This study was initially conceived as a research on Via Portuenese and Via Severiana, two ancient roads in Rome, which are also two potential engines for the development of the south-western area of the city, between the G.R.A. ring road and the sea. There, more than elsewhere, the conflict between the logics of globalization and the local dynamics becomes manifest. Indeed the centres that arose along Via Portuense, as well as the urban centres provided for by the PRG (general city plan), through a connection accelerator such as the airport, should have brought Rome into the world and, hence, should have become international themselves. Yet some of them are entangled in the local meshes, in the lattice of memories, maybe in a too cumbersome past. The project that concludes this study has two goals: to strengthen Via Portuense along which those services, that describe a new type of urban space defined as post-atopic, are aligned and to rediscover Via Severiana, in order to amend the directional vocation of the area, by taking local culture and heritage into consideration. That would lead, at a later stage, to strengthening the two linear areas that surround the mentioned roads: the one of “Parco del Tevere”, as well as the coastal one that extends from Fiumicino to Castel Porziano. Such a system appears as the figure that expresses the form of Rome’s development toward the sea: a cruciform installation whose figurative power is comparable to that of the “Asse Attrezzato” and that would outline an urban vision complementary or alternative to the one that was imagined in the sixties. Clearly, the adoption of a so conceived urban figure would hasten the development of that area, which presently lacks connections such as those that could connect two of the most important local archaeological areas: Ostia Antica and Portus, Rome’s ancient port. The latter is an object ripe with mystery: on one hand, it is a symbol of the economic power of the trades that dominated the Portuense area and that took over its history, a history characterized by floods and land reclamations, declines and recoveries; on the other, a potential engine of development. A perfect geometrical shape, the port basin’s hexagonal configuration seems to imitate the planimetric shape of Rome’s historical centre that, through a translation of meaning, is cast toward the sea, in a sense prefiguring its destiny.

TRA ROMA E IL MARE. STORIA E FUTURO DI UN SETTORE URBANO Questo studio si configura come un’indagine sulla Via Portuense e sulla Via Severiana di Roma, antichi tracciati viari e possibili motori di sviluppo dell’area a sud-ovest della città, tra il GRA e il mare. Qui, più che altrove, si manifesta il conflitto tra le logiche della globalità e le dinamiche locali. I centri sorti lungo la Portuense, infatti, analogamente alle centralità metropolitane pianificate dal nuovo PRG, attraverso un acceleratore di connessione come l’aeroporto, avrebbero dovuto portare Roma nel mondo, e divenire dunque centri internazionali. Tuttavia alcuni di essi sono stati imbrigliati dalle maglie dei luoghi, dai reticoli della memoria, forse da un passato troppo ingombrante. L’obiettivo del progetto posto a conclusione di tale studio è da un lato il potenziamento della Via Portuense, su cui si allineano tali servizi, che descrivono un nuovo tipo di spazio urbano, definito post-atopico, e, dall’altro, la “riscoperta” della Via Severiana, che correggerebbe la vocazione direzionale dell’area con un’attenzione ai valori del patrimonio e della cultura. Ciò indurrebbe, in un secondo momento, il potenziamento delle due fasce lineari connesse a tali vie: quella costituita dal parco del Tevere e quella litoranea, da Fiumicino a Castel Porziano. Tale sistema appare come la figura che esprime la forma dello sviluppo di Roma al mare: un impianto cruciforme paragonabile, come potenza figurativa, all’Asse attrezzato, che delineerebbe una visione urbana alternativa o complementare rispetto a quella prefigurata negli anni sessanta. Chiaramente, l’acquisizione di un figura urbana così concepita accelererebbe lo sviluppo dell’area, ancora carente di collegamenti, come quelli tra le due aree archeologiche più importanti del territorio: Ostia antica e Portus, l’antico porto di Roma. Quest’ultimo si configura come un oggetto carico di mistero: simbolo del potere dell’economia e dei traffici che assoggettano il territorio portuense, appropriandosi della sua memoria storica, fatta di inondazioni e bonifiche, declino e rinascita, da un lato, e possibile motore di sviluppo, dall’altro. Figura dalla geometria perfetta, l’esagono del bacino portuale sembra ricalcare la forma planimetrica del centro storico di Roma, che attraverso una traslazione di senso viene proiettata nel mare, prefigurando così il destino della città.

Tra Roma e il mare. Storia e futuro di un settore urbano / Malfona, Lina. - STAMPA. - 1:(2014), pp. 1-144.

Tra Roma e il mare. Storia e futuro di un settore urbano

MALFONA, LINA
2014

Abstract

This study was initially conceived as a research on Via Portuenese and Via Severiana, two ancient roads in Rome, which are also two potential engines for the development of the south-western area of the city, between the G.R.A. ring road and the sea. There, more than elsewhere, the conflict between the logics of globalization and the local dynamics becomes manifest. Indeed the centres that arose along Via Portuense, as well as the urban centres provided for by the PRG (general city plan), through a connection accelerator such as the airport, should have brought Rome into the world and, hence, should have become international themselves. Yet some of them are entangled in the local meshes, in the lattice of memories, maybe in a too cumbersome past. The project that concludes this study has two goals: to strengthen Via Portuense along which those services, that describe a new type of urban space defined as post-atopic, are aligned and to rediscover Via Severiana, in order to amend the directional vocation of the area, by taking local culture and heritage into consideration. That would lead, at a later stage, to strengthening the two linear areas that surround the mentioned roads: the one of “Parco del Tevere”, as well as the coastal one that extends from Fiumicino to Castel Porziano. Such a system appears as the figure that expresses the form of Rome’s development toward the sea: a cruciform installation whose figurative power is comparable to that of the “Asse Attrezzato” and that would outline an urban vision complementary or alternative to the one that was imagined in the sixties. Clearly, the adoption of a so conceived urban figure would hasten the development of that area, which presently lacks connections such as those that could connect two of the most important local archaeological areas: Ostia Antica and Portus, Rome’s ancient port. The latter is an object ripe with mystery: on one hand, it is a symbol of the economic power of the trades that dominated the Portuense area and that took over its history, a history characterized by floods and land reclamations, declines and recoveries; on the other, a potential engine of development. A perfect geometrical shape, the port basin’s hexagonal configuration seems to imitate the planimetric shape of Rome’s historical centre that, through a translation of meaning, is cast toward the sea, in a sense prefiguring its destiny.
2014
978-88-6764-031-7
TRA ROMA E IL MARE. STORIA E FUTURO DI UN SETTORE URBANO Questo studio si configura come un’indagine sulla Via Portuense e sulla Via Severiana di Roma, antichi tracciati viari e possibili motori di sviluppo dell’area a sud-ovest della città, tra il GRA e il mare. Qui, più che altrove, si manifesta il conflitto tra le logiche della globalità e le dinamiche locali. I centri sorti lungo la Portuense, infatti, analogamente alle centralità metropolitane pianificate dal nuovo PRG, attraverso un acceleratore di connessione come l’aeroporto, avrebbero dovuto portare Roma nel mondo, e divenire dunque centri internazionali. Tuttavia alcuni di essi sono stati imbrigliati dalle maglie dei luoghi, dai reticoli della memoria, forse da un passato troppo ingombrante. L’obiettivo del progetto posto a conclusione di tale studio è da un lato il potenziamento della Via Portuense, su cui si allineano tali servizi, che descrivono un nuovo tipo di spazio urbano, definito post-atopico, e, dall’altro, la “riscoperta” della Via Severiana, che correggerebbe la vocazione direzionale dell’area con un’attenzione ai valori del patrimonio e della cultura. Ciò indurrebbe, in un secondo momento, il potenziamento delle due fasce lineari connesse a tali vie: quella costituita dal parco del Tevere e quella litoranea, da Fiumicino a Castel Porziano. Tale sistema appare come la figura che esprime la forma dello sviluppo di Roma al mare: un impianto cruciforme paragonabile, come potenza figurativa, all’Asse attrezzato, che delineerebbe una visione urbana alternativa o complementare rispetto a quella prefigurata negli anni sessanta. Chiaramente, l’acquisizione di un figura urbana così concepita accelererebbe lo sviluppo dell’area, ancora carente di collegamenti, come quelli tra le due aree archeologiche più importanti del territorio: Ostia antica e Portus, l’antico porto di Roma. Quest’ultimo si configura come un oggetto carico di mistero: simbolo del potere dell’economia e dei traffici che assoggettano il territorio portuense, appropriandosi della sua memoria storica, fatta di inondazioni e bonifiche, declino e rinascita, da un lato, e possibile motore di sviluppo, dall’altro. Figura dalla geometria perfetta, l’esagono del bacino portuale sembra ricalcare la forma planimetrica del centro storico di Roma, che attraverso una traslazione di senso viene proiettata nel mare, prefigurando così il destino della città.
territorio; architettura; urban design
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Tra Roma e il mare. Storia e futuro di un settore urbano / Malfona, Lina. - STAMPA. - 1:(2014), pp. 1-144.
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