The paper analyses the project of Domenico da Cortona for the town hall of Paris, commissioned by king Francis Ist in 1532. In order to make full use of the irregular building lot, Domenico designed four building placed around a trapezoidal courtyard. The plan followed a modular schema based on the courtyard arch order span, but in this way the principal façade turned out to be the smallest one. To get round this problem, Domenico doubled its width, positioning two pavilions at both ends and linking them to the façade thanks to two big arches (the right one spanned a street while the left one concealed an oratory). In order to maintain the same proportions in the façade building, in the back wings and in the courtyard, the architectural orders were differently dimensioned. French traditions and Italian solutions are merged by Domenico to create a monumental building destined to become a model for future town halls in France

Partendo da una completa revisione delle fonti, il saggio analizza il progetto di Domenico da Cortona per l'Hôtel de Ville di Parigi, commissionato nel 1532 dalle autorità cittadine, fortemente influenzate nella scelta del progettista dal re Francesco I. Per sfruttare al massimo il lotto irregolare Domenico imposta 4 corpi di fabbrica intorno a un cortile trapezoidale, seguendo una trama regolare il cui modulo è basato sull'interasse dell'ordine di semi-colonne del cortile, che inquadrano archi a tutto sesto, applicando di fatto una metodologia progettuale estranea alla cultura francese dell’epoca. In questo modo però la facciata principale risultava essere quella di dimensioni minori, del tutto priva della monumentalità richiesta dall’edificio. Domenico risolve il problema raddoppiandone la larghezza, posizionando 2 padiglioni alle estremità e collegandoli con il corpo centrale tramite due arcate (quella di destra scavalca una strada, quella di sinistra nasconde l'entrata di un oratorio). Per mantenere le stesse proporzioni in facciata, nei corpi retrostanti e nel cortile gli ordini architettonici sono dimensionati secondo moduli diversi. Tradizioni francesi (come verticalità, alti tetti indipendenti per ogni corpo di fabbrica, camini monumentali, scultura e decorazioni in facciata) e soluzioni italiane (come simmetria, cortile regolare, archi a tutto sesto inquadrati da ordine architettonico, scale a doppia rampa) sono integrati da Domenico per ottenere l’edificio monumentale auspicato dal sovrano, destinato a divenire il modello per la tipologia dell'hotel de ville in Francia.

Le projet de Domenico da Cortona pour l'Hôtel de Ville de Paris / Bardati, Flaminia. - STAMPA. - (2015), pp. 307-318.

Le projet de Domenico da Cortona pour l'Hôtel de Ville de Paris

BARDATI, Flaminia
2015

Abstract

The paper analyses the project of Domenico da Cortona for the town hall of Paris, commissioned by king Francis Ist in 1532. In order to make full use of the irregular building lot, Domenico designed four building placed around a trapezoidal courtyard. The plan followed a modular schema based on the courtyard arch order span, but in this way the principal façade turned out to be the smallest one. To get round this problem, Domenico doubled its width, positioning two pavilions at both ends and linking them to the façade thanks to two big arches (the right one spanned a street while the left one concealed an oratory). In order to maintain the same proportions in the façade building, in the back wings and in the courtyard, the architectural orders were differently dimensioned. French traditions and Italian solutions are merged by Domenico to create a monumental building destined to become a model for future town halls in France
2015
Hôtels de ville. Architecture publique à la Renaissance
9782869063907
Partendo da una completa revisione delle fonti, il saggio analizza il progetto di Domenico da Cortona per l'Hôtel de Ville di Parigi, commissionato nel 1532 dalle autorità cittadine, fortemente influenzate nella scelta del progettista dal re Francesco I. Per sfruttare al massimo il lotto irregolare Domenico imposta 4 corpi di fabbrica intorno a un cortile trapezoidale, seguendo una trama regolare il cui modulo è basato sull'interasse dell'ordine di semi-colonne del cortile, che inquadrano archi a tutto sesto, applicando di fatto una metodologia progettuale estranea alla cultura francese dell’epoca. In questo modo però la facciata principale risultava essere quella di dimensioni minori, del tutto priva della monumentalità richiesta dall’edificio. Domenico risolve il problema raddoppiandone la larghezza, posizionando 2 padiglioni alle estremità e collegandoli con il corpo centrale tramite due arcate (quella di destra scavalca una strada, quella di sinistra nasconde l'entrata di un oratorio). Per mantenere le stesse proporzioni in facciata, nei corpi retrostanti e nel cortile gli ordini architettonici sono dimensionati secondo moduli diversi. Tradizioni francesi (come verticalità, alti tetti indipendenti per ogni corpo di fabbrica, camini monumentali, scultura e decorazioni in facciata) e soluzioni italiane (come simmetria, cortile regolare, archi a tutto sesto inquadrati da ordine architettonico, scale a doppia rampa) sono integrati da Domenico per ottenere l’edificio monumentale auspicato dal sovrano, destinato a divenire il modello per la tipologia dell'hotel de ville in Francia.
architettura; rinascimento francese; hotel de ville - Parigi; Domenico da Cortona architetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le projet de Domenico da Cortona pour l'Hôtel de Ville de Paris / Bardati, Flaminia. - STAMPA. - (2015), pp. 307-318.
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