A large number of companies provide social benefits to their employees on a voluntary basis. In most cases such social schemes are jointly established and managed by companies and trade unions at the firm or, more frequently, at a sectoral level through bipartite funds. From an economic point of view, the evaluation of the “bipartite welfare” crucially depends on its effects on the employment level, an aspect so far mostly neglected. This paper takes into account the lessons from the literature on the incidence of labour taxation to analyse the case of social policies delivered by bipartite sectoral funds. The intuition is that their peculiar institutional profile may favour the internalization of benefits by the unions. If this actually occurs, it can be expected that the costs of the benefits will be shared between the employers and the workers. As a consequence, the costs of the benefits exert a less detrimental effect on the labour cost and on employment levels than in the case of public schemes. However the exact institutional profile of the funds crucially affects the degree of internalization. In particular, it is argued that this may actually occur provided that the bipartite sectoral funds are sufficiently autonomous from government interference.

Tra le politiche sociali finanziate dalle imprese su base volontaria, il “welfare bilaterale” comprende l’insieme dei programmi contrattati tra imprese e sindacati a livello aziendale o, più frequentemente, settoriale, e gestiti congiuntamente dalle parti sociali attraverso fondi bilaterali. Per una valutazione economica del welfare bilaterale è decisivo indagare i suoi effetti sull’occupazione, un aspetto fin qui poco considerato. In questo lavoro, riprendendo gli insegnamenti della letteratura relativa all’incidenza della tassazione sul lavoro, si argomenta che i fondi bilaterali settoriali possono rappresentare, sotto determinate condizioni, uno strumento istituzionale che favorisce l’internalizzazione del legame tra contributi sociali e benefit da parte del sindacato. Ciò implica che, più facilmente di quanto accada nel caso di una politica pubblica, il costo del finanziamento dei benefit può essere ripartito tra imprese e lavoratori, mediante una riduzione delle richieste sindacali nella contrattazione salariale. Di conseguenza, tale costo non va per intero ad aumentare il costo del lavoro e non esercita l’effetto negativo sul livello di occupazione che altrimenti determinerebbe. Tuttavia, a questo scopo è rilevante l’esatto profilo istituzionale dei fondi. In particolare, si argomenta che l’internalizzazione si verifica se i fondi settoriali bilaterali sono sufficientemente autonomi dall’interferenza del governo.

Il "welfare bilaterale" e i suoi effetti sull'occupazione / Croce, Giuseppe. - STAMPA. - 103(2015), pp. 223-244. - QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO.

Il "welfare bilaterale" e i suoi effetti sull'occupazione

Croce, Giuseppe
2015

Abstract

A large number of companies provide social benefits to their employees on a voluntary basis. In most cases such social schemes are jointly established and managed by companies and trade unions at the firm or, more frequently, at a sectoral level through bipartite funds. From an economic point of view, the evaluation of the “bipartite welfare” crucially depends on its effects on the employment level, an aspect so far mostly neglected. This paper takes into account the lessons from the literature on the incidence of labour taxation to analyse the case of social policies delivered by bipartite sectoral funds. The intuition is that their peculiar institutional profile may favour the internalization of benefits by the unions. If this actually occurs, it can be expected that the costs of the benefits will be shared between the employers and the workers. As a consequence, the costs of the benefits exert a less detrimental effect on the labour cost and on employment levels than in the case of public schemes. However the exact institutional profile of the funds crucially affects the degree of internalization. In particular, it is argued that this may actually occur provided that the bipartite sectoral funds are sufficiently autonomous from government interference.
2015
Welfare e occupazione
Tra le politiche sociali finanziate dalle imprese su base volontaria, il “welfare bilaterale” comprende l’insieme dei programmi contrattati tra imprese e sindacati a livello aziendale o, più frequentemente, settoriale, e gestiti congiuntamente dalle parti sociali attraverso fondi bilaterali. Per una valutazione economica del welfare bilaterale è decisivo indagare i suoi effetti sull’occupazione, un aspetto fin qui poco considerato. In questo lavoro, riprendendo gli insegnamenti della letteratura relativa all’incidenza della tassazione sul lavoro, si argomenta che i fondi bilaterali settoriali possono rappresentare, sotto determinate condizioni, uno strumento istituzionale che favorisce l’internalizzazione del legame tra contributi sociali e benefit da parte del sindacato. Ciò implica che, più facilmente di quanto accada nel caso di una politica pubblica, il costo del finanziamento dei benefit può essere ripartito tra imprese e lavoratori, mediante una riduzione delle richieste sindacali nella contrattazione salariale. Di conseguenza, tale costo non va per intero ad aumentare il costo del lavoro e non esercita l’effetto negativo sul livello di occupazione che altrimenti determinerebbe. Tuttavia, a questo scopo è rilevante l’esatto profilo istituzionale dei fondi. In particolare, si argomenta che l’internalizzazione si verifica se i fondi settoriali bilaterali sono sufficientemente autonomi dall’interferenza del governo.
Welfare; occupazione; relazioni industriali
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il "welfare bilaterale" e i suoi effetti sull'occupazione / Croce, Giuseppe. - STAMPA. - 103(2015), pp. 223-244. - QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO.
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