The Mediterranean Sea is a landscape that holds multiple coastal facts, diversified by historical reasons and geographical situatiosn that led to different territorial configurations, manifold relationships between spontaneous construction and designed architecture, density and scarcity, infrastructure and landscape, housing and tourist facilities. On this landscape background, celebrated by mythology and literature, a comparison of coastal segments that are the physical fronts of a dialogue between the different forms of the Mediterranean basin become an interesting theme. The Greek coastline of the Gulf of Kiparissía, between the promontory of Katákolon and the Kaiáfas bathes in the region of Elide (Peloponnese) is an interesting case study for the presence of a particular (not unique) territory marked by a set of elements that identify a morphological diagram: the consolidated city of Pyrgos in the immediate hinterland (5 km), two closing elements that define a coastline arc (the Katàkolon promontory northwest and the Kaiáfas thermal lakes south-east), the "spontaneous linear city" of Spiántza, about 50 m wide and 25 km long, which is the inhabited strip, part of an interesting system of other narrow parallel strips, marked by thresholds. If Greek classical architecture was one of the most significant basic elements in our cultural identity, for its own constructive and formal contents, for the awareness of the creative process and for the ability to transform the material into a rich artistic language, today Greece shows potential to rise again as a reference paradigm, some how in an anti-classical way, through a silent architecture, a kind of basic build art, able to integrate social and political dynamics of subsistence, to pay attention to the specificities of the different housing needs, to develop learning and cooperation, to generate a more efficient immunity to the crisis.

Il Mediterraneo costituisce un paesaggio che tiene assieme molteplici realtà costiere diversificate per matrice storica e situazione geografica che ne hanno determinato la trasformazione e la configurazione territoriale, innescando dinamiche e multiformi rapporti tra densità e rarefazione, infrastrutture e territorio, dimensione abitativa e turismo, costruzione spontanea e architettura normata. Non sono dunque solo i luoghi noti e i frammenti aulici a costituire inesauribile fonte di riflessione, perché il Mediterraneo “non è solo geografia” e “non è solo storia”, le culture e le civiltà che vi sono nate e sviluppate “non sono solo culture nazionali”, né ovunque “il Rinascimento è riuscito a superare il Medioevo” [Matvejevìc, 1991]. Se tra gli elementi fondanti dell'identità culturale greca, l'architettura classica è stata uno dei più significativi, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza del processo ideativo e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso, più che mai nel nostro presente compromesso e in stallo, quando non in recessione, la Grecia manifesta potenzialità per assurgere nuovamente a paradigma di riferimento, per certi versi anti-classico, attraverso un'architettura più silenziosa, di base, capace di integrare dinamiche sociali e politiche di sussistenza più attente alla specificità dei diversi bisogni abitativi, di sviluppare apprendimento e cooperazione, di generare maggior immunità alla crisi. Forse proprio la natura del nostro tempo solleva definitivamente la Grecia dal ruolo di Paese periferico destinato alla marginalità o a una spontanea separatezza rispetto ciò che accade nel resto dell’Europa. Si tratta di procedere ad "una riscoperta della Grecia […] che offre un’opportunità di uscita, una scappatoia, una risorsa di rinnovo per il pensiero e per l’azione" [Simeoforìdis, 1997]. Il tratto di costa del golfo di Kyparissía, compreso tra il promontorio di Katákolon e le terme di Kaiáfas nella regione dell’Elide, in Peloponneso offre un’interessante opportunità di riflessione sia sul processo di banalizzazione dei riferimenti, tipologici e formali, che restano forti nell’ecumene ellenica, e sia sul rapporto tra spontaneità e regola, in relazione ad uno stato di vuoto normativo (a volte anche solo applicativo) locale ma, di contro, anche con uno sguardo alla proliferazione del palinsesto normativo che sovraintende al progetto di architettura, sempre più scostato dalla funzione nomotetica che gli è propria.

Paesaggio nomotetico. Riflessioni a partire dalla città informale di Spiàntza, Pýrgos Ilìas, in Grecia / Antoniadis, Stefanos. - STAMPA. - (2015), pp. 192-203.

Paesaggio nomotetico. Riflessioni a partire dalla città informale di Spiàntza, Pýrgos Ilìas, in Grecia.

ANTONIADIS, STEFANOS
2015

Abstract

The Mediterranean Sea is a landscape that holds multiple coastal facts, diversified by historical reasons and geographical situatiosn that led to different territorial configurations, manifold relationships between spontaneous construction and designed architecture, density and scarcity, infrastructure and landscape, housing and tourist facilities. On this landscape background, celebrated by mythology and literature, a comparison of coastal segments that are the physical fronts of a dialogue between the different forms of the Mediterranean basin become an interesting theme. The Greek coastline of the Gulf of Kiparissía, between the promontory of Katákolon and the Kaiáfas bathes in the region of Elide (Peloponnese) is an interesting case study for the presence of a particular (not unique) territory marked by a set of elements that identify a morphological diagram: the consolidated city of Pyrgos in the immediate hinterland (5 km), two closing elements that define a coastline arc (the Katàkolon promontory northwest and the Kaiáfas thermal lakes south-east), the "spontaneous linear city" of Spiántza, about 50 m wide and 25 km long, which is the inhabited strip, part of an interesting system of other narrow parallel strips, marked by thresholds. If Greek classical architecture was one of the most significant basic elements in our cultural identity, for its own constructive and formal contents, for the awareness of the creative process and for the ability to transform the material into a rich artistic language, today Greece shows potential to rise again as a reference paradigm, some how in an anti-classical way, through a silent architecture, a kind of basic build art, able to integrate social and political dynamics of subsistence, to pay attention to the specificities of the different housing needs, to develop learning and cooperation, to generate a more efficient immunity to the crisis.
2015
Tradizione e modernità. L'influsso dell'architettura ordinaria nel moderno
9788862421621
Il Mediterraneo costituisce un paesaggio che tiene assieme molteplici realtà costiere diversificate per matrice storica e situazione geografica che ne hanno determinato la trasformazione e la configurazione territoriale, innescando dinamiche e multiformi rapporti tra densità e rarefazione, infrastrutture e territorio, dimensione abitativa e turismo, costruzione spontanea e architettura normata. Non sono dunque solo i luoghi noti e i frammenti aulici a costituire inesauribile fonte di riflessione, perché il Mediterraneo “non è solo geografia” e “non è solo storia”, le culture e le civiltà che vi sono nate e sviluppate “non sono solo culture nazionali”, né ovunque “il Rinascimento è riuscito a superare il Medioevo” [Matvejevìc, 1991]. Se tra gli elementi fondanti dell'identità culturale greca, l'architettura classica è stata uno dei più significativi, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza del processo ideativo e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso, più che mai nel nostro presente compromesso e in stallo, quando non in recessione, la Grecia manifesta potenzialità per assurgere nuovamente a paradigma di riferimento, per certi versi anti-classico, attraverso un'architettura più silenziosa, di base, capace di integrare dinamiche sociali e politiche di sussistenza più attente alla specificità dei diversi bisogni abitativi, di sviluppare apprendimento e cooperazione, di generare maggior immunità alla crisi. Forse proprio la natura del nostro tempo solleva definitivamente la Grecia dal ruolo di Paese periferico destinato alla marginalità o a una spontanea separatezza rispetto ciò che accade nel resto dell’Europa. Si tratta di procedere ad "una riscoperta della Grecia […] che offre un’opportunità di uscita, una scappatoia, una risorsa di rinnovo per il pensiero e per l’azione" [Simeoforìdis, 1997]. Il tratto di costa del golfo di Kyparissía, compreso tra il promontorio di Katákolon e le terme di Kaiáfas nella regione dell’Elide, in Peloponneso offre un’interessante opportunità di riflessione sia sul processo di banalizzazione dei riferimenti, tipologici e formali, che restano forti nell’ecumene ellenica, e sia sul rapporto tra spontaneità e regola, in relazione ad uno stato di vuoto normativo (a volte anche solo applicativo) locale ma, di contro, anche con uno sguardo alla proliferazione del palinsesto normativo che sovraintende al progetto di architettura, sempre più scostato dalla funzione nomotetica che gli è propria.
mediterraneo; paesaggio; informale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Paesaggio nomotetico. Riflessioni a partire dalla città informale di Spiàntza, Pýrgos Ilìas, in Grecia / Antoniadis, Stefanos. - STAMPA. - (2015), pp. 192-203.
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