente) caratterizzati dalla indistinzione, che motivano così isomorfismi ermeneutici del tipo di quelli colti e sviluppati, nell’ambito della teoria generale dei sistemi, nella seconda metà del XX secolo. Ne discende, quando è in atto tale orientamento di ricerca, un sostanziale indebolimento dei confini di pertinenza dell’analisi sociologica, venendo meno la centralità del paradigma interpretativo centrato sull’importanza della differenziazione strutturale dei sistemi sociali. Tenendo ferme certe assiomatiche del comportamento, chiunque può effettuare previsioni e simulazioni inerenti a fenomeni di tradizionale pertinenza sociologica. Perché, in base a quelle assiomatiche, gli uomini si muovono come capre.

Uomini e capre. Paradosso dell'indistinzione. Verso una nuova metafisica delle scienze sociali / Bonolis, Maurizio. - STAMPA. - 1315.23:(2015).

Uomini e capre. Paradosso dell'indistinzione. Verso una nuova metafisica delle scienze sociali

BONOLIS, Maurizio
2015

Abstract

I macrofenomeni sociali sono caratterizzati dall’evidenza di proprietà riguardanti la loro dimensione di insieme, cioè indipendenti dalle proprietà delle unità di azione che li compongono. Ma è più giustificato dire che, in realtà, certe proprietà delle unità di azione rimangono semplicemente nell’ombra, mentre l’autonomia fenomenica del dinamismo macro è sostenibile solo muovendo da un’assiomatica delle unità di azione, che si sostituisce a quelle proprietà. Senza questa operazione analitica, più o meno esplicita, non si spiegherebbe quel dinamismo. Esso presuppone che gli attori si muovano in base a certi criteri, che esso rinforza ma che non sono da esso creati. Se un insieme di persone mostra le sembianze comportamentali di una colonna di formiche o di uno stormo di rondini, bisogna rendersi conto, innanzitutto, che le persone non si stanno muovendo in base a certi loro tratti o principi di differenziazione sociale bensì come indistinti atomi logici che rendono possibili ricostruzioni eteronomiche della loro condotta. In generale, questo non significa che le scienze sociali considerino l’attore come un’entità faustiana (metà sociale, metà animale), ma che l’azione deve essere considerata alla luce di una complessità causale in cui sono sempre incipienti fattori pulsionali, fattori razionali e morali, nonché istanze egoistiche in senso stretto e che lo sforzo teorico deve guardare alla associazione o alla diversa prevalenza di queste forze. I macrofenomeni, in particolare, possono assumere due forme, quella della aggregazione e quella dell’emergenza, rispettivamente interpretabili in base a un assiomatica del primato dell’interesse individuale e a quella del primato delle emozioni collettive. Con l’utile richiamo al contributo di alcuni indirizzi filosofici che si sono occupati del tema della soggettività e della coscienza, risulta paradossalmente che le due linee costitutive dei fenomeni macro portano a modelli di comportamento ugualmente (e paradossalmente) caratterizzati dalla indistinzione, che motivano così isomorfismi ermeneutici del tipo di quelli colti e sviluppati, nell’ambito della teoria generale dei sistemi, nella seconda metà del XX secolo. Ne discende, quando è in atto tale orientamento di ricerca, un sostanziale indebolimento dei confini di pertinenza dell’analisi sociologica, venendo meno la centralità del paradigma interpretativo centrato sull’importanza della differenziazione strutturale dei sistemi sociali. Tenendo ferme certe assiomatiche del comportamento, chiunque può effettuare previsioni e simulazioni inerenti a fenomeni di tradizionale pertinenza sociologica. Perché, in base a quelle assiomatiche, gli uomini si muovono come capre.
2015
978-88-917-2850-0
Struttura sociale; Sistema; Unità della scienza; Metafisica; Distinzione
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Uomini e capre. Paradosso dell'indistinzione. Verso una nuova metafisica delle scienze sociali / Bonolis, Maurizio. - STAMPA. - 1315.23:(2015).
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