La dialettica fra tradizioni mitopoietiche e le loro riscritture è al centro di questo articolo, che prende le mosse da una rivisitazione moderna del Sītāyaṇa, il “viaggio di Sītā”, ovvero le vicende del principale personaggio femminile del Rāmāyaṇa, testo classico della tradizione sudasiatica, che è protagonista del pluripremiato lungometraggio di animazione di Nina Paley “Sita Sings the Blues” (USA 2009). L'analisi si allarga poi alla crescente attenzione verso Sītā fra fumettisti e graphic novelist. Il lungometraggio di Nina Paley ha suscitato grande amore e grande odio fra gli indiani e le indiane figli della diaspora, perché, se da un lato attinge arbitrariamente a un testo considerato sacro, dall’altro lo “contamina” rendendolo noto anche agli outsiders, superando i confini imposti dagli apologeti della tradizione. Il successo del graphic novel come genere di scrittura nuovo fra gli indiani della diaspora consente di riflettere sulla capacità propria dei linguaggi artistici odierni di porsi come veicolo di trasmissione per le tradizione antiche, i cui contenuti vengono così riqualificati e attualizzati, i cui modelli sono riplasmati e integrati. In particolare Sītā, che nella tradizione “autorizzata” è inscritta in un registro linguistico, simbolico e narrativo profondamente patriarcale, diventa, attraverso i nuovi linguaggi della popular culture, lo strumento attraverso cui molte giovani donne del Sudasia ridefiniscono il proprio ruolo nella tradizione, tra diaspora, globalizzazione e glocalizzazione.
Il Sītāyaṇa nelle arti del XXI secolo: uno sguardo storico-critico su tradizione, woomanhood e diaspora sudasiatica / Ferrara, Marianna. - STAMPA. - (2015), pp. 347-367.
Il Sītāyaṇa nelle arti del XXI secolo: uno sguardo storico-critico su tradizione, woomanhood e diaspora sudasiatica.
FERRARA, MARIANNA
2015
Abstract
La dialettica fra tradizioni mitopoietiche e le loro riscritture è al centro di questo articolo, che prende le mosse da una rivisitazione moderna del Sītāyaṇa, il “viaggio di Sītā”, ovvero le vicende del principale personaggio femminile del Rāmāyaṇa, testo classico della tradizione sudasiatica, che è protagonista del pluripremiato lungometraggio di animazione di Nina Paley “Sita Sings the Blues” (USA 2009). L'analisi si allarga poi alla crescente attenzione verso Sītā fra fumettisti e graphic novelist. Il lungometraggio di Nina Paley ha suscitato grande amore e grande odio fra gli indiani e le indiane figli della diaspora, perché, se da un lato attinge arbitrariamente a un testo considerato sacro, dall’altro lo “contamina” rendendolo noto anche agli outsiders, superando i confini imposti dagli apologeti della tradizione. Il successo del graphic novel come genere di scrittura nuovo fra gli indiani della diaspora consente di riflettere sulla capacità propria dei linguaggi artistici odierni di porsi come veicolo di trasmissione per le tradizione antiche, i cui contenuti vengono così riqualificati e attualizzati, i cui modelli sono riplasmati e integrati. In particolare Sītā, che nella tradizione “autorizzata” è inscritta in un registro linguistico, simbolico e narrativo profondamente patriarcale, diventa, attraverso i nuovi linguaggi della popular culture, lo strumento attraverso cui molte giovani donne del Sudasia ridefiniscono il proprio ruolo nella tradizione, tra diaspora, globalizzazione e glocalizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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