Il contributo è stato distinto in due parti, redatte separatamente ma frutto di una riflessione comune degli autori. Nella prima si presentano tre vasi rinvenuti in due tombe orientalizzanti della necropoli di Veio, Casale del Fosso: un’olla ascrivibile al Pittore di Narce dalla tomba a fossa 821 (con immagini di cavalieri, volatili e un “mostro‑leone”) e una coppia di anfore dalla tomba a camera 859 (con raffigurazioni di porte arcuate e di serpenti fantastici) opera della sua bottega. Nella seconda si propone una chiave esegetica per tentare di definire il significato sia delle immagini riprodotte su tali vasi che di quelle presenti sull’intera produzione del Pittore di Narce e della sua officina, in cui compaiono, pedissequamente reiterate, figure di volatili, di cavalli, di cervi, di mostri ferini e serpentiformi, losanghe e altri motivi accessori, variamente combinati nei diversi fregi che decorano la superficie dei vasi. L’attestazione sulle pareti della Tomba dei Leoni Ruggenti e della Tomba delle Anatre (sepolcri veienti riferibili al medesimo orizzonte cronologico, tra il primo e l’inizio del secondo quarto del VII sec. a.C.) di alcune di queste raffigurazioni – “mostri‑leoni” e volatili, questi in parte contraddistinti all’interno dei corpi da motivi accessori affini a quelli impiegati dal Pittore di Narce e dalla sua bottega – ci ha indotto a cercare le ragioni della contemporanea presenza di questi soggetti in sepolture e in prodotti artigianali destinati ad ambito funerario nelle credenze escatologiche delle comunità dell’Italia centrale tirrenica: percorso di ricerca reso spinoso dall’assenza di fonti letterarie dirette e dall’apparente ambiguità semantica delle raffigurazioni di quest’epoca, tratte per lo più dal mondo animale reale o fantastico.
Riflessioni sul bestiario avernale. Le credenze sull'aldilà a Veio nel periodo orientalizzante / Carapellucci, Andrea; Drago, Luciana. - STAMPA. - 5(2016), pp. 85-114. - Aristonothos. Scritti per il Mediterraneo antico. Quaderni.
Riflessioni sul bestiario avernale. Le credenze sull'aldilà a Veio nel periodo orientalizzante
Carapellucci, Andrea;Drago, Luciana
2016
Abstract
Il contributo è stato distinto in due parti, redatte separatamente ma frutto di una riflessione comune degli autori. Nella prima si presentano tre vasi rinvenuti in due tombe orientalizzanti della necropoli di Veio, Casale del Fosso: un’olla ascrivibile al Pittore di Narce dalla tomba a fossa 821 (con immagini di cavalieri, volatili e un “mostro‑leone”) e una coppia di anfore dalla tomba a camera 859 (con raffigurazioni di porte arcuate e di serpenti fantastici) opera della sua bottega. Nella seconda si propone una chiave esegetica per tentare di definire il significato sia delle immagini riprodotte su tali vasi che di quelle presenti sull’intera produzione del Pittore di Narce e della sua officina, in cui compaiono, pedissequamente reiterate, figure di volatili, di cavalli, di cervi, di mostri ferini e serpentiformi, losanghe e altri motivi accessori, variamente combinati nei diversi fregi che decorano la superficie dei vasi. L’attestazione sulle pareti della Tomba dei Leoni Ruggenti e della Tomba delle Anatre (sepolcri veienti riferibili al medesimo orizzonte cronologico, tra il primo e l’inizio del secondo quarto del VII sec. a.C.) di alcune di queste raffigurazioni – “mostri‑leoni” e volatili, questi in parte contraddistinti all’interno dei corpi da motivi accessori affini a quelli impiegati dal Pittore di Narce e dalla sua bottega – ci ha indotto a cercare le ragioni della contemporanea presenza di questi soggetti in sepolture e in prodotti artigianali destinati ad ambito funerario nelle credenze escatologiche delle comunità dell’Italia centrale tirrenica: percorso di ricerca reso spinoso dall’assenza di fonti letterarie dirette e dall’apparente ambiguità semantica delle raffigurazioni di quest’epoca, tratte per lo più dal mondo animale reale o fantastico.File | Dimensione | Formato | |
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