Rovereto come Venezia diventata per un giorno città invisibile, città nascosta, città della memoria e del piacere ha ospitato storie in forma di poesia, musica, danza e colori proiettati, incastrate negli anfratti della vita quotidiana, dentro corti inaspettate e giardini chiusi, sulle facciate di palazzi antichi, popolari o nobiliari che testimoniano la dominazione veneziana e quella austriaca. Gli interventi voluti da Teatro Potlach con l’ausilio tecnologico-creativo dell’OpenLab Company di Luca Ruzza, Laura Colombo e del suo gruppo di giovani tecno creativi (Vincenzo Sansone, Gioele Stella, Francesco Bruno Viteri, Luca Cristiano) hanno amplificato la città storica evidenziandone in forma di luce e proiezione video, i segni architettonici. Un percorso in forma di miriadi di “narrazioni” che intrecciano videomapping di colonnati e facciate e cori alpini, unendo la tecnologia più spinta (l’animazione grafica 3D) con la tradizione perché come ricordava il compianto Paolo Rosa: “La città ideale del nostro tempo non può prescindere dalla tecnica. Il dialogo con la tecnica diventa essenziale per non lasciare l’incanto delle nostre belle città alla sfera della nostalgia e del ricordo immobile. Il confronto tra tradizione e tecnologia diventa essenziale. Ci può aiutare a restituire una vitalità urbana proiettata nel futuro”. UN’INVASIONE DI ARTI A ROVERETO: DANZA, TEATRO, POESIA E TECNOLOGIA A CITTÀ INVISIBILI Pubblicato il 05/07/2015 / da Annamaria Monteverdi
Visual Improvvisation #1 / Ruzza, Luca. - ELETTRONICO. - (2015).
Visual Improvvisation #1
RUZZA, LUCA
2015
Abstract
Rovereto come Venezia diventata per un giorno città invisibile, città nascosta, città della memoria e del piacere ha ospitato storie in forma di poesia, musica, danza e colori proiettati, incastrate negli anfratti della vita quotidiana, dentro corti inaspettate e giardini chiusi, sulle facciate di palazzi antichi, popolari o nobiliari che testimoniano la dominazione veneziana e quella austriaca. Gli interventi voluti da Teatro Potlach con l’ausilio tecnologico-creativo dell’OpenLab Company di Luca Ruzza, Laura Colombo e del suo gruppo di giovani tecno creativi (Vincenzo Sansone, Gioele Stella, Francesco Bruno Viteri, Luca Cristiano) hanno amplificato la città storica evidenziandone in forma di luce e proiezione video, i segni architettonici. Un percorso in forma di miriadi di “narrazioni” che intrecciano videomapping di colonnati e facciate e cori alpini, unendo la tecnologia più spinta (l’animazione grafica 3D) con la tradizione perché come ricordava il compianto Paolo Rosa: “La città ideale del nostro tempo non può prescindere dalla tecnica. Il dialogo con la tecnica diventa essenziale per non lasciare l’incanto delle nostre belle città alla sfera della nostalgia e del ricordo immobile. Il confronto tra tradizione e tecnologia diventa essenziale. Ci può aiutare a restituire una vitalità urbana proiettata nel futuro”. UN’INVASIONE DI ARTI A ROVERETO: DANZA, TEATRO, POESIA E TECNOLOGIA A CITTÀ INVISIBILI Pubblicato il 05/07/2015 / da Annamaria MonteverdiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.