A poco più di cinquant’anni dalla morte, in questo libro Marcello Mustè ricostruisce l’itinerario speculativo di Felice Balbo (Torino, 1° gennaio 1913-Roma, 3 febbraio 1964), una delle voci più significative della filosofia italiana del secondo Novecento. A partire dall’incontro con i cattolici comunisti e dalla collaborazione con la Casa Einaudi, il volume propone una lettura delle opere del pensatore piemontese, come L’uomo senza miti (1945) e Il laboratorio dell’uomo (1946), seguendo il percorso che lo portò, dopo il 1949, a rivedere molte posizioni precedenti, in dialogo con autori quali Norberto Bobbio e Augusto Del Noce, e ad abbandonare, nel 1951, il Partito comunista. Attraverso un esame ravvicinato delle fonti e delle frequentazioni di Balbo, l’autore offre un’interpretazione originale di quella “filosofia dell’essere” che segnò l’ultima fase della sua elaborazione, dal libro del 1962 sulle Idee per una filosofia dello sviluppo umano fino ai frammenti postumi di Essere e progresso. Il tentativo di riattivare la linea della filosofia classica di Aristotele e di san Tommaso, enucleando il “sistema intimo” (ens partecipatum, actus essendi) dall’ormai antiquato “assetto sistematico”, produsse uno straordinario sforzo teoretico, che si intrecciò con la ricerca, ricca di motivi civili, di un rinnovato senso della laicità e che determinò una tensione feconda tra le diverse esigenze della “prassi” e del “valore”, cioè della storia e dell’esse-re.
La prassi e il valore. La filosofia dell'essere di Felice Balbo / Muste', Marcello. - STAMPA. - (2016), pp. 1-104.
La prassi e il valore. La filosofia dell'essere di Felice Balbo
MUSTE', MARCELLO
2016
Abstract
A poco più di cinquant’anni dalla morte, in questo libro Marcello Mustè ricostruisce l’itinerario speculativo di Felice Balbo (Torino, 1° gennaio 1913-Roma, 3 febbraio 1964), una delle voci più significative della filosofia italiana del secondo Novecento. A partire dall’incontro con i cattolici comunisti e dalla collaborazione con la Casa Einaudi, il volume propone una lettura delle opere del pensatore piemontese, come L’uomo senza miti (1945) e Il laboratorio dell’uomo (1946), seguendo il percorso che lo portò, dopo il 1949, a rivedere molte posizioni precedenti, in dialogo con autori quali Norberto Bobbio e Augusto Del Noce, e ad abbandonare, nel 1951, il Partito comunista. Attraverso un esame ravvicinato delle fonti e delle frequentazioni di Balbo, l’autore offre un’interpretazione originale di quella “filosofia dell’essere” che segnò l’ultima fase della sua elaborazione, dal libro del 1962 sulle Idee per una filosofia dello sviluppo umano fino ai frammenti postumi di Essere e progresso. Il tentativo di riattivare la linea della filosofia classica di Aristotele e di san Tommaso, enucleando il “sistema intimo” (ens partecipatum, actus essendi) dall’ormai antiquato “assetto sistematico”, produsse uno straordinario sforzo teoretico, che si intrecciò con la ricerca, ricca di motivi civili, di un rinnovato senso della laicità e che determinò una tensione feconda tra le diverse esigenze della “prassi” e del “valore”, cioè della storia e dell’esse-re.File | Dimensione | Formato | |
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