'Cadastral records' ante litteram? Suggestions from the Catalogus Baronum and the confinationes of Southern Norman Italy notarial documents

If it’s true that «cadastral maps and records of 18-20th centuries were basic tools of control over land use», it is also true that «detailed and authentic information on the earlier state of the natural and built environment» can also be provided through others ancient documents. We reflect on similarities and differences between modern documentation and land censuses such as the Catalogus Baronum, produced in the Norman kingdom of Sicily between 1150 and 1168, and the confinationes expressed in private notarial documents of southern Norman Italy, that could be regarded by the historians as integrative and ancillary ‘maps’, useful to reconstruct a ‘virtual cartography’ of the territory.

Se è vero che mappe e registri catastali dei secoli XVIII-XX sono essenziali strumenti di controllo dell’utilizzo della terra, è anche vero che dettagliate informazioni sulle precedenti condizioni dell’ambiente naturale e sulle sue modificazioni possono essere rintracciate anche in altri documenti ben più risalenti, che possono considerarsi come vere e proprie ‘mappe catastali’ ante litteram, soprattutto se si tiene conto del fatto che mentre le forme documentarie sono mutevoli in quanto espressione di un ‘sistema storico di documentazione’, caratteristico di una determinata epoca e di un dato territorio, le funzioni proprie dei documenti rimangono sostanzialmente immutate nel tempo in quanto rispondenti alle medesime finalità giuridiche. Si analizzano qui analogie e differenze tra mappe e registri catastali di epoca moderna e censimenti di terre quali il Catalogus Baronum, redatto nel regno normanno di Sicilia tra il 1150 e il 1168, e le confinationes espresse nelle carte notarili private dell’Italia meridionale normanna, interpretabili dallo storico come ‘mappe’ integrative e accessorie, utili a ricostruire una ‘cartografia virtuale’ del territorio.