Nel corso della storia tutte le discipline hanno contribuito a dare una definizione della humana conditio utilizzando i propri paradigmi interpretativi: dalla filosofia alla sociologia, dalla psicologia alla teologia e ai cultural studies innumerevoli sono state le analisi condotte sulla capacità dell’uomo di riflettere sulla propria condizione, sulle sue dinamiche fra passato, presente e futuro e sullo scopo ultimo della stessa esistenza umana. In realtà, perché di una humana conditio si parli in termini concettualmente definiti e più vicini al nostro sentito culturale è necessario arrivare solo alla metà del secolo scorso. Eventi di radicale impatto sulla condizione umana come le due Guerre Mondiali o la Grande Depressione del 1929 hanno segnato una deprivazione materiale e di prospettive individuali e collettive inedita: la scala globale degli eventi e la “moderna” consapevolezza dell’uomo di poter acquisire con la rivoluzione moderna gli strumenti necessari ad evitare condizioni simili e aspirare ad un “buon vivere” hanno illuminato i governanti e gli studiosi nella definizione del “benessere” come obiettivo delle società e dei sistemi politici. Ciò avrebbe scongiurato il ritorno di dispotismi, di diseguaglianze e di deprivazioni inevitabilmente negative anche per la gran parte degli uomini e, soprattutto, causate da altri uomini. Il passaggio da un’accezione economica del benessere – iniziando dal gradino più basso della nota Piramide di Maslow (1954) - alla diversificazione delle dimensioni del benessere porta alla considerazione di tre fattori che si possono postulare: la considerazione degli aspetti soggettivi del benessere, la traduzione di tutte le dimensioni in grandezze misurabili e la democraticità del processo di costruzione/misurazione. Ai fattori definitori e partecipativi del benessere si affianca la sfida metodologica: una selezione delle dimensioni che sia effettivamente rappresentativa e oggettiva scientificamente, anche nel senso weberiano del termine, richiede una precisa scelta, fra le varie possibili, in merito all’aggregazione delle variabili selezionate, al peso da attribuire ad ognuna di esse, al grado di comparabilità che offrono, che è determinante per la loro traduzione in conseguenti interventi politici. Si tratta di una scelta anche politica e non solo scientifica, poichè è ineludibile che la scelta degli indicatori sia propedeutica all’impostazione delle politiche messe in atto per raggiungere un determinato obiettivo sociale scelto secondo il sistema di valori e obiettivi di quella collettività. Resta, però, alla scienza la valutazione della realizzazione di questi obiettivi come evidenziato dal corretto utilizzo di sistemi di rendicontazione specifici, quali il bilancio ambientale, di genere e sociale. La loro recente applicazione ne evidenzia potenzialità e limiti che costituiscono un prossimo banco di prova per le scienze sociali.

Misurare l'humana conditio: dal concetto agli indicatori di benessere / Nocenzi, Mariella. - STAMPA. - 7(2015), pp. 165-175.

Misurare l'humana conditio: dal concetto agli indicatori di benessere

NOCENZI, Mariella
2015

Abstract

Nel corso della storia tutte le discipline hanno contribuito a dare una definizione della humana conditio utilizzando i propri paradigmi interpretativi: dalla filosofia alla sociologia, dalla psicologia alla teologia e ai cultural studies innumerevoli sono state le analisi condotte sulla capacità dell’uomo di riflettere sulla propria condizione, sulle sue dinamiche fra passato, presente e futuro e sullo scopo ultimo della stessa esistenza umana. In realtà, perché di una humana conditio si parli in termini concettualmente definiti e più vicini al nostro sentito culturale è necessario arrivare solo alla metà del secolo scorso. Eventi di radicale impatto sulla condizione umana come le due Guerre Mondiali o la Grande Depressione del 1929 hanno segnato una deprivazione materiale e di prospettive individuali e collettive inedita: la scala globale degli eventi e la “moderna” consapevolezza dell’uomo di poter acquisire con la rivoluzione moderna gli strumenti necessari ad evitare condizioni simili e aspirare ad un “buon vivere” hanno illuminato i governanti e gli studiosi nella definizione del “benessere” come obiettivo delle società e dei sistemi politici. Ciò avrebbe scongiurato il ritorno di dispotismi, di diseguaglianze e di deprivazioni inevitabilmente negative anche per la gran parte degli uomini e, soprattutto, causate da altri uomini. Il passaggio da un’accezione economica del benessere – iniziando dal gradino più basso della nota Piramide di Maslow (1954) - alla diversificazione delle dimensioni del benessere porta alla considerazione di tre fattori che si possono postulare: la considerazione degli aspetti soggettivi del benessere, la traduzione di tutte le dimensioni in grandezze misurabili e la democraticità del processo di costruzione/misurazione. Ai fattori definitori e partecipativi del benessere si affianca la sfida metodologica: una selezione delle dimensioni che sia effettivamente rappresentativa e oggettiva scientificamente, anche nel senso weberiano del termine, richiede una precisa scelta, fra le varie possibili, in merito all’aggregazione delle variabili selezionate, al peso da attribuire ad ognuna di esse, al grado di comparabilità che offrono, che è determinante per la loro traduzione in conseguenti interventi politici. Si tratta di una scelta anche politica e non solo scientifica, poichè è ineludibile che la scelta degli indicatori sia propedeutica all’impostazione delle politiche messe in atto per raggiungere un determinato obiettivo sociale scelto secondo il sistema di valori e obiettivi di quella collettività. Resta, però, alla scienza la valutazione della realizzazione di questi obiettivi come evidenziato dal corretto utilizzo di sistemi di rendicontazione specifici, quali il bilancio ambientale, di genere e sociale. La loro recente applicazione ne evidenzia potenzialità e limiti che costituiscono un prossimo banco di prova per le scienze sociali.
2015
Persona e società per un nuovo umanesimo
9788820996529
benessere; indicatori; valutazione sociale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Misurare l'humana conditio: dal concetto agli indicatori di benessere / Nocenzi, Mariella. - STAMPA. - 7(2015), pp. 165-175.
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